Madonna di Macerata

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Madonna di Macerata
AutoreCarlo Crivelli
Data1470 circa
Tecnicatempera e oro su tavola trasportato su tela
Dimensioni59×40 cm
UbicazioneMusei civici di Palazzo Buonaccorsi, Macerata

La Madonna di Macerata è un dipinto a tempera e oro su tela trasportato su tavola (59x41 cm) di Carlo Crivelli, databile al 1470 circa e conservato nei Musei civici di Palazzo Buonaccorsi a Macerata. È firmato "KAROLUS CRIVELLUS VENETUS PINXIT 1470 FERMIS" su un frammento di tela ritagliata attaccato sul retro.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'opera è stata messa in relazione con una pala d'altare o un polittico già nella chiesa dei Minori Osservanti di Macerata, di cui fa cenno il Lanzi (1789). Nel 1835 Amico Ricci ricordò come nel 1799 la chiesa era stata danneggiata da un incendio che aveva distrutto il dipinto. La Madonna maceratese e una Pietà nel Fogg Art Museum di Cambridge (Massachusetts) (proveniente dalla collezione Caccialupi di Macerata e molto ridipinta, per cui vittima più che probabile delle traversie) dovrebbero quindi essere gli unici frammenti salvati, anche se più recenti studi assegnano la Pietà, realizzata peraltro su tavola, e non su tela, come la Madonna con il Bambino di Macerata, ad un altro polittico smembrato del pittore veneziano, già a Force.

Sia la qualità della fibra che le sgranature del colore testimoniano l'autenticità del frammento con la firma sul retro, anche se c'è chi ha ipotizzato che possa provenire da un'altra opera perduta. Da questa Madonna Girolamo di Giovanni trasse una copia nella cappella della frazione montana di Malvezzi presso Bolognola, in provincia di Macerata, oggi alla Pinacoteca civica di Camerino.

Descrizione e stile[modifica | modifica wikitesto]

Su un astratto fondo oro, il frammento mostra la Madonna a mezza figura che avvicina a sé il Bambino, seduto sulle braccia, portandoselo al viso mentre lancia un intenso sguardo verso lo spettatore. Sul manto di broccato scorrono motivi decorativi dorati e si trova appuntata la stella, tradizionale attributo che ricorda la cometa di Betlemme. Le figure e i panneggi sono sbalzati dal chiaroscuro con intensità, ma la loro iconica plasticità è addolcita dalla tenerezza dei volti e delle espressioni.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Pietro Zampetti, Carlo Crivelli, Nardini Editore, Firenze 1986. ISBN non esistente

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