Ligustrinae

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Ligustrinae
Ligustrum vulgare
(Ligustro, olivella)
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaOleaceae
TribùOleeae
SottotribùLigustrinae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaOleaceae
TribùOleeae
SottotribùLigustrinae
Koehne, 1893
Generi

Ligustrinae Koehne, 1893 è una sottotribù di piante arbustive, spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Oleaceae.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Ligustrum L., 1753 un antico nome latino, già usato da Gaio Plinio Secondo (23 – 79]) scrittore, ammiraglio e naturalista romano e da Virgilio (70 a.C. – 19 a.C.) poeta romano, per le piante chiamate volgarmente ligustro o olivella.[4][5]

Il nome scientifico della sottotribù è stato definito per la prima volta dal botanico e dendrologo germanico Bernhard Adalbert Emil Koehne (1848-1918) nella pubblicazione "Deutsche Dendrologie. Kurze Beschreibung der in Deutschland im Freien Auhaltenden Nadel- und Laubholzgewachse" - : 500 del 1893.[6][7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Ligustrum japonicum
Le foglie
Ligustrum ovalifolium
Infiorescenza
Syringa vulgaris
I fiori
Syringa pubescens
* K (4), [C (4), A 2], G (2), supero, bacca/capsula.
  • Il calice è gamosepalo a forma campanulata, piccolo con 4 lobi oppure è quasi assente.
  • La corolla è gamopetala, glabra e con forme più o meno da cilindriche a imbutiformi. Termina con 4 lobi valvati a forma di cappuccio. Il colore della corolla è lillacino, ma anche rosso, viola e bianco.
  • Il frutto in Syringa è una capsula loculicida con 1 o 2 semi strettamente alati per ogni cella; mentre in Ligustrum è una bacca o una drupa carnosa con 1 - 4 semi. Il colore in genere è nerastro.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) o il vento (impollinazione anemogama).[8]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questa tribù vivono soprattutto in habitat temperati e subtropicali dell'Eurasia (una sola specie è presente in Australia).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa sottotribù (Oleaceae) comprende 25 generi e circa 600 specie[3] (29 generi e 600 specie secondo altri Autori[9][14] oppure 24 generi con 615 specie[1]) con distribuzione cosmopolita dalle regioni tropicali fino a quelle temperate. La sottotribù è descritta all'interno della tribù Oleeae; tribù caratterizzata dalla presenza di flavoni glicosidi, ovario con 2 ovuli penduli per loculo, vasi multipli e fibre libriformi nel legno.[15]

Il numero cromosomico delle specie di questo gruppo è: 2n = 46 (48).[3]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Cladogramma della sottotribù

Nell'ambito della tribù Oleeae la sottotribù Ligustrinae dal punto di vista filogenetico risulta "gruppo fratello" del resto della tribù. Entrambi i generi formano un clade monofiletico ben supportato (forse Syringa è parafiletico). Oltre che dai dati molecolari, la monofilia è comprovata anche dai dati morfologici: i frutti ad esempio pur essendo delle capsule in Syringa e delle drupe deiscenti in Ligustrum, sono abbastanza simili in fase di sviluppo e si differenziano solamente in seguito nel mesocarpo; inoltre il legno ha dei vasi con fasci cavi più o meno semplici (vessel-ray pits +/- simple).[15]

Il cladogramma tratto dallo studio citato (e semplificato) mostra l'attuale struttura filogenetica di alcune specie della sottotribù.[15]

Generi e specie della sottotribù[modifica | modifica wikitesto]

La sottotribù è formata da due generi e circa 60 specie:[2][3]

  • Ligustrum L., 1753 - circa 40/45 specie (distribuzione: Vecchio Mondo - esclusa l'Africa).
  • Syringa L., 1753 - circa 20 specie (distribuzione: zone subtropicali dell'Eurasia)

Specie italiane e europee[modifica | modifica wikitesto]

In Italia, nella flora spontanea, sono presenti da tempo due specie di questo gruppo:[8]

Altre specie inizialmente coltivate in seguito si sono, almeno in parte, inselvatichite (nella pubblicazione "An annotated checklist of the Italian Vascular Flora"[16] sono definite "Esotiche naturalizzate":

In Europa è presente anche la specie Syringa josikaea J. Jacq. ex Rchb. f. distribuita in Ucraina e Romania.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 15 luglio 2016.
  2. ^ a b Olmstead 2012.
  3. ^ a b c d e Kadereit 2004, pag. 302.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 237.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato l'8 agosto 2016.
  6. ^ Crescent Bloom Database, su crescentbloom.com. URL consultato l'8 agosto 2016 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2009).
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato l'8 agosto 2016.
  8. ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 324.
  9. ^ a b c Judd 2007, pag. 490.
  10. ^ a b dipbot.unict.it, https://web.archive.org/web/20160304200501/http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Lami_fam.html (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  11. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 9 agosto 2016.
  12. ^ Motta 1960, Vol. 2- pag. 681.
  13. ^ Musmarra 1996.
  14. ^ Strasburger 2007, pag. 850.
  15. ^ a b c Wallander et al. 2001.
  16. ^ Conti et al. 2005, pag. 120.
  17. ^ EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 9 agosto 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]