Lettere romaniane

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Le lettere romaniane sono delle indicazioni presenti in uno spartito per specificare in modo più dettagliato come debba essere il suono. Il termine romaniane deriva da Romano: nome del monaco a cui si attribuisce l'invenzione di tali segni grafici.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Una delle grandi innovazioni della musica medievale è l'elaborazione della scrittura neumatica sviluppata all'interno delle abbazie. Tale scrittura era composta da un insieme di segni per aiutare i cantori a ricordare con maggior precisione la direzione delle melodie da cantare. Erano infatti oltre 500 i canti da sapere per la messa senza contare i salmi ed era perciò impossibile poter sapere tutte le melodie a memoria. Alcuni numerosi esempi di queste scritture, le troviamo nelle biblioteche delle abbazie di San Gallo, di Metz e Chartres.

Nei monasteri sono i monaci amanuensi che si incaricano di trascrivere in preziosi manoscritti le melodie dei canti sacri, usando e perfezionando il sistema di scrittura musicale e favorendo così la trasmissione e la conservazione del repertorio gregoriano.

Nella notazione sangallese, a corredo della notazione neumatica, troviamo le lettere romaniane. Secondo la tradizione, infatti, il cantore Romano (in latino Romanus) aggiunse lettere dell'alfabeto tra i neumi per fornire indicazioni sulla direzione della melodia. Tali lettere corrispondevano all'iniziale della parola. Ad esempio la lettera "A", sta per "altius" e indica di salire di tono con la voce; mentre la "I", che sta per "inferius", e indica di scendere di tono.

Tali lettere, chiamate quindi Litterae Romanianae, inoltre, forniscono indicazioni anche sul ritmo: "C" ad esempio corrisponde a "celeriter" ovvero indica che bisogna aumentare la velocità del canto.

Le lettere romaniane risalgono al IX secolo, ma se ne attribuiva l'invenzione al leggendario cantore Romano che il papa Adriano I avrebbe mandato a Carlo Magno nel 790.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Storia della musica occidentale, su books.google.it. URL consultato il 5 maggio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • EM, Enciclopedia della Musica, Garzanti Editore, Milano 1978
  • Fulvio Rampi e Massimo Lattanzi, Manuale di canto gregoriano, Turris Editrice,1998
  • Progetto editoriale di Vera Minazzi e introduzione di F. Alberto Gallo, Atlante storico della musica nel medioevo (pp. 82-83), Jaca Book, 2001
  • Giulio Cattin, Storia della musica (a cura della società italiana e musicologica), Il Medioevo I -volume 1 parte seconda- (pp. 77-78), E.D.T. Edizioni di Torino.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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