L'osteria di Marechiaro

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L'osteria di Marechiaro
Lingua originaleitaliano, napoletano
Generecommedia in musica
MusicaGiovanni Paisiello
LibrettoFrancesco Cerlone
Attidue
Epoca di composizione1768
Prima rappr.inverno 1768/1769
TeatroNapoli, Teatro dei Fiorentini
Personaggi
  • Il conte di Zampano (baritono)
  • Chiarella, popolana (soprano)
  • Lesbina, gentildonna napoletana (soprano)
  • Dorina, dama romana (soprano)
  • Spiritello (soprano)
  • Peppariello, volantello del conte (soprano)
  • Federico, nobile fintosi cameriere del conte (soprano)
  • Abate Scarpinelli, cavalier servente di Lesbina (tenore)
  • Marchese Olivieri, padre di Dorina (tenore)
  • Carl'Andrea, tavernaro (basso)
  • Pescatori

L'osteria di Marechiaro è una commedia per musica in due atti di Giovanni Paisiello, su libretto di Francesco Cerlone. La prima rappresentazione assoluta si tenne al Teatro dei Fiorentini di Napoli, molto probabilmente nell'inverno del 1768-1769.[1][2]

La commedia è in napoletano e in italiano:l'idioma contraddistingue i pescatori e i personaggi delle classi più basse, mentre l'italiano è parlato dai nobili, eccetto il conte di Zampano, il protagonista, che si esprime principalmente in napoletano.[3]

Personaggi[modifica | modifica wikitesto]

Personaggio[4] Tipologia vocale
Lesbina soprano
Dorina soprano
Federico soprano
Abate Scarpinelli tenore
Il conte di Zampano baritono
Chiariella soprano
Peppariello soprano
Carl'Andrea basso
Marchese Olivieri tenore
Spiritello soprano

Trama[modifica | modifica wikitesto]

A Marechiaro, un nobile napoletano, il conte di Zampano, cerca di corteggiare Chiarella, una popolana che lavora come cameriera in un'osteria, ma ben presto si ritrova nei guai perché viene cercato da due altre donne nobili: egli infatti aveva promesso a ciascuna di sposarla, ma poi non aveva mantenuto la promessa.[5] Inoltre, Chiarella è di una classe sociale diversa e per le convenzioni sociali dell'epoca una popolana non poteva sposare un nobile. Il conte fugge dalle minacce e si rifugia in una grotta, dove uno spiritello esce da una bottiglia nella quale è rinchiuso (similmente al genio della lampada nella favola di Aladino), dopo aver sentito le suppliche amorose dell'uomo.[6] Lo spiritello aiuta il conte ad affrontare i nobili grazie alla sua magia, tramutandoli in pietra o ridicolizzandoli.[7] Alla fine, il conte di Zampano può finalmente sposare Chiarella.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (DE) Giovanni Paisiello, su operone.de. URL consultato il 9 marzo 2022.
  2. ^ Salvatore Di Giacomo, Celebrità napoletane, V. Vecchi, 1896. URL consultato il 9 marzo 2022.
  3. ^ L'Osteria di Marechiaro, su MAM-e, 30 giugno 2020. URL consultato il 9 marzo 2022.
  4. ^ Francesco Cerlone, Commedie di Francesco Cerlone napolitano tomo primo (-22.): Il barbaro pentito. La Cordova liberata da' Mori, o sia L'amore della patria. L'osteria di Marechiaro. La Zelmira, nella stamperia sita Rampe S. Marcellino Num. 3 Francesco Masi direttore, 1829, p. 177. URL consultato il 9 marzo 2022.
  5. ^ L’OSTERIA DI MARECHIARO di Giovanni Paisiello – l’allestimento è firmato da Roberto De Simone, l’opera lirica della tradizione napoletana settecentesca su Rai5, su Musicaest, 30 giugno 2020. URL consultato il 9 marzo 2022.
  6. ^ Renato Verga, L’Osteria di Marechiaro, su L'opera oggi, 26 maggio 2014. URL consultato il 9 marzo 2022.
  7. ^ Uno spiritiello a marechiaro, su scriptamoment.it. URL consultato il 9 marzo 2022.
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