Jean Chaput

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Jean Chaput
NascitaParigi, 17 settembre 1893
MorteWelles-Pérennes, 6 maggio 1918
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera della Francia Francia
Forza armataArmée de terre
ArmaAéronautique Militaire
Anni di servizio1914-1918
GradoTenente
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte occidentale (1914-1918)
BattaglieOffensiva Nivelle
Decorazionivedi qui
Pubblicazionivedi qui
dati tratti da Jean Chaput[1]
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Jean Chaput (Parigi, 17 settembre 1893Welles-Pérennes, 6 maggio 1918) è stato un militare e aviatore francese, asso dell'aviazione nel corso della prima guerra mondiale e della seconda guerra mondiale con 16 vittorie[2][3] Mort pour la France[3].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Georges Guynemer e Jean Chaput, su Le Miroir del 20 agosto 1916.

Nacque il 17 settembre 1893 a Parigi, figlio di Victor Alexandre Henri, di professione chirurgo di fama nazionale, e di Anne Marie Luciè Landrigue.[1][4] Frequentò il Liceo Janson-de-Sailly, ed appassionatosi allo sport trascurò leggermente gli studi. La madre morì prematuramente, e mentre suo padre lo voleva chirurgo come lui, egli decide di intraprendere un'altra carriera professionale.[1] Studiò ingegneria mentre il padre si impegnò a pagare le sue lezioni di volo, cosa che avvenne all'inizio dell'estate del 1914 quando imparò a pilotare un monoplano Nieuport e ottenne la licenza di pilota civile il 10 luglio 1914.[1]

Meno di un mese dopo scoppiò la prima guerra mondiale, e lui, che non aveva compiuto il servizio militare, fu mobilitato come soldato semplice nel servizio aeronautico.[1] Fu incorporato nel servizio generale del campo d'aviazione di Saint Cyr (Versailles) dove rimase fino al novembre 1914 quando fu inviato ad una scuola militare di volo, uscendone all'inizio del 1915 con il grado di caporale per essere assegnato alla Escadrille C.28 equipaggiata con i Caudron G.3 e schierata sul fronte della Somme.[1] Dopo aver incontrato e affrontato un primo aereo con un fucile, si appassionò alla caccia e dimostrò il suo talento di pilota al punto che il suo capo squadriglia nel maggio 1915 ottenne per lui un Morane Parasol da caccia e venne promosso sergente.[1] Tuttavia, fu grazie ad un osservatore dall'aeroplano del Caudron G.4 che pilotava, ottenne una vittoria certificata il 22 novembre 1915, che gli valse il trasferimento a una escadrille di caccia.[1] Il 3 marzo 1916 si unì al "gruppo Bar-le-Duc" che riuniva tutte le squadriglie di caccia del settore di Verdun, incaricate della conquista della superiorità aerea.[1] Assegnato allo Escadrille N 31 del capitano Albert Auger, lavorò fianco a fianco con molti nomi già famosi della caccia, come Jean Navarre e Charles Nungesser.[1] In città trovò alloggio presso una persona del posto, più precisamente nell'appartamento di una giovane ragazza di cui divenne fidanzato.[1] Pilotando un Nieuport 11, due settimane dopo il suo arrivo, il 18 marzo 1916, ottenne la sua prima vittoria speronando ed abbattendo un LVG.[1] Il suo Nieuport, danneggiato dall'urto, riuscì a rientrare alla base mentre lo LVG si schiantò al suolo.[1] Questa vittoria gli valse la promozione al grado di sottotenente.[5] Ottenne altre sei vittorie omologate nei cieli di Verdun nei mesi di maggio (dove fu trasferito alla Escadrille N 57 del capitano Édouard Duseigneur) e giugno 1916 volando a bordo di un Nieuport 11 e poi di un Nieuport 16, essendo menzionato nell'ordine del giorno dell'esercito del 21 giugno 1916 per il suo 5° successo.[1] In quello stesso giorno abbatté altri due aerei nemici.[1] Il 24 luglio 1916 attaccò un Aviatik biposto sopra Douaumont, e dopo avergli sparato più volte, lo sorpassò trascinato dalla sua velocità.[1] Il mitragliere tedesco gli sparò una raffica a bruciapelo; fu colpito da diversi proiettili, uno dei quali gli devastò la coscia e un altro gli trapassò la spalla.[1] Gravemente ferito, si tuffò in picchiata ed evitò gli altri aerei tedeschi per atterrare ad Ancemont.[1]

Evacuato e ricoverato in ospedale, fu curato da suo padre che gli impose una riabilitazione spartana e concedendogli pochissimi giorni di convalescenza al punto da essere smentito da una commissione medica.[1] La ferita era molto grave e non ritornò al fronte fino al marzo 1917, in forza alla Escadrille N 57, che ora costituiva insieme ad altra unità il Groupe de Chasse 11.[1]

Partecipando alla battaglia dello Chemin des Dames, ottenne quattro nuove vittorie in aprile, maggio e giugno 1917.[1] Promosso tenente, ricevette il comando della sua Escadrille l'11 aprile 1918, quando il reparto fu integrato nella Divisione Aerea e dovette affrontare le offensive primaverili tedesche.[1] In questa occasione ottenne la sua sedicesima e ultima vittoria il 21 aprile 1918, prima di cadere in un combattimento aereo contro un gruppo di Fokker Dr.I il 6 maggio 1918: gravemente ferito,[N 1] ebbe la forza di far atterrare il suo SPAD S.XIII nelle linee francesi a Welles-Pérennes dove morì a causa della emorragia.[1] Suo padre fu devastato dalla notizia e credette sempre che avrebbe potuto salvare suo figlio se fosse stato presente al fatto.[1] Continuando a operare i soldati che la guerra gli portò fino all'armistizio e pochi mesi dopo, si sparò alla testa nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 1919.[1]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere dell'Ordine della Legion d'onore - nastrino per uniforme ordinaria
«Sottotenente temporaneo dell'Escadrille N57. Pilota di ammirevole audacia e sangue freddo. Per più di un anno ha combattuto quotidianamente in combattimenti aerei nel corso dei quali ha abbattuto quattro aerei tedeschi. Il 12 giugno 1915; 18 marzo, 30 aprile e 22 maggio 1916. Già citato quattro volte negli ordini del giorno dell'esercito.[4]»
— 29 giugno 1916.[2]
Médaille miliaire - nastrino per uniforme ordinaria
«Sergente pilota dell'Escadrille C28. Un pilota di straordinaria abilità, coraggio, sangue freddo e devozione. Recentemente ha sperimentato, oltre al servizio di ricognizione di artiglieria, un servizio molto efficiente nella caccia aerea. Non ha mai esitato in diverse occasioni, durante le operazioni dal 7 al 13 giugno 1915, ad inseguire aerei nemici meglio armati di lui. Ritornò il 12 giugno con il suo aereo crivellato di colpi di mitragliatrice dopo aver costretto il suo avversario ad atterrare.[4]»
— 23 luglio 1915.[2]
Croix de guerre 1914-1918 con 11 palme una stella vermiglio e una stella di d'argento - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere[modifica | modifica wikitesto]

Military Cross (Gran Bretagna) - nastrino per uniforme ordinaria
— 17 aprile 1918.
Croix de guerre 1914-1918 (Belgio) - nastrino per uniforme ordinaria
— 13 settembre 1917.

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Quelques lettres de Jean Chaput, Lieutenant pilote commandant l'escadrille Spa 57, Tolmer, Paris, 1918.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il pilota che colpì il suo aereo era l'asso Hermann Becker.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y AS14-18.
  2. ^ a b c The Aerodrome.
  3. ^ a b Mancini 1936, p. 175.
  4. ^ a b c d Franks, Bailey 1992, p. 131-132.
  5. ^ Franks 2000, p. 52-53.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Norman Franks, Nieuport Aces of World War 1, Oxford, Osprey Publishing, 2000, ISBN 978-1-85532-961-4.
  • (FR) Norman Franks e Frank W. Bailey, Over the Front: A Complete Record of the Fighter Aces and Units of the United States and French Air Services, 1914–1918, London, Grub Street, 1992, ISBN 978-0-948817-54-0.
  • (EN) Jon Guttman e Harry Dempsey, Spad XII/XIII Aces of World War I, Oxford, Osprey Publishing, 2002, ISBN 978-1-84176-316-3.
  • (FR) Lucien Robineau, Les Français du ciel: dictionnaire historique, Paris, Cherche midi, 2005, ISBN 2-7491-0415-7.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Jean Chaput, su The Aerodrome. URL consultato il 4 aprile 2024.
  • (FR) Jean Chaput, su Leonore. URL consultato il 4 aprile 2024.
  • (FR) Jean Chaput, su AS14-18. URL consultato il 4 aprile 2024.