Jean-Baptiste van Loo

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Ritratto di Jean-Baptiste van Loo realizzato dal collega Joseph Villevieille

Jean-Baptiste van Loo (Aix-en-Provence, 14 gennaio 1684Aix-en-Provence, 19 dicembre 1745) è stato un pittore e ritrattista francese.

Trionfo di Galatea (1720)

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato in una famiglia di origine olandese, ricevette i primi rudimenti d'arte dal padre Louis-Abraham. Avendo in gioventù prodotto parecchi dipinti per la decorazione di chiese e palazzi pubblici di Aix, fu occupato per simili lavori a Tolone, che fu costretto ad abbandonare durante l'assedio del 1707.

Entrò sotto la protezione del principe di Carignano, il quale lo inviò a Roma per studiare presso Benedetto Luti. Qui lavorò molto affrescando chiese, e in particolar modo la Flagellazione di Cristo nella Santa Maria in Monticelli. A Torino ritrasse Carlo Emanuele II di Savoia e altri membri della corte. Successivamente, nel recarsi a Parigi, dove fu eletto membro dell'Académie royale de peinture et de sculpture, realizzò parecchie pale d'altare e restaurò i lavori di Francesco Primaticcio a Fontainebleau.

Nel 1737 si recò in Inghilterra, dove suscitò attenzione per i suoi ritratti di Colley Cibber e dell'impresario Owen McSwiny; il successivo, come molti altri lavori di van Loo, fu inciso a mezzatinta dal giovane John Faber. Inoltre dipinse Sir Robert Walpole, il quale, raffigurante quest'ultimo nel suo abito di Cancelliere dello Scacchiere, è conservato alla National Portrait Gallery di Londra. Tuttavia non rimase molto in Inghilterra, poiché a causa di problemi di salute, dovette tornare a Parigi nel 1742 e successivamente ad Aix, dove morì 3 anni dopo.

Dalla sua famiglia si ricordano i figli Louis-Michel van Loo e Charles-Amédée-Philippe van Loo e il fratello Charles-André van Loo, tutti e tre noti pittori.

Luoghi d'esposizione di opere di Van Loo[modifica | modifica wikitesto]

Probabilmente Jean-Baptiste van Loo o Charles André van Loo (1705-1765)

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Jane Turner (a cura di), The Dictionary of Art, vol. 19, New York, Grove, 1996, p. 645, ISBN 1-884446-00-0.

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