Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III"

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Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III"
Uno dei padiglioni di degenza
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàGrugliasco
Coordinate45°04′08.72″N 7°35′30.7″E / 45.06909°N 7.59186°E45.06909; 7.59186
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Costruzione1928 - 1931
Usouffici ASL, ospedale veterinario, Università di Torino
Realizzazione
IngegnereMario Torretta[1]

L'ex-Istituto interprovinciale per infermi di mente "Vittorio Emanuele III" di Grugliasco è un complesso di edifici originariamente adibiti al mantenimento e alla cura di pazienti con problemi psichici.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Palazzina per uffici, oggi in disuso

All'inizio del XX secolo la Provincia di Torino disponeva di tre strutture ospedaliere per la cura delle malattie psichiche: il vecchio manicomio di via Giulio, nel centro di Torino, i locali adibiti ad ospedale psichiatrico che erano stati ricavati nella ex-Certosa reale di Collegno o costruiti ex-novo nel parco circostante e una struttura più piccola realizzata tra il 1910 e il 1913 a Savonera (Venaria), progettata in origine per i malati meno problematici. La gestione di queste strutture era affidata dalla Provincia ad una Opera Pia denominata Regio manicomio di Torino.

Nel 1914 a causa del sovraffollamento di queste strutture si arrivò ad un trasferimento dei pazienti di sesso maschile alla grande struttura di Collegno, mentre gli edifici di Torino e di Savonera vennero destinati alle pazienti donne. Tale risistemazione però non fu sufficiente e fu quindi necessario costruire un nuovo ospedale.

La scelta del luogo cadde dopo lunghe discussioni sul comune di Grugliasco, contiguo a quello di Collegno. Tale collocazione decentrata avrebbe anche permesso lo svuotamento del vecchio manicomio di Torino, la cui collocazione centrale causava disturbo agli abitanti della zona.

I lavori per la costruzione del nuovo complesso ospedaliero vennero iniziati nel 1928 e conclusi nel 1931, quando venne inaugurato l'"Istituto Interprovinciale Vittorio Emanuele III per infermi di mente in Grugliasco".[2] La parte edilizia del progetto si deve a Mario Torretta, ingegnere dell'ufficio tecnico della Provincia di Torino, mentre gli arredamenti e gli allestimenti interni vennero progettati dal dr. Francesco Agosti, incaricato dalla struttura ospedaliera.[3] Si trattava di una struttura interprovinciale perché la provincia di Torino deteneva solo l'85% circa della proprietà, con la rimanente quota in mano alla Provincia di Aosta.

Durante la Seconda Guerra Mondiale alcuni dei padiglioni dell'ospedale vennero danneggiati dai bombardamenti, e vari degenti dovettero essere trasferiti. La provincia di Torino alla fine del conflitto riparò i danni e ripristinò la normale funzionalità degli edifici.[1]

Nel corso degli Anni Sessanta del Novecento alle strutture esistenti venne aggiunta la "Villa Azzurra", un edificio destinato ai bambini affetti da malattie mentali o semplici handicap psicofisici.[2] La struttura, chiamata comunemente il manicomio dei bambini, godeva di una fama piuttosto sinistra[4] e fu oggetto di varie denunce per maltrattamenti da parte delle famiglie dei suoi giovani ospiti.[1] A causa dell'evoluzione dei trattamenti delle malattie mentali in corso in Italia negli Anni Settanta, che sfociarono nella c.d. Legge Basaglia, nel 1979 la "Villa Azzurra" venne chiusa; anche la vecchia Opera Pia fu sciolta nel 1980, con il passaggio della competenza sulle cure ai malati psichiatrici alle ASL.[2]

Il complesso ospedaliero[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio oggi sede della biblioteca di Scienze Agrarie e Veterinarie

Il complesso comprendeva in origine quattro grandi padiglioni con settecento posti letto complessivi, l'edificio delle cucine, la camera mortuaria e la palazzina della Direzione. A questo gruppo di edifici venne in seguito aggiunta la Villa Azzurra, un padiglione cosiddetto “medico-pedagogico” destinato a bambini e bambine affetti da malattie mentali o handicap psicofisici.[5] Una vasta area attorno agli edifici, delimitata da un lungo muro, comprendeva numerosi viali alberati, aree destinate a verde e zone agricole.

Il riutilizzo[modifica | modifica wikitesto]

La pista ciclabile che attraversa il complesso dell'ex-ospedale

Dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici in Italia, le varie aree del complesso ospedaliero hanno subito destini diversi. La zona agricola nella parte sud del complesso a partire dal 1996 è occupata dal Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell'Università di Torino,[6] al quale si è poi aggiunta la Facoltà di Medicina Veterinaria, che in una parte della vecchia struttura psichiatrica gestisce a partire dal 2000 l'"Ospedale veterinario universitario".[7] Alcuni padiglioni nella zona settentrionale del complesso sono tuttora utilizzati dalla ASL come sede del Centro Epidemiologico e come locali tecnici e base dei mezzi del pronto intervento (118) e del Soccorso alpino e speleologico[8] L'area verde è in buona parte accessibile al pubblico ed alcuni tratti dei viali alberati sono percorsi da piste ciclabili.[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c AA.VV., Ospedali Psichiatrici di Torino - Archivio storico, Diana Cossa (a cura di), ASL TO3. URL consultato il 9 aprile 2021.
  2. ^ a b c Ospedali psichiatrici di Torino, su cartedalegare.san.beniculturali.it, MIBACT - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, 5 giugno 2013. URL consultato il 9 aprile 2021.
  3. ^ AA.VV., Atti della Lega italiana di igiene e profilassi mentale, Segreteria della Lega italiana di igiene e profilassi mentale, 1937, p. 123. URL consultato il 9 aprile 2021.
  4. ^ Giorgio Ballario, Lo chiamavano albergo, era un luogo di tortura, in La Stampa, 20 giugno 2018. URL consultato il 9 aprile 2021.
  5. ^ Davide Lasagno, Oltre l'Istituzione, Ledizioni, 2012, p. 27, ISBN 9788867050185. URL consultato il 9 aprile 2021.
  6. ^ Presentazione, su disafa.unito.it, Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari. URL consultato il 9 aprile 2021.
  7. ^ Ospedale veterinario universitario, su ospedaleveterinario.unito.it, Università degli Studi di Torino. URL consultato il 9 aprile 2021.
  8. ^ Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese - I Zona Speleologica Piemonte e Valle D'Aosta - CNSAS, su soccorsospeleo.it, Corpo Nazionale Soccorso Alpino Speleologico. URL consultato il 9 aprile 2021.
  9. ^ Dirigente del Servizio Valutazione Impatto Ambientale e Attività Estrattive, Determinazione del Dirigente del Servizio Valutazione Impatto Ambientale e Attività Estrattiva (PDF), su cittametropolitana.torino.it, Provincia di Torino, 2007. URL consultato il 9 aprile 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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