Invischiamento

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L'invischiamento è un concetto di psicologia e psicoterapia introdotto da Salvador Minuchin per descrivere famiglie in cui gli spazi personali sono offuscati e non ben definiti e in cui l'eccessiva preoccupazione per gli altri porta a una perdita di sviluppo autonomo.[1] Costretto nel soddisfare i bisogni dei genitori, un bambino può perdere la capacità di auto-direzione[2] e il proprio carattere distintivo attraverso l'incesto psichico;[3] e, se le pressioni familiari aumentano, può finire per diventare il paziente identificato o il capro espiatorio della famiglia.[4]

Il termine "invischiamento" è stato usato anche da John Bradshaw per descrivere uno stato di legame intergenerazionale all'interno di una famiglia, dove un bambino (normalmente del sesso opposto) diventa un coniuge surrogato del padre o della madre.[5]

Il termine è talvolta usato per le relazioni codipendenti,[6] dove è presente una simbiosi malsana.[7]

Per il bambino tossicamente invischiato, i sentimenti proiettati dall'adulto possono essere gli unici che conosce, superando ed eclissando i propri.[8]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ H. & L. Goldberg, Family Therapy: An Overview (2008) pp. 244, 467.
  2. ^ R. C. Schwartz, Internal Family Systems Therapy (1997) p. 162
  3. ^ Robert Bly, Iron John (1991) pp. 170, 185–7.
  4. ^ Goldberg, p. 239
  5. ^ John Bradshaw, Reclaiming Virtue (2009) p. 390
  6. ^ Bradshaw, p. 272
  7. ^ R. Abell, Own Your Own Life (1977) pp. 119–22
  8. ^ Terence Real, I Don't Want to Talk About It (1997) pp. 206, 360.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Robin Skynner, Un solo corpo, persone separate (Londra 1976)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]