Incidente ferroviario di Acquabona

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Incidente ferroviario di Acquabona
Tiposvio e rovesciamento sul fianco della rimorchiata
Data11 marzo 1960
12:40
LuogoAcquabona
StatoBandiera dell'Italia Italia
Conseguenze
Morti2[1]
Feriti27

L'incidente ferroviario di Acquabona fu uno incidente ferroviario causato da uno svio, con conseguente rovesciamento su un fianco della carrozza rimorchiata del treno Cortina d'Ampezzo - Calalzo, avvenuto l'11 marzo 1960 nei pressi della stazione di Acquabona della ferrovia delle Dolomiti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Convoglio analogo a quello incidentato

Alle ore 12:40 dell'11 marzo 1960 il treno da Cortina procedeva a bassa velocità in un tratto in curva che costeggia la strada statale nei pressi di Acquabona. Nei pressi del km 31, improvvisamente, il bagagliaio sviò mettendosi di traverso e trascinò fuori dai binari anche la vettura rimorchiata che conteneva circa 80 viaggiatori; questa, staccatosi il gancio dalle due testate, si rovesciò sul fianco destro[1]. I primi soccorsi vennero forniti da alcuni abitanti del posto, dai vicini alberghi ampezzani e dalle suore del convento Cristo Re che si improvvisò come posto di medicazione. Le ambulanze, i soccorritori, i carabinieri e le autorità sopraggiunsero di seguito e con molte difficoltà a causa della tormenta di neve che imperversava da due giorni e rendeva difficili le operazioni[1].

I treni coinvolti[modifica | modifica wikitesto]

Treno n. 9[2]composto di un'elettromotrice, una carrozza e un bagagliaio[3].

Indagini[modifica | modifica wikitesto]

Venne istituita una commissione di inchiesta ministeriale per accertare le cause del deragliamento e le eventuali responsabilità. Da varie parti tuttavia si puntava il dito sull'obsolescenza dell'infrastruttura e del materiale rotabile[1]. L'inchiesta accertò che lo svio era avvenuto a causa della rottura della boccola della sala anteriore del bagagliaio che, sviando e ponendosi di traverso, aveva provocato lo strappo violento che aveva trascinato fuori dal binario e abbattuto sul fianco destro la carrozza viaggiatori oltre allo spezzamento di tutti i ganci di trazione[4].

Le vittime[modifica | modifica wikitesto]

Due persone morirono sul colpo: Giordano Talmini, di 14 anni, studente, da Vodo di Cadore e Maria Zanicheli-Zanelli, domestica, di 37 anni da Polinago (Modena)[1].

Tra i feriti gravi, Jolanda Henscaw di 36 anni, da Montreal; Liliane Dulintschi, di 30 anni, da Parigi; Adele Acerra di 45 anni e Lucia De Zolt di 53 anni, da Vodo di Cadore. Altri 23 feriti vennero ricoverati in due cliniche d'Ampezzo; quelli feriti meno seriamente vennero medicati e rilasciati[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f lastampa, Il trenino delle Dolomiti pieno di studenti deraglia per la neve: due morti e 30 feriti, in La Stampa, n. 62, Torino, 12 marzo 1960, p. 7.
  2. ^ Ferrovie dello Stato, Orario generale ufficiale per le ferrovie italiane dello Stato. Quadro 644, Torino, Editrice F.lli Pozzo, Salvati, Gros Monti & C., 1960, p. 516.
  3. ^ Marinoni, pp. 16-17.
  4. ^ Marinoni, p. 17.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Marinoni, La ferrovia delle Dolomiti, in I Treni Oggi, n. 28, Salò, ETR, marzo 1983, pp. 13-19.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]