Hareket Ordusu

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L'Hareket Ordusu[1][2][3] (tradotto anche come Esercito d'Azione)[4][5], era una forza formata da elementi dell'esercito ottomano simpatizzanti del Comitato di Unione e Progresso (CUP) in risposta al controcolpo di Stato ottomano del 1909. L'esercito, mobilitato a Selanik (l'odierna Salonicco) da Mahmud Shevket Pasha,[6] occupò Istanbul e soppresse con successo la rivolta nell'incidente del 31 marzo.[7]

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

L'Esercito d'Azione in marcia su Makri Keuy (l'odierna Bakırköy )

La Rivoluzione dei Giovani Turchi del 1908, guidata dal CUP, costrinse il sultano Abdul Hamid II a ripristinare un sistema monarchico costituzionale, inaugurando la Seconda era costituzionale. Il controcolpo di Stato del 1909 fu istigato da un ammutinamento delle truppe insoddisfatte a Istanbul, a cui si unirono i manifestanti religiosi reazionari che chiedevano il ritorno all'autocrazia sotto Abdul Hamid e alla sharia.[8] Con le dimissioni del gabinetto di Hüseyin Hilmi Pasha l'ammutinamento si trasformò in una più ampia crisi politica.[9]

Composizione[modifica | modifica wikitesto]

L'Hareket Ordusu fu organizzato da Mahmud Shevket Pasha, comandante della Terza Armata con sede a Selanik. Un certo numero di ufficiali di stato maggiore contrari al controcolpo si unirono a Selanik per allearsi alle forze.[10] L'esercito fu anche supportato da divisioni della seconda Armata di stanza ad Adrianopoli (l'odierna Edirne).[11]

Personale dell'esercito d'azione. Alla sinistra di Şevket Pasha, Hüseyin Hüsnü, dietro Hüsnü e il secondo da sinistra İsmet Bey (İnönü), alla sua destra Ismail Hakkı Bey, alla sua destra Enver Bey.

La forza contava circa 20.000-25.000 soldati ottomani ed era integrata da 15.000 volontari, tra cui 4.000 bulgari, 2.000 greci e 700 ebrei.[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Sean McMeekin, Il crollo dell'impero ottomano, Einaudi, 3 ottobre 2017, p. vii, ISBN 978-88-584-2697-5. URL consultato il 27 luglio 2021.
  2. ^ La Storia: L'età contemporanea: 4. Dal primo al secondo dopoguerra, UTET, 1988, p. 140, ISBN 978-88-02-03992-3. URL consultato il 27 luglio 2021.
    «inviò un ' « armata operativa » ( hareket ordusu ) allestita dal giovane capitano Mustafa Kemāl»
  3. ^ Roberto Sciarrone, L'Impero ottomano e la Grande Guerra: Il carteggio dell'addetto militare italiano a Costantinopoli (1914-1915), Edizioni Nuova Cultura, 9 luglio 2015, p. 106, ISBN 978-88-6812-520-2. URL consultato il 27 luglio 2021.
    «Sotto il comando di Mahmut Şevket pascià l'armata d'azione – hareket ordusu»
  4. ^ Erik J. Zürcher, Porta d'Oriente: Storia della Turchia dal Settecento a oggi, Donzelli Editore, 5 dicembre 2016, ISBN 978-88-6843-597-4. URL consultato il 27 luglio 2021.
  5. ^ Francesco Protonotari, Nuova antologia, Direzione della Nuova Antologia, 2009, p. 388. URL consultato il 27 luglio 2021.
  6. ^ Karl Süssheim, Barbara Flemming e Jan Schmidt, The Diary of Karl Süssheim (1878-1947): Orientalist Between Munich and Istanbul, 2002, ISBN 9783515075732.
  7. ^ (EN) Erol A. F. Baykal, The Ottoman Press (1908-1923) (XML), Leiden, The Netherlands, Brill, 2019, p. 1, DOI:10.1163/9789004394889_002, ISBN 978-90-04-39488-9.
  8. ^ Bedross Der Matossian, From Bloodless Revolution to Bloody Counterrevolution: The Adana Massacres of 1909 Adana Massacres of 1909, in Genocide Studies and Prevention, vol. 6, n. 2, agosto 2011, p. 153. URL consultato il 14 febbraio 2021.
  9. ^ Victor R. Swenson, The Military Rising in Istanbul 1909, in Journal of Contemporary History, vol. 5, n. 4, 1970, pp. 171–184, DOI:10.1177/002200947000500410, ISSN 0022-0094 (WC · ACNP).
  10. ^ Hareket Ordusu.
  11. ^ (EN) Feroz Ahmad e Bülent Şenses, Hareket Ordusu, in Encyclopaedia of Islam, THREE, 1º luglio 2017. URL consultato il 27 luglio 2021.
  12. ^ George Gawrych, The Crescent and the Eagle: Ottoman rule, Islam and the Albanians, 1874–1913, London, IB Tauris, 2006, pp. 167–168, ISBN 9781845112875.

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