Gran siniscalco del Regno di Sicilia e di Napoli

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Nel Regno di Sicilia la figura del gran siniscalco fu introdotta dal re Ruggero II: sottoposto al gran connestabile, era uno dei sette grandi ufficiali del Regno, e – per la precisione – il settimo ed ultimo, con il compito di amministrare le proprietà reali e provvedere al vitto del sovrano e della sua corte, preceduto dal gran cancelliere[1]. Si occupava anche di gestire le scuderie ed organizzare le battute di caccia del re, incarichi successivamente assegnati rispettivamente al cavallerizzo e al maestro di caccia[2]; dietro ordine del sovrano, poteva punire tutti i suoi familiari[3]. Quando si riuniva il parlamento reale il gran siniscalco sedeva ai piedi del sovrano e, come gli altri ufficiali, indossava un mantello color rosso porpora foderato di ermellino[1]. La carica sopravvisse in età angioina e aragonese[4]. Lo storico Giovanni Pontano definì il gran siniscalco "maestro di campo", mentre Scipione Ammirato "maggiordomo della Casa Reale" e "supremo ufficiale preposto alla tavola"[5]. Per stemma, oltre a quello della propria casata, aveva una coppa di leocorno[1]. La carica garantiva un'entrata fissa di 2 190 ducati[6].

Cronologia dei gran siniscalchi[modifica | modifica wikitesto]

Cronologia dei gran siniscalchi per anno o periodo di nomina[4]:

  • Riccardo d'Altavilla (1118-1125 circa);
  • Ugolino di Tocco (1195);
  • Goffredo di Sanguineto, conte di Corigliano (1269);
  • Giovanni d'Apia (1292);
  • Carlo della Leonessa (1302);
  • Goffredo di Milliaco (1303);
  • Ugone del Balzo, conte di Soleto (1307);
  • Leone Regio (con Roberto d'Angiò);
  • Roberto de Cabani, conte di Eboli (1345);
  • Niccolò Acciaiuoli, conte di Melfi (1348 e 1360);
  • Salvatore Zurolo, I conte di Sant'Angelo dei Lombardi e di Potenza, già milite regio al servizio di (Ladislao I di Napoli);
  • Cristoforo di Costanzo (1352);
  • Angelo Acciaiuoli, conte di Melfi (1366);
  • Marsilio da Carrara (1382);
  • Salvatore Capece Zurlo (con Ladislao d'Angiò-Durazzo ante 1404);
  • Gabriele Orsini, duca di Venosa (1409);
  • Artuso Pappacoda (1410);
  • Giovanni Scotto (illegittimo, creato da Luigi II d'Angiò-Valois nel 1415 circa);
  • Pietro d'Andrea, conte di Troia (1415 circa);
  • Sergianni Caracciolo, duca di Venosa (gennaio 1418);
  • Enrico d'Anna (1425);
  • Francesco d'Aquino, conte di Loreto (1438);
  • Francesco Capece Zurlo, conte di Nocera (1442);
  • Innico di Guevara, marchese del Vasto (1444);
  • Pietro di Guevara, marchese del Vasto (1470);
  • Stefano Bicesi, signore di Belcaires (1501);
  • Carlo di Guevara, conte di Potenza (1535);
  • Alfonso di Guevara, conte di Potenza (con Carlo V di Spagna);
  • Alfonso II di Guevara, conte di Potenza (con Filippo II di Spagna);
  • Innico I di Guevara, duca di Bovino (27 luglio 1584);
  • Giovanni II di Guevara, duca di Bovino (1602);
  • Carlo Antonio di Guevara, duca di Bovino (1631);
  • Giovanni III di Guevara, duca di Bovino (1674);
  • Carlo Antonio II di Guevara, duca di Bovino (1704);
  • Innico II di Guevara, duca di Bovino (1708);
  • Giovanni Maria di Guevara, duca di Bovino (1748);
  • Prospero di Guevara Suardo, duca di Bovino (1778);
  • Carlo di Guevara Suardo, duca di Bovino (1799).

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]