Giuseppe Passalacqua

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Giuseppe Luigi Passalacqua Marchese di Villalvernia
Il Maggior generale Giuseppe Luigi Passalacqua
NascitaTortona, 9 dicembre 1794
MorteNovara, 23 marzo 1849
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera della Francia Primo impero francese
Bandiera del Regno di Sardegna Regno di Sardegna
Forza armata Esercito del Regno d'Italia (1805-1814)
Armata Sarda
ArmaFanteria
GradoMaggior generale
GuerrePrima guerra di indipendenza italiana
BattaglieBattaglia di Santa Lucia
Battaglia di Novara
Comandante diBrigata fanteria "Casale"
Brigata fanteria "Piemonte"
dati tratti da Il generale Giuseppe Luigi Passalacqua, in Il Nastro Azzurro n.1, gennaio-febbraio 2011.
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Giuseppe Passalacqua, nome completo Giuseppe Luigi Passalacqua, marchese di Villalvernia (Tortona, 9 dicembre 1794Novara, 23 marzo 1849), è stato un generale italiano, primo militare ad essere decorato con la Medaglia d'oro al valor militare alla memoria durante le guerre risorgimentali.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Tortona il 9 dicembre 1794, figlio di Luigi Matteo Passalacqua, Marchese di Villalvernia,[1] e di Vittoria Garetti di Ferrero.[2] Dopo i primi studi di legge[2] intraprese la carriera militare sotto l'Impero napoleonico, che proseguì anche dopo il ritorno al potere dei Savoia.[3] Nel 1822 fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro[2], divenendo poi Primo Scudiero della Regina e Tenente Colonnello delle Guardie del Corpo di Sua Maestà Re Carlo Alberto.[2] Ricoprì a lungo l'incarico di consigliere comunale della sua città natale, anche se partecipava di rado alle sedute del consiglio[4], in quanto per il suo incarico, risiedeva a Torino.[2]

Nel 1848, allo scoppio della prima guerra di indipendenza, ricopriva il grado di Maggior generale.[5] Dopo l'occupazione della Lombardia rappresentò, come uomo di fiducia di Carlo Alberto, il Re presso il governo provvisorio di Milano dopo le cinque giornate[2], assumendo successivamente il comando della Brigata di fanteria "Casale"[2], che combatté a Goito e a Santa Lucia, nei pressi di Verona.[2]

Alla ripresa delle ostilità con l'Austria, nel marzo del 1849, comandava la Brigata "Piemonte"[6], che faceva parte della IV Divisione al comando del Duca di Genova, posizionata sul confine del Ticino.[2] Dopo alcuni combattimenti a Mortara ed a Vigevano, il 21 marzo si trovava alla Bicocca alle porte di Novara, in riserva alla III Divisione del generale Ettore Perrone di San Martino.[7] Il 23 marzo, durante la battaglia di Novara[5], un colpo di fucile, sparato dalla vicina cascina Galvagna, lo colpì mortalmente al fianco sinistro, mentre comandava personalmente il Reggimento fanteria nel tentativo di arrestare l'avanzata nemica.[2] Il re Carlo Alberto lo insignì inizialmente di Medaglia d'argento al valor militare[8], successivamente trasformata in Medaglia d'oro[9], la prima concessa nelle guerre risorgimentali.[5] La sua salma fu poi sepolta nella cappelletta[10] del Castello di Villalvernia dove ancora oggi si trova.[5] La città di Tortona ha ricordato il Generale Passalacqua intitolandogli la grande caserma di Corso Alessandria, così come la città di Novara che gli ha intitolato anch'essa una caserma.[8]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Per essersi distinto nel fatto d'armi di Novara.»
— Novara, 23 marzo 1849.
— [8]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Morto sul campo di battaglia alla testa della sua brigata.»
— Novara, 23 marzo 1849.
— [8]
Cavaliere dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gentiluomo di camera presso la corte dei Savoia, a sua volta figlio di Giuseppe Pietro Luigi Passalacqua, che era stato consigliere comunale di Tortona ed esperto agrario, ed a lui va il merito di aver introdotto nel Tortonese la coltura del gelso per l'allevamento del baco da seta.
  2. ^ a b c d e f g h i j Il Nastro Azzurro n.1, gennaio-febbraio 2011, p. 20.
  3. ^ Al loro ritorno i Savoia privilegiarono gli appartenenti all'antica nobiltà piemontese, e il casato dei Passalacqua risultava presente a Tortona fin dal 1200, ad a esso appartennero notai, uomini d'armi, di Chiesa, e pubblici amministratori.
  4. ^ Nel 1844 venne richiesto il suo intervento presso il competente ministero affinché a Tortona fosse posizionato il bivio per Torino e per la Lombardia della ferrovia in progetto da Genova.
  5. ^ a b c d Il Nastro Azzurro n.4, luglio-agosto 2010, p. 41.
  6. ^ Aveva assunto il comando della Brigata "Piemonte" nel novembre 1848.
  7. ^ Passalaqua, come molti appartenenti alle famiglie nobiliari piemontesi, non voleva la guerra con l'Austria, ma durante un incontro con i propri ufficiali avvenuto la mattina del 23 marzo disse: Non sono democratico come vengono celebrati altri generali, ma essi vedranno che so fare il mio dovere.
  8. ^ a b c d Il Nastro Azzurro n.1, gennaio-febbraio 2011, p. 21.
  9. ^ Tale onorificenza fu poi donata all'Istituto d'Istruzione, Antichità e Storia, passando poi di proprietà del comune di Tortona, in cui ancora oggi viene conservata.
  10. ^ Dopo anni di totale abbandono, nel 1989 la cappelletta è stata restaurata a cura del Comitato Permanente Superstiti del 38º Reggimento fanteria della Divisione "Ravenna", e divenne il Sacrario dei caduti e dei dispersi del 38º Reggimento in Russia nel corso della Seconda guerra mondiale, ma anche sacrario dedicato ai Caduti della provincia decorati al Valor militare.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Felice Capello, Villalvernia. Storia, documenti, notizie, Chieri, Astesano, 1967.
  • Franco Guerra, Le immagini storiche della battaglia di Novara del 23 marzo 1849, Novara, Interlinea srl, 1999.
  • Gian Carlo Vaccari, Storia di Villalvernia, Ovada, 2018.

Periodici[modifica | modifica wikitesto]

  • Cronache dalle Federazioni, in Il Nastro Azzurro, n. 4, Roma, Istituto del Nastro Azzurro, luglio-agosto 2010, p. 41.
  • Il Generale Giuseppe Luigi Passalacqua, in Il Nastro Azzurro, n. 1, Roma, Istituto del Nastro Azzurro, gennaio-febbraio 2011, pp. 20-21.

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