Giuseppe (Tobiade)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Giuseppe in latino Iosephus, in greco antico: Ἰώσηπος , in ebraico יוֹסֵף? (Ficola, III secolo a.C.Gerusalemme, 198 a.C.) è stato un nobile ebreo antico appartenente alla famiglia dei Tobiadi signori della Ammonitide, sostenitore della Dinastia tolemaica, per conto della quale fu esattore delle tasse per la Siria e la Fenicia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La biografia di Giuseppe è nota soprattutto attraverso il libro XII delle Antichità giudaiche di Flavio Giuseppe [1]. Giuseppe era figlio di Tobia e della sorella del sommo sacerdote Onia II[2]. Quando Onia II non versò il tributo di venti talenti di argento al sovrano egizio (probabilmente Tolomeo III Evergete[3]), costui inviò a Gerusalemme un'ambasceria, guidata da Atenione, richiedendo il tributo e minacciando l'esproprio delle terre dei Giudei in caso di inadempienza[4]. Poiché Onia II non intendeva pagare, Giuseppe, il quale «ancora giovane per età, ma di grande reputazione per la sua dignità e preveggenza, godeva tra gli abitanti di Gerusalemme di considerazione»[2], chiese a Onia il permesso di recarsi in Egitto in qualità di ambasciatore[5].

Recatosi ad Alessandria, grazie a un prestito concessogli da finanziatori samaritani, Giuseppe seppe conquistare la benevolenza e del sovrano egizio; ottenne dal sovrano la carica di "capo del popolo", che era così separata dalla dignità sommo sacerdotale[3] e vinse inoltre la gara per l'appalto dei diritti di riscossione delle tasse in Celesiria, Fenicia, Giudea e Samaria[6]. Tolomeo gli diede una forza di duemila soldati e Giuseppe non si ebbe scrupoli nell'usare la massima severità nella riscossione delle tasse; per esempio, ad Ascalona e a Scitopoli, città che avevano rifiutato di versargli i tributi, mise a morte gli uomini più importanti e confiscò le loro proprietà [7].

Nei ventidue anni che mantenne l'incarico Giuseppe accumulò grandi ricchezze; in quel periodo «da una sola moglie, diventò padre di sette figli, ed ebbe ancora un figlio, al quale diede nome Ircano dalla figlia di suo fratello Solimio»[8]. Dopo la morte di Giuseppe, sorsero dei dissidi fra i suoi figli: mentre Ircano rimase fedele alla dinastia tolemaica, la maggior parte dei suoi fratellastri prese le parti dei nuovi signori seleucidi[3][9].

Albero genealogico degli Oniadi e dei Tobiadi[modifica | modifica wikitesto]

Jaddo
Onia I
Manasse
Simone I
Eleazaro
Onia II
figlia
Tobia
sconosciuta
Simone II
Solimio
Onia III
Giasone
Menelao
Giuseppe
figlia
Onia IV
Ircano
Chelkia
Anania

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ant., XII, 160-224.
  2. ^ a b Ant., XII, 160.
  3. ^ a b c A. Momigliano, Enciclopedia Treccani, 1937.
  4. ^ Ant., XII, 158-159.
  5. ^ Ant., XII, 163.
  6. ^ Ant., XII, 175-178.
  7. ^ Ant., XII, 181-182.
  8. ^ Ant., XII, 186.
  9. ^ Ant., XII, 228-229.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]