Gian Francesco Baroncelli

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Gian Francesco Baroncelli (circa 1640 – circa 1699) è stato un architetto italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le notizie biografiche su Baroncelli sono piuttosto scarse.[1]

Baroncelli fu attivo in Piemonte fra il 1672 e il 1694.[1]

Indubbiamente la sua formazione artistica ed architettonica ricevettero l'influenza e gli insegnamenti del Guarino Guarini e di Amedeo di Castellamonte; per quest'ultimo disegnò numerose tavole del volume sulla Venaria Reale, incise dal Tasnière (1674).[1]

Inoltre prese il posto del maestro, morto nel 1683, nella direzione dei lavori per l'ospedale di San Giovanni a Torino, iniziato nel 1680 e ultimato, sotto la sua guida, nel 1689.[1]

Fu anche collaboratore di Guarino Guarini in palazzo Carignano, i cui lavori, iniziati nel 1679, si conclusero nel 1685.[2]

Dal 28 maggio 1684 Baroncelli ereditò dal Guarini, morto nel 1683, il titolo di ingegnere del principe di Carignano.[1] Ricoprì pure la carica di ingegnere ducale.[2]

Oltre al suo impegno per la realizzazione di queste opere in collaborazione, eseguì anche un buon numero di lavori autonomi, anche se la documentazione non è sempre sicura.[2]

Tra le attribuzioni vi sono il palazzo Graneri a Torino (poi Circolo degli artisti), fatto costruire nel 1682 dall'abate Marco Antonio Graneri della Roccia.[1] In quest'opera, come in tutte le altre, si evidenziarono influssi ed elementi stilistici guariniani e castellamontiani.[1]

Gli è stata attribuita la parte centrale (1692) del palazzo Provana di Druent (poi Barolo), già parzialmente costruito da altri architetti; l'opera del Baroncelli si caratterizzò per il pregevole atrio e il maestoso scalone, impreziosito di soluzioni scenografiche.[2][3][4]

Baroncelli viene menzionato anche per il santuario della Beata Maria Vergine del Pilone a Moretta (1684), nel quale si affrancò dagli influssi soliti, per ricollegarsi ad una iconografia tradizionale.[1]

Morì nel 1694: è da ricordare tra gli architetti che hanno seguito le significative lezioni del tardo Castellamonte e del Guarini.[2]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Ospedale di San Giovanni a Torino (1680-1689);
  • Palazzo Carignano a Torino (1679-1685);
  • Palazzo Graneri a Torino (1682);
  • Palazzo Barolo (1692);
  • Santuario della Beata Maria Vergine del Pilone a Moretta (1684).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Baroncelli, Gian Francesco, in le muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 82.
  2. ^ a b c d e Nino Carboneri, Baroncelli, Gian Francesco, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 6, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1964. URL consultato il 12 maggio 2019.
  3. ^ Palazzo Barolo, su operabarolo.it. URL consultato il 12 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2019).
  4. ^ Palazzo Barolo, su museotorino.it. URL consultato il 12 maggio 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • C. Boggio, Lo sviluppo edilizio di Torino dall'Assedio del 1706 alla Rivoluzione Francese, Torino, 1909.
  • G. Chevalley, Il palazzo Carignano a Torino, in Bollettino della Società piemontese di archeologia e belle arti, V, 1921, pp. 10-13.
  • L. Cibrario, Storia di Torino, II, Torino, 1846.
  • O. Derossi, Nuova guida per la Città di Torino, Torino, 1781.
  • G. Fenoglio, Il palazzo dei marchesi di Barolo, in Torino, VIII, n. 3, 1928, p. 104.
  • C. Gelati, Palazzo Graneri, Torino.
  • L. Mallè, Le arti figurative in Piemonte, Torino, 1962.
  • E. Provana di Collegno, Palazzo Barolo, Torino.
  • S. Solero, Storia dell'ospedale maggiore di San Giovanni Battista, Torino, 1959.

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