Ente nazionale per la cellulosa e la carta

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Ente nazionale per la cellulosa e la carta
StatoBandiera dell'Italia Italia
TipoEnte pubblico economico
Istituito13 giugno 1935
daBenito Mussolini
Soppresso29 agosto 1994 (liquidazione)
21 giugno 1995 (soppressione)
daSilvio Berlusconi
SedeViale Regina Margherita, 262, Roma

L'Ente nazionale per la cellulosa e la carta (in acronimo ENCC) è stato un ente pubblico economico italiano che si occupava di promuovere e sviluppare la fabbricazione della cellulosa e la produzione di carta in Italia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'ente fu istituito su iniziativa di Benito Mussolini con la legge 13 giugno 1935, n. 1453, includendo tutte le aziende produttrici di cellulosa e di carta oltre che tutte le aziende consumatrici di cellulosa sul territorio italiano.

Con decreto-legge 27 agosto 1994, n. 513 è stata disposta la liquidazione dell'ente e delle società da esso controllate sotto l'egida dell'Ispettorato generale per la liquidazione degli enti disciolti (IGED), a sua volta soppresso nel 2006 e trasferito all'Ispettorato generale di finanza. Per accelerare la liquidazione dell'ente è stato emanato anche il decreto-legge 21 giugno 1995, n. 240, che ne dispose la soppressione con conseguente liquidazione dello stesso e delle società ad esso collegate, inclusa SAF S.p.A., già sottoposta alla procedura di liquidazione coatta amministrativa. Gran parte dei beni dell'ente, soprattutto le aziende agricole e forestali, sono stati devoluti a titolo gratuito tra il 2001 e il 2003 a regioni e provincie di appartenenza.

A partire dal 2007, su impulso dell'ultimo direttore dell'ente Paolo Ponticelli, l'intero archivio dell'ENCC è stato depositato presso l'Archivio di Stato di Grosseto.[1]

L'ente risultava ancora esistente almeno fino al 2008.[2]

Attività[modifica | modifica wikitesto]

Aziende agricole e forestali controllate[modifica | modifica wikitesto]

L'ENCC, anche attraverso la Società Agricola e Forestale per le Piante da Cellulosa e da Carta (SAF S.p.A.), controllava diverse aziende agrarie e forestali vivaistiche italiane:

Centri di ricerca scientifica[modifica | modifica wikitesto]

Istituto di sperimentazione per la pioppicoltura[modifica | modifica wikitesto]

L'Istituto di sperimentazione per la pioppicoltura (ISP) è stato istituito il 1º ottobre 1939 su terreni della società Cartiere Burgo a Casale Monferrato. Nel 1952 è entrato a far parte dell'ENCC, venendo poi ceduto nel 1999 alla Società Agricola e Forestale per le Piante da Cellulosa e da Carta (SAF) e poi nel 2001 al Ministero per le politiche agricole e forestali, che nel 2004 lo ha fatto confluire nel Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA).[13]

Centro di sperimentazione agricola e forestale[modifica | modifica wikitesto]

Il Centro di sperimentazione agricola e forestale (CSAF) è stato istituito nel 1953 a Roma, in zona Casalotti, adiacente ai terreni di proprietà dell'azienda Ovile su un'area complessiva di circa 90 ettari. Il CSAF era dotato di un vasto complesso di laboratori e serre dedicati a diverse discipline: ecologia, biologia, genetica delle colture, microbiologia, patologia vegetale, entomologia e tecnologia del legno. Nel 1979 l'ente cedette la gestione del centro alla controllata Società Agricola e Forestale per le Piante da Cellulosa e da Carta (SAF) ma dopo la liquidazione del gruppo ENCC iniziata nel 1994, il CSAF è passato in comodato al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e poi all'Istituto centrale per la ricerca sul mare (ICRAM), vigilato dallo stesso dicastero, nel 1997. Nel 2006 l'intera area composta da CSAF e azienda Ovile è stata ricompresa nel Monumento naturale Parco della Cellulosa su iniziativa della Giunta regionale del Lazio, venendo affidata all'ente RomaNatura.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fondo Ente nazionale per la cellulosa e per la carta - ENCC, su sias.archivi.beniculturali.it, Istituto centrale per gli archivi. URL consultato il 7 maggio 2024.
  2. ^ Emanuele Fontana, Sprechi di Stato, ecco l'ente più inutile, in il Giornale, 28 aprile 2008. URL consultato il 7 maggio 2024.
  3. ^ Decreto 6 febbraio 2003 del Ministero dell'economia e delle finanze, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 7 maggio 2024.
  4. ^ Vivaio produttivo di Campulongu, su sardegnaforeste.it, Agenzia Forestale Regionale per lo Sviluppo del Territorio e dell'Ambiente della Sardegna. URL consultato il 7 maggio 2024.
  5. ^ Decreto 9 aprile 2001 del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 7 maggio 2024.
  6. ^ Centro di Ricerca e Servizi Avanzati per l'Innovazione Rurale, su crisea.it. URL consultato il 7 maggio 2024.
  7. ^ Decreto 23 aprile 2001 del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 7 maggio 2024.
  8. ^ Decreto 23 aprile 2001 del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 7 maggio 2024.
  9. ^ Azienda regionale IMPROSTA, su craa.it, Centro per la ricerca applicata in agricoltura - Azienda Regionale Improsta. URL consultato il 7 maggio 2024.
  10. ^ Complesso forestale regionale di Rincine, su uc-valdarnoevaldisieve.fi.it, Unione di comuni Valdarno e Valdisieve. URL consultato il 7 maggio 2024.
  11. ^ Decreto 18 aprile 2001 del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 7 maggio 2024.
  12. ^ Decreto 14 maggio 2001 del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, su gazzettaufficiale.it. URL consultato il 7 maggio 2024.
  13. ^ Sedi, su crea.gov.it, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. URL consultato il 7 maggio 2024.
  14. ^ Parco della Cellulosa tra Storia e Cultura, su romanatura.roma.it, RomaNatura. URL consultato il 7 maggio 2024.