Edgar Laplante

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Edgar Laplante impersona il capo indiano Cervo Bianco nel 1921.

Edgar Laplante, noto come Chief White Elk e in Italia come Capo Cervo Bianco (Pawtucket, 16 marzo 1888[1][2]Phoenix, 23 gennaio 1944[3]), è stato un truffatore statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Edgar Laplante nacque nel 1888 a Pawtucket,[1][4] nel Rhode Island, o forse nella limitrofa Central Falls,[5] dove crebbe.

Iniziò a compiere piccole truffe negli Stati Uniti impersonando personaggi nativi americani e vendendo farmaci miracolosi.[6] Nel 1917, si finse il maratoneta Tom Longboat a San Jose, in California, e di seguito a San Diego, riuscendo a entrare in contatto con diverse personalità locali. Impersonando un eroe statunitense e capo indiano di origini Cherokee, nel 1918 sposò Burtha Thompson in una cerimonia che ebbe risalto nei giornali dello Utah e dell'Oregon.[5] Ingaggiato per impersonare un indiano nella tournée promozionale del film I pionieri, giunse in Europa.[6] In Inghilterra, cercò di essere ammesso alla corte del monarca britannico per perorare la causa dei diritti dei nativi americani.[5] Scoperto, fuggì in Francia. A Nizza fece conoscenza della contessa Kevenhuller e di sua figlia, che lo sovvenzionarono e lo portarono in Italia,[6] dove, nel giugno del 1924, fingendosi il capo Cervo Bianco, fu accolto con tutti gli onori dal governo fascista, riuscendo a incontrare Benito Mussolini ma non il papa Pio XI. Alla fine aveva sottratto alle due donne più di un milione di lire.[1]

Una volta scoperto fuggì in Svizzera dove fu raggiunto però da un mandato di cattura emesso dall'Italia e infine imprigionato; ricondotto in Italia, fu processato a Torino e condannato nel 1926 a cinque anni, sette mesi e quindici giorni di reclusione.[1] Graziato nel 1932,[1] tornò negli Stati Uniti. Morì nel 1944 di attacco cardiaco[3][5].

Nella letteratura e nel cinema[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e G. Di Pietro, pp. 80-81, 2016.
  2. ^ S. Panizza, pp. 211-213, 2018.
  3. ^ a b P. Willetts, p. 403, 2018.
  4. ^ Capo Cervo bianco, Castello di Sammezzano (FI), 1924, su museolombroso.unito.it, Musei Universitari, Università degli Studi di Torino. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  5. ^ a b c d (EN) Larry Getlen, ‘Indian chief’ con man wasn’t even Native American, in New York Post, 18 agosto 2018. URL consultato il 22 gennaio 2023.
  6. ^ a b c Paola Dassori, La grande bufala del Gran Capo Cervo bianco, su cicap.org, 30 marzo 2017. URL consultato il 23 gennaio 2023.
  7. ^ "Il Secolo XIX", 3 aprile 2023, pagina 27.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN70747715 · ISNI (EN0000 0000 7871 6085 · LCCN (ENn2002029467 · GND (DE129806048 · WorldCat Identities (ENlccn-n2002029467