Distretto di Bari

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Distretto di Bari
Informazioni generali
CapoluogoBari
Dipendente da Terra di Bari
Suddiviso in19 Circondari
32 comuni
1 villaggio
Amministrazione
Organi deliberativiIntendente[1]
Consiglio distrettuale
Evoluzione storica
Inizio1806
CausaL. 132 del 1806 del Regno di Napoli
Fine1860
CausaOccupazione garibaldina, annessione al Regno di Sardegna e proclamazione del Regno d'Italia
Preceduto da Succeduto da
Circondario di Bari delle Puglie
Cartografia

Il distretto di Bari fu una circoscrizione amministrativa di secondo livello del Regno di Napoli e, quindi, del Regno delle Due Sicilie. Il distretto, subordinato alla provincia di Terra di Bari, era costituito da 32 comuni e un unito[2].

Istituzione e soppressione[modifica | modifica wikitesto]

Fu costituito nel con la legge 132 del 1806 Sulla divisione ed amministrazione delle province del Regno, varata l'8 agosto di quell'anno da Giuseppe Bonaparte. Dopo l'occupazione garibaldina e l'annessione al Regno di Sardegna, del 1860, e con la proclamazione del Regno d'Italia, del 1861, l'ente fu soppresso. Con l'estensione al neonato Stato unitario delle disposizioni contenute dal decreto Rattazzi, esso fu prontamente ricostituito con il nome di circondario di Bari delle Puglie.

Suddivisione in circondari[modifica | modifica wikitesto]

Il distretto di Bari, come gli altri distretti del regno, era suddiviso in successivi livelli amministrativi gerarchicamente dipendenti dal precedente. Al livello immediatamente subordinato, infatti, vi erano i circondari, che, a loro volta, erano costituiti da comuni[3].

Le funzioni dei circondari riguardavano esclusivamente l'amministrazione della giustizia. Tali circoscrizioni, che costituivano il terzo livello amministrativo dello stato, delimitavano un ambito territoriale che abbracciava, generalmente, uno o più comuni, tra i quali veniva individuato un capoluogo[3]. In particolare, il distretto di Bari era suddiviso in 19 circondari:[4].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Nei distretti dei capoluoghi di provincia non era prevista la figura del sottintendente ma le funzioni erano assegnate all'intendente della provincia
  2. ^ Per riunito o unito è da intendersi un centro privo di autorità municipale, amministrativamente aggregato a un comune. Tali centri senza autonomia amministrativa erano detti, generalmente, "villaggi" o, in alcune province, "borghi"; in Calabria citeriore, invece, erano detti "rioni", in Abruzzo "ville", nella Provincia di Napoli e nel Principato citeriore "casali". Gabriello De Sanctis (1840), I sezione, p. 29
  3. ^ a b Achille Moltedo, p. x.
  4. ^ Gabriello De Sanctis (1854), p. 6.
  5. ^ a b c Con Regio decreto n. 384 del 16 febbraio 1928, i comuni di Carbonara e Ceglie furono aggregati alla città di Bari, divenendone quartieri. Parimenti, il Regio decreto n. 2133 del 6 settembre dello stesso anno scorporava da Modugno il borgo di Palese, stabilendo che anch'esso divenisse un quartiere della città di Bari. Enrica Di Ciommo, Bari, 1806-1940: Evoluzione del territorio e sviluppo urbanistico, Milano, FrancoAngeli, 1984, p. 479, ISBN 978-88-204-5336-7.
  6. ^ a b Il 14 ottobre 1927, per effetto del Regio decreto n. 1903 del 29 settembre di quell'anno, il comune di Canneto (divenuto, nei mesi successivi alla proclamazione del Regno d'Italia, Canneto di Bari) e il comune di Montrone furono fusi nel nuovo comune di Adelfia. Storia del Comune di Adelfia, su comuniecitta.it. URL consultato il 7 gennaio 2013.
  7. ^ Il toponimo, spesso riportato come San Michele o Sanmichele, diviene, dopo il 1861, Sammichele, e, dopo il 1863, in virtù del Regio decreto n. 1196 del 4 gennaio di quell'anno, viene fissato in Sammichele di Bari. Storia del Comune di Sammichele di Bari, su comuniecitta.it. URL consultato il 7 gennaio 2013.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]