Discussione:Vescovi della diocesi di Caserta

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In data 4 maggio 2009 la voce Vescovi della diocesi di Caserta è stata mantenuta, nell'ambito di una procedura di cancellazione, in seguito a voto della comunità con risultato 14 a 14.
Consulta la pagina della votazione per eventuali pareri e suggerimenti.

Da unire e cancellare[modifica wikitesto]

Una sottopagina per la cronotassi è contraria alle linee guida di Progetto:Diocesi. Inoltre già nel titolo è presente un errore marchiano: il vescovo non è "vescovo della diocesi di Caserta", ma "vescovo di Caserta". Voce da unire a diocesi di Caserta, alla quale non può essere sottratta la cronotassi. AVEMVNDI (DIC) 07:31, 27 mar 2009 (CET)[rispondi]

Quoto in toto Avemundi. --Medan (msg) 08:10, 27 mar 2009 (CET)[rispondi]
Il Progetto diocesi impone che non si possono creare sottopagine? Per caso ha deciso di usare anche un'altra licenza?
Il titolo della voce non è voluto da me. Uno dei testi che uso, edito dalla diocesi di Caserta, è intitolato: Storia dei vescovi della diocesi di Caserta. È edito da un canonico. -- Ilario^_^ - msg 23:28, 28 apr 2009 (CEST)[rispondi]

Mancanza di fonti[modifica wikitesto]

Questa pagina e le correzioni alla cronotassi "ufficiale" (quella ricavata dalle fonti citate alla voce principale) mancano di fonti. Da quello che leggo in questa pagina le correzioni principali riguarderebbero alcune ipotesi su antichi vescovi e non mi sembra che un'enciclopedia sia lo spazio adatto per raccogliere diverse ipotesi storiche su una cronotassi. A mio modesto avviso una cronotassi condivisa tra fonti citate è sufficiente. Il che non significa che non possano essere apportare modifiche qualora si dimostri che nominativi e date sono errati. Sarebbe anche stupido pretendere di conoscere con esattezza la grafia corretta di un nome di un vescovo del XII secolo, è chiaro che si tratta sempre di "approssimazioni" o "compromessi" tra grafie diverse di documenti a volte poco leggibili. Non ho nessuna volontà di imporre la cosiddetta "versione ufficiale", ma se vengono proposte delle correzioni, vorrei almeno conoscerne ragioni e motivazioni.  AVEMVNDI (DIC) 19:18, 29 mar 2009 (CEST)[rispondi]

Si tratta di un lavoro pienissimo di fonti, basta leggere le voci dei singoli vescovi per conoscere motivazioni. Al contrario, tu hai sostenuto che le tue fonti non sono corrette... vuoi che ti citi le fonti? Benissimo, lo sto facenso, apri le orecchie. -- Ilario^_^ - msg 16:25, 25 apr 2009 (CEST)[rispondi]

Le fonti utilizzate[modifica wikitesto]

Ferdinando Ughelli, Italia Sacra[modifica wikitesto]

È la summa per ogni studio sulle diocesi italiane, lo stesso Cappelletti e lo stesso Gams attingevano da questa fonte. Tuttavia è stata scritta nel 1642-1648 e, nonostante la sistemazione fatta dal Coleti nel 1717, ha diverse inesattezze. Tuttavia è un buon punto di partenza.

C.Esperti, Memorie Istoriche della città di Caserta, Napoli 1773[modifica wikitesto]

Si tratta di un lavoro di un sacerdote casertano del XVIII secolo. Esistono anche le "Memorie ecclesiastiche" edite qualche anno dopo. Si possono ritrovare facilmente anche ristampate da Forni editore. Costituiscono una base per gli studi su Caserta perché riportano documenti ma anche epigrafi non più consultabili. In genere è un lavoro scientifico svolto con criterio nonostante l'età in cui è stato scritto e la metodologia non sempre precisa.

G.De' Sivo, Storia di Galazia Campana e di Maddaloni, Napoli 1860-1865[modifica wikitesto]

È un'opera di uno storico locale ma preziosa per alcune fonti archivistiche riportate. Tuttavia nell'ultimo periodo è stata sottoposta a una forte critica perché non sembra affidabile.

T.Laudando, Storia dei Vescovi della Diocesi di Caserta[modifica wikitesto]

Si tratta di una ricerca storica sui vescovi di Caserta purtroppo interrotta con la biografia del vescovo Diodato Gentile a causa della morte dell'autore. Laudando era canonico della cattedrale di Caserta ma soprattutto "archivista" diocesano. Usava come base l'Ughelli a cui aggiungeva note critiche e correzioni. La sua ricerca venne pubblicata a puntate nel Bollettino diocesano dal marzo 1923 al marzo 1931. Resta un buon punto di riferimento anche perché Laudando poteva attingere a fonti archivistiche diocesane andate in parte perdute. Purtroppo nella sua opera si prefiggeva di pubblicare in appendice i documenti archivistici ma la sua morte è sopraggiunta a metà dell'opera. Personalmente ho cercato di rintracciare queste fonti archivistiche e almeno i suoi manoscritti. Confermo personalmente che molto probabilmente è andato tutto bruciato dai fattori che gestivano la sua dimora. La sua storia dei vescovi è stata raccolta in un unico volume pubblicato nel 1996 a cura della Biblioteca del Seminario Vescovile di Caserta in quanto il Bollettino diocesano non è di facile reperibilità (si può consultare solo presso la Biblioteca comunale di Caserta, presso la Biblioteca del Seminario Vescovile di Caserta o presso altre biblioteche private).

Diocesi di Caserta, Cronologia dei vescovi casertani, Società di Storia Patria di Terra di Lavoro, 1984[modifica wikitesto]

Questa opera è stata voluta da Mons.Vito Roberti nel 1984 e scritta in collaborazione con la Società di Storia Patria di Terra di Lavoro. Usa come base l'opera di Laudando ma la arricchisce di diversi documenti, tuttavia pecca enormemente perché non riporta note per cui non può essere considerata un'opera scientifica. Richiede una lettura critica e una ricostruzione sulle fonti. Tuttavia è la fonte più aggiornata sui vescovi diocesani e comunque fonte ufficiale della diocesi.

G.Tescione, Caserta Medievale e i suoi conti e signori, 3a ed., Caserta 1990[modifica wikitesto]

Si tratta dell'opera di Tescione, una pietra miliare nella storia civica della città ma ricchissima anche di riferimenti ecclesiastici. Riconosciuta unanimanente come un'opera scientifica di grande valore in quanto riporta fonti, documenti, riferimenti archivistici molto ricchi e verificati personalmente dall'autore (conosciuto personalmente e posso confermare quanto detto). L'opera principale era stata scritta negli anni 70, ma durante la sua vita Tescione la ha arricchita lavorandoci di continuo.

Altre fonti minori[modifica wikitesto]

Ci sono poi altre fonti minori non per importanza ma perché focalizzate solo su alcuni aspetti. Ad esempio la guida di padre Teofilo Napoletano sul borgo di Casertavecchia. Voleva essere una guida e invece un'ottima opera che riporta fonti e epigrafi di notevole importanza. C'è poi l'opera di Gian Paolo Spinelli, direttore della Biblioteca Comunale, su La Bolla di Senne, pubblicata nel 1996, che ha messo a confronto le diverse fonti ed ha fatto uno studio comparativo. Lo studio di Tescione sul Privilegio di Alessandro III per la chiesa casertana e altre opere monografiche tra cui lo studio del prof.Giuseppe Guadagno, docente di storia antica all'Università di Salerno, sulla storia di Calatia.

Queste sono le fonti che ho ora sotto mano, ne ho ancora alcune ma devono essere ancora pienamente "utilizzate", come ad esempio le fotocopie in mio possesso delle Visite ad sacra limina (una sorta di relazione fatta periodicamente dal vescovo alla Santa Sede a partire dal Concilio di Trento) i cui originali sono custoditi all'Archivum Secretum Vaticanum (ne ho usate solo alcune), ma anche opere monografiche su alcune chiese casertane. -- Ilario^_^ - msg 11:39, 26 apr 2009 (CEST)[rispondi]