Discussione:Psicoterapia cognitiva post-razionalista

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"Essa corrisponde alla spiegazione che il soggetto si dà circa il perché è accaduta, si è fatta o si è detta qualche cosa, spiegazione che tuttavia non è esente da pattern di autoinganno che hanno lo scopo di mantenere accettabile il livello di autostima del soggetto e la coerenza con il proprio senso di sé".

Interessante: é proprio un modo per manipolare le persone ! Ovvio che il livello di sincerità con sé stessi é sempre basso e con quali rappresentazioni di sé va sostituito lo decide il terapeuta. Gli psicanalisti avevano le pulsioni rimosse e i contenuti rimossi e questi hanno la dissonanza cognitiva. Sempre di imbottire i cervelli si tratta... Perché non riportare anche le critiche ?


In teoria ciò non è completamente vero, almeno stando a quello che dice Guidano nei suoi due libri "La complessità del sé" e "Il sé nel suo divenire". Compito del terapeuta, infatti, dovrebbe essere quello di mettere il paziente davanti a dati discrepanti con la sua abituale modalità di ordinare l'esperienza, dati che - in sostanza - sfuggono alla sua percezione. Ciò dovrebbe innescare un processo di riorganizzazione dell'esperienza immediata (Io) e, conseguentemente, del modo di spiegarsi quest'esperienza (Me), un processo che - sempre in teoria - dovrebbe essere attuato dal paziente stesso. Ovviamente il terapeuta favorirà una riorganizzazione positiva, che porti ad una guarigione del paziente. Che ci sia un certo grado di "manipolazione" è quindi inevitabile (poichè questa fa praticamente parte di ogni rapporto emotivamente significativo che l'individuo sperimenta nel corso della vita, all'interno del quale egli sviluppa modi di esperire sé e il mondo), tuttavia dovrebbe essere una manipolazione minima e strettamente utile ad "innescare" un processo che il paziente è poi chiamato a sviluppare - autonomamente - nella sua prassi del vivere.

L'assunto epistemologico di base, secondo cui non esistono nè una realtà univoca e oggettiva, nè un modo "giusto" di condurre l'esistenza, dovrebbe chiarire come l'intervento psicoterapeutico post-razionalista non si prefigga di pilotare la percezione dell'esperienza che il paziente fa e il suo modo di narrarsela coerentemente con il proprio senso di sé. Poi, ovviamente, sta alla deontologia professionale e alla correttezza morale del singolo terapeuta, limitare il suo intervento ai settori critici (a quelli, cioè, che generano sofferenza nel paziente) e - all'interno di questi - innescare riorganizzazioni per quel minimo indispensabile che basta alla guarigione. --Patagarraiu (msg) 12:28, 24 ott 2010 (CEST)[rispondi]

organizzazione di significato personale.[modifica wikitesto]

Perché c'è stato il cambio di definizione per OSP DAP? È vero che ci sono alcuni nel mondo postrazionalista che parlano di ridefinire i nomi delle quattro OSP di cui parla Guidano, ma questo non è stato ancora né discusso ufficialmente, né tantomeno deciso in maniera univoca. Al di là di u eventuale dibattito pro o contro tali cambiamenti, se si è mantenuto per le altre tre il nome originario - fobico, ossessivo e depressivo - anche per l'OSP DAP si dovrebbe mantenere il nome che Guidano le diede.