Discussione:Morto da Feltre

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

L'importanza di questo pittore è , secondo lo storico dell'Arte Giorgio Vasari, quella di aver fatto rinascere la pittura romana classica.Mentre l'architettura e la scultura erano già state riprese nel'400 poichè il loro supporto materiale è la quasi indistruttibile pietra, la pittura era svanita da secoli sotto l'azione delle pioggie, del sole e del tempo. Mantegna pur di "nobilitare" i propri lavori con un tocco di classicità romana copiò i motivi dedorativi dei bassorilievi dei sarcofagi e altari romani e li trasformò nelle sue famose "grisailles" cioè in dipinti a monocromo nei toni del grigio , quelli appunto della pietra scolpita.Ma non vide mai nessun dipinto romano classico, potè solo immaginarlo. Morto mentre lavorava a Roma nella bottega del Pintoricchio, sentì parlare di buchi nel terreno dai quali si poteva accedere alle "grotte" sotterranee ove si vedevano pitture dette dal popolino "grottesche" proprio per il luogo in cui si trovavano. Vi si calò , forse aiutato dal fatto di esser un "montanaro"di Feltre, e iniziò a rifare quella pittura fatta di colori chiari e scuri accostati , stesi con fluidità e naturalezza come nell'ottocentesca pittura impressionista che era di là da venire. Erano gli affreschi di Fabullo nella Domus Aurea neroniana, ma questo si sarebbe capito dopo... Morto lavorò poi con Giorgione e Tiziano a Venezia nel Fondaco dei Tedeschi e proprio da quella data , il 1507, inizia il cosidetto "colorismo " veneto e l'arte "non finita " di Tiziano Vecellio. In realtà. grazie al Morto, la pittura Veneta è pittura Romana. Impulso alla riscoperta di tale pittore è venuto dal casuale ritrovamento proprio a Feltre, la sua patria ,di un ciclo pittorico risalente ai primi due decenni del'500 in casa dè Mezzan a Feltre. Vi compare Venere, Ercole, Giove , Urano, Apollo...una serie di personaggi mitici che raccontano una storia fantastica di fondazione e rifondazione della città di Feltre a ridosso della sua quasi totale distruzione durante la guerra Cambraica.Lo stile è quello della pittura romana classica che lascia alle immagini la vitalità del respiro. giuditta guiotto

Grazie del contributo: ho oscurato il tuo numero di tel, che non serve a nessuno :) Puoi citare una fonte per questo materiale? --LaPizia 10:38, 6 giu 2008 (CEST)[rispondi]

"Morto lavorò poi con Giorgione e Tiziano a Venezia nel Fondaco dei Tedeschi e proprio da quella data , il 1507, inizia il cosidetto "colorismo " veneto e l'arte "non finita " di Tiziano Vecellio. In realtà. grazie al Morto, la pittura Veneta è pittura Romana" Questa parte è per lo meno discutibile, o comunque adrebbe chiarita. Da quel che si evince dal Vasari, il Morto aiutò Giorgione ad affrescare la facciata del palazzo verso il Canal Grande e parla di decorazioni ("facendo gli ornamenti di quella opera") da qui ad influenzare Tiziano ce ne vuole. Comunque il tema è interessante, grazie. --CETRI LENTO (msg) 02:11, 10 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Mi sono basato sul testo del Vasari, su alcune notizie trovate in internet (di gran rilievo lo scritto di Sergio Claut) e su notizie tratte dal testo inglese e dall'enciclopedia Garzantina (che sbaglia la data di nascita). La voce secondo me è attualmente resa più enciclopedica ma suscettibile di nuove modifiche. Aggiungerei in seguito un elenco delle opere. Grazie, aspetto critiche, indicazioni e novità specialmente da Feltre, città alla quale sono molto affezionato.--CETRI LENTO (msg) 23:58, 15 giu 2008 (CEST)[rispondi]

Giorgio Vasari scrive che Morto dopo aver visto le opere di Michelangelo e Leonardo a Firenze ( è da notare che se Michelangelo fece per Agnolo Doni, in occasione delle sue nozze con una nobile Strozzi, il famoso "tondo Doni",da parte sua Morto affrescò il talamo per lo stesso Agnolo e per la stessa occasione)non credendo di poter diventare miglior pittore seguendo lo stile di questi due pittori "tornò alle sue grottesche". I critici a noi contemporanei hanno identificato le grottesche solo con le decorazioni fantastiche di tipo fito -zoo morfologico.Essi leggono quindi il testo vasariano interpretandolo come un'abbandono da parte del Morto dello studio delle figure e tendono quindi a separarlo dal Luzzo, pittore feltrino e da identificarsi con lui, che invece proprio nelle figure è validissimo artefice. Vasari invece intende per grottesche ciò che si vedeva in senso lato nelle grotte delle rovine di Roma ( Domus Aurea) quindi la pittura romana in generale che proprio dal Morto fu rifatta e riscoperta.Prova ne è che poco dopo Vasari scrive che Morto dipinse alcune figure e tondi di Madonne per committenti Fiorentini. Il Morto scelse quindi di continuare sulla strada della pittura romana classica ( che Michelangelo e Leonardo non conoscevano ancora)considerendola migliore esempio di "rinascita". Possiamo immaginare anzi che qui si separarono la pittura centroitaliana da quella veneta ( Tiziano, Giorgione, Tintoretto, Guardi....)l'una basata sul disegno l'altra sulla luminosità del colore e la sua modulazione con la luce e l'ombra. Anzi possiamo dire che la pittura veneta è l'erede legittima della pittura romana antica.Grazie al Morto che lavorò a Venezia con Giorgione al fondaco dei Tedeschi fornendo a lui, che mai era andato a Roma, una tecnica pittorica nuova - antica allo stesso tempo. testo tratto da "Grottesche e putti a casa dè Mezzan a Feltre" Giuditta Guiotto su "Dolomiti" anno XVII n.3 giugno 1993- "Le pitture di Morto nella casa dè Mezzan a Feltre" Giuditta Guiotto su " Dolomiti" anno XVIII n.2 aprile 1995- "Giovan Battista Cavalcaselle: taccuino di viaggio sul Morto da Feltre" Giuditta Guiotto su "Dolomiti" anno XXI n.5 ottobre 1998- "Il Compianto del Cristo al Museo Civico di Feltre" Giuditta Guiotto su " Dolomiti XXVI n.1 febbraio 2003- "Casa dè Mezzan , un libro di storia fatto con la pietra" Giuditta Guiotto su "Rivista Feltrina, El Campanon" anno dicembre 2003- " L' affresco della Madonna del carmine del Morto da Feltre e le vicende della famiglia Bizzarini-Muffoni che lo possedeva"Giuditta Guiotto su" Rivista feltrina- El Campanon" dicembre 2004- " A Feltre un "Tondo di Madonna" del Morto da Feltre" Giuditta Guiotto su "Dolomiti" aprile 2010"Nuovi ambienti cinquecenteschi a casa de' Mezzan a Feltre"Giuditta Guiotto su "Dolomiti" aprile 2012

Guiotto Giuditta

Allegoria della pace e della guerra[modifica wikitesto]

Ho avuto dal ricercatore Francesco Rossi, che sta studiando a Berlino ,la comunicazione che il quadro di Berlino "allegoria della pace e della guerra", un tempo attribuito al Morto da Feltre per una lista di opere del 1860 , è stato attribuito a Bonifacio dei pitati o Bonifacio Veronese.Effettivamente la seconda attribuzione mi pare calzante , anche se la donna accosciata che rappresenta la "pace" mi pare più facilmenete attribuire ancora al Morto a causa della sua femminile abbondanza e flessuosità.Lo stesso accade per gli alberi in primo piano,grazie per l'attenzione.

Giuditta Guiotto

Ringrazio dell'informazione: purtroppo una modifica della voce in questo senso non è possibile per le nostre regole sulle fonti. Sarebbe utile un riferimento a una pubblicazione di questo studio, che sia una rivista o un sito internet. --LaPiziachiamate la neuro 17:23, 19 nov 2008 (CET)[rispondi]

S.Gerolamo affresco di morto da Feltre, casa de' Mezzan Feltre