Discussione:Eccidio di Testico

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Senza fonte[modifica wikitesto]

All'interno della pagina è presente questo paragrafo importante, dove vengono citati fatti, nomi e cognomi, luoghi; sarebbe anche scritto abbastanza bene, ma cercando su internet non si trova nessuna fonte. Lo stesso contributore scrive nel testo mai ufficialmente rivelata né trascritta. Lascio il dubbio che possa trattarsi una fonte primaria, cosa che però non è in linea con wikipedia. Propongo che venga cancellato dalla pagina oppure riscritto in maniera di ipotesi e non certezza, visto la mancanza di fonti.

mai ufficialmente rivelata né trascritta, si disse che la causa del feroce comportamento della pattuglia tedesca e della sua relativa rappresaglia contro la gente inerme, fu un colpo di moschetto sparato da un gruppetto di "pseudo-partigiani", ossia semplici renitenti alla leva senza occupazione, che vivevano alla macchia e d'espedienti, presenti in quel momento in località "Rocca d'u Cróvu", piccolo dirupo boschivo sopra Testico. Questa scellerata azione non fece altro che inferocire ulteriormente i militari tedeschi, già ampiamente arrabbiati e frustrati, poiché si sentivano prossimi alla resa. Ovviamente dopo questo gesto avventato gli pseudo-partigiani (quelli veri, nobilissimi, fecero ben altro, rischiando la loro pelle in primis e salvando molte altre persone), scapparono e, non contenti, attraverso il passo di San Giacomo, si diressero a Torria, obbligando le donne, in male maniere ed armi in pugno, a rimpinzare i loro zaini e borracce di cibi e vino. Tra le donne che ricevettero visita c'erano Giuditta Bertolotto in Garabello moglie di Pietro e loro primogenita di nove figli Eugenia, sposata con Sèttimo Pellegrino ed a sua volta madre di 6 bambini. I torriaschi, Pietro Garabello, Sèttimo Pellegrino ed Antonio Sciandrini erano stati appena catturati nell'osteria di Testico mentre barattavano con altri avventori il loro olio con della farina di frumento e trucidati dai militari tedeschi, insieme ad altre 27 persone, mentre quella banda di scappati di casa (non s'è mai saputo da dove arrivassero), si rifocillava con roba altrui. Eugenia Garabello ricordò che fu costretta a dar loro delle uova e una mezza pagnotta: le sole cose che aveva in casa immediatamente consumabili, visto che, vivendo già in misere condizioni, non disponeva certo di cibarie più appetibili (formaggi, salumi od altro). Particolare non da poco, all'eccidio scamparono miracolosamente, tra gli altri, altri due torriaschi: Realdo Garabello, di 29 anni, ed Armando Pellegrino, di appena 14, ossia zio e nipote, rispettivamente figlio di Pietro (il primo) e di Settimo (il secondo), spinti a gettarsi in un roveto dai loro genitori, in un tratto dove, il sentiero che conduceva a "Costa Binélla", dove poi si consumò l'eccidio, non permetteva la completa visibilità di tutti i prigionieri alle sentinelle tedesche in testa e in coda alla fila.
Il fatto dello sparo provocatorio, che si sarebbe rivelato il vero detonatore della strage, fu confermato, giusto qualche anno fa, dalla sconcertante confessione, fatta sul suo giaciglio del trapasso, da uno di coloro che avevano partecipato a quella scellerata bravata - forse lo sparatore stesso (ovviamente anonimo) - a chi l'assisteva al capezzale. Questa persona disse che da troppi anni si portava dietro quel ignobile segreto, che gli aveva provocato, un rimorso irriducibile, seppur egli l'avesse già confidato, anni addietro, in confessione, a un sacerdote, per il fatto di non averlo potuto rivelare ai suoi cari, per paura di reazioni violente o minacciose di matrice politica, da parte di suoi ex compagni.
[senza fonte]

--Raiko (msg) 19:18, 1 mag 2020 (CEST)[rispondi]

Collegamenti esterni interrotti[modifica wikitesto]

Una procedura automatica ha modificato uno o più collegamenti esterni ritenuti interrotti:

In caso di problemi vedere le FAQ.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 10:28, 2 lug 2020 (CEST)[rispondi]