Discussione:Capitello

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Il testo sui capitelli si riferisce principalmente ai modelli presenti in epoca romana, ma le definizioni sono corrette anche per i modelli greci da cui questi dipendono. Sicuramente bisognerebbe integrare l'articolo e/o correggerlo per tener conto anche, per esempio dei capitelli con papiri o hatorici dei templi egiziani, dei capitelli eolici. Per non parlare dei capitelli figurati della scultura romanica, e di tutti gli esempi dell'architettura rinascimentale e barocca. Il testo è ripreso da http://xoomer.virgilio.it/ugo.lat/FISA/MarinaM/index.htm , di cui sono l'autrice.

(Non ho trovato come si fa ad inserire le immagini, ma si possono riprendere i disegni presenti su quel sito, che pure sono miei).

Marina Milella

Per caricare le immagini è indispensabile essere utenti registrati (non costa nulla, ovviamente, e non vengono richiesti dati personali), si può fare utilizzando il link "Entra o crea un nuovo accesso" che è in alto a destra nella pagina. --M/ 23:11, Dic 1, 2004 (UTC)

Le ho caricate io con che licenza le rilasci? Pubblico Dominio? GFDL? Altro? (Per ora metto GFDL) --Snowdog 00:49, Dic 2, 2004 (UTC)

Va bene. Sono così nel sito. MM 13:39, Dic 3, 2004 (UTC)


La decorazione architettonica bizantina, nei capitelli e negli altri elementi dell'ordine, è in continuità con le tradizioni orientali romane e parallelamente a quanto accade contemporaneamente nella scultura, mostra un sempre più deciso distacco dai canoni "organici", ossia alla logica intrinseca della struttura del corpo umano e dello spazio reale in cui sono immersi (nella scultura), della struttura architettonica nella successione degli elementi e delle modanature, o della coerenza delle forme vegetali che nascono e finiscono, per esempio, nelle decorazioni. Questa logica non è più compresa: se ne può fare a meno in quanto non ritenuta più un valore da perseguire, e viene sostituita dal valore decorativo della ritmica successione paratattica di pieni e vuoti (e nella scultura dal significato simbolico delle rappresentazioni che sempre più diventano segni, espressioni di un concetto e non più raffigurazioni del reale. Secondo Bianchi Bandinelli è un processo di trasformazione che si è avviato già nell'arte romana a partire dalla fine del II secolo. Questo tipo di abbandono dell'organicità classica è visibile anche nei capitelli e accomuna quelli che sono prodotti dell'arte bizantina e dell'arte "barbarica", tra cui quella longobarda. Della tradizionale struttura del capitello corinzio, la cui logica è spiegata dalla leggenda della sua nascita, resta solo la forma, tra il troncoconico e il piramidale, che può essere rivestita da tappeti decorativi, sia da figure simboliche. Senza contare la progressiva riemersione di forme classiche nelle varie rinascenze più o meno definite che si ripetono nei secoli (in occidente quella ottoniana, carolingia, ecc., a Roma più visibili che altrove), spesso volute per il legame che queste forme avevano con il prestigio dell'antico impero.
Quanto alla presenza del pulvino, questa è dovuta alla sostituzione delle arcate alle trabeazioni rettilinee sopra i colonnati, ma non è propriamente una riemersione. MM (msg) 20:18, 12 ott 2008 (CEST)[rispondi]