Discussione:Briano

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Spostati in discussione i testi di documenti, forse da spostare su Wikisources MM (msg) 12:56, 19 lug 2008 (CEST)[rispondi]


Don Crescenzio Esperti “Memorie istoriche civili ed ecclesiastiche della città di Caserta”

Villa di Briano

Questa Villa è antica, dapoichè aveva giurisdizione anche nel territorio di Sala, leggendosi nella cit. Bulla = Ecclesiam S. Vincentii de Sala (Bolla = Chiesa di San Vincenzo di Sala), né in detta Bulla vi è errore, come vuole il Monaco nel Santuario Capuano a carte 592: “Videtur hic intesse mendum; nulla enim fit mentio de Villa Ureani, in qua est Parochialis sub titulo S. Vincentii; in Villa Salae, quae est prope Branum, Ecclesia Parochialis est sub titulo S.Simeonis, videtur ergo legendum S.Simeonis de Sala, et S.Vincentii de Breano” (Qui sembra esserci un errore; non è fatta nessuna menzione infatti della villa di Ureani, nella quale c’è la chiesa parrocchiale intitolata a San Vincenzo; nella villa di Sala, che è vicino Briano, la chiesa parrocchiale è intitolata a San Simeone, sembra quindi doversi leggere San Simeone di Sala e San Vincenzo di Briano). Dapoichè la chiesa di San Simeone con il casale nel tempo, che si spedì la Bulla, stava situato sotto il Belvedere, nel luogo detto Civocorna, come si vede dalli scavi fatti in detti luoghi, dove si sono trovati molti sepolcri, ed anche si è ritrovata la fossa della chiesa nel podere di D. Andrea Petreccione, e ciò forsi per qualche accidente di peste, perché essendovi restata poca gente, si fosse questa ritirata in Sala, e ivi avesse ottenuto terreno dal Parroco, e vi avesse fondata altra chiesa, e così il parroco di San Vincenzo diede nome alla sua chiesa, e Casale di Briano dal monte vicino detto monte Briano, e quello di sotto si fosse denominato di Sala. Poiché nella bolla si dice Sancti Simeonis de Civocorna (San Simeone in Civocorna). La chiesa Parrocchiale di detto Casale rende docati 120, e vi sono anime 450. Detta chiesa è in tre banvi, larga passi 22, lunga 23. Vi sono due Sacristie, una per il Parroco, e l’altra della Madonna del Rosario, la quale comprò il fondo da Domenico Milano, ed eresse la Sacristia, del che ne fu autore D. Giovanni di Grauso. Detta cappella di detta Madonna del SS. Rosario rende annui doc. 180, ed ave Altare di marmo fatto fare da D. Francesco Sperto, il quale fondò la cappella del Corpus Domini con altare anche di marmo, e sepoltura per li Preti, e fosso per buttarvi l’ossa, e le ceneri che si cavano dalle sepolture, e fece ancora la statua di San Vincenzo Ferreri: alle campane esistenti nel campanile vi è isculpito: “S. Vincenti ora pro nobis MCCCCCLXXII” (San Vincenzo prega per noi, 1572). Vi è il beneficio jus padronato delli Grausi dell’Angelo custode rende docati 30 fondato da D. Tiberio di Grauso l’anno… Di più v’à il Beneficio di S. Maria del Carmine fondato dal Dottor dell’una, e l’altra legge Claudio Fiorillo, eretto però dal di lui fratello Giulio Cesare Notare l’anno 1622, rende docati 40. Altro della Madonna di Costantinopoli, istituito l’anno 1657, eretto dalli diloro fratelli Marcantonio, e Giovanni l’anno 1667, eretto dal Dottor dell’una, e l’altra legge D. Giacomo Fiorillo con fondo di moggia dieci in circa di terre site in Corrivo, il Cappellano ne percepisce docati trenta, l’altro è delli eredi. Vi ha altro di S. Anna fondato dalla Ziti di Capua. Di più vi ha quello di più famiglie delli Fiorilli, e ‘l più antico della Madonna delle Grazie. Vi ha iscrizione in una sepultura vicina all’Altare maggiore: “Monumentum hoc fieri curavit D. Anellus Scialla pro se, suisq: haeredibus, et successoribus anno Dñi 1706” (D. Aniello Scialla curò che vi fosse questo monumento per se e per i suoi eredi e successori nell’anno del Signore 1706). Altra in un pilastro della cupola del Rosario “D.O.M. D. Anellus Lagnese obiit XII Decembris MDCCXXVI, aetatis suae 69” (A Dio ottimo massimo, D. Aniello Lagnose morì il 12 dicembre 1726, a 69 anni). V’ha cappella fuori della Parocchia della Madre di Dio di Gerusalemme, ereditata da Padri Serviti, lasciatali dall’erede di Giulio Cesare Fiorillo. Il parroco di S. Benedetto in lode di D. Domenico Gentile di Briano: Doctiloquus pangit Gentilis metra Sacerdos humanas literas, multaq: sacra docet.”

D M Martia costituta M. statio hylae coniugi cum quo vixi ann. XXXX et Sabine sic filiae dulci ssimae et sui set lib. sic leb ertabusque posterisq eorum

In questo anno 1773 si è rinvenuta questa iscrizione in Briano. Il parroco è D. Filippo Fiorillo di detto Paese, Canonico D. Giovanni Mazzarelli, Preti D. Nicola Mazzarelli, D. Agostino, e D. Luigi Micco, D. Michele Caricchia, D. Giovanni Di Grauso, D. Andrea Petreccione, D. Francesco Fiorillo, D. Crescenzio Esperto, Suddiacono Angelo Razzano: Clerici D.Gio: Battista Fiorilli, D. Berardino Fiorilli, D. Natale Papa, D. Vincenzo Petreccione, Dottor Fisico De Crescenzo, ed Alessandro Esperti, e D. Giovanni Caricchia: Avvocati D. Antonio e D. Donato Mazzarelli. Vive civilmente D. Giuseppe Mazzarelli, an fondo di migliaja: Gian Paolo Esperti, Francesco Di Grauso, Donato Petreccione, e Nicola Fiorillo. In pertinenze di Briano vi è la celebre Villa del Belvedere, fondata da Andrea Matteo II Acquaviva nell’anno 1652, e della quale ne parla con lode il parroco di San Benedetto. In lode di San Vincenzo M. protettore di Briano, così il padre Santel: “Et rostro, et rigidis connititur unguibus ales, / Ne lacer a reliquis Martyr! edare feris: / Quam varios, mandante Deo, famulatur in usus! / Quam diversa usus munia corpus agit! / Thesbitae adfuerat quondam ne deforet esca, / Nunc prohibet, ne tu flebilis esca fores”.

Nelle pertinenze di questa Villa, e propriamente nel Monte Briano termina il Grande Acquedotto dell’Acqua Carolina, quale dopo un lungo, e tortuoso giro vien a far vaga mostra di se stessa in faccia a detto Monte calando giù per la casacata di palmi 556, e larga 70 da dove vien passa a riempir la Gran conserva profonda palmi 70 e larga 200. In detta pertinenza vi è anche il Bosco di S. Leuciti, che la maestà del nostro Regnante l’ha fatto intorno cingere d’un forte muro. Dentro detto Bosco vi ha fatto un Nobile Regio casino con una cappella sotto il titolo di S. Leucio. Vi ha fatto due Regie entrate con grandi Portoni; ora si sta terminando una Regia Vaccheria, in cui si custodiranno le vacche fatte venire da Sardegna; con avervi fatti più edifici in diversi luoghi per comodo de’ Guardaboschi, e Vaccari.