Didymocarpoideae

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Come leggere il tassoboxProgetto:Forme di vita/Come leggere il tassobox
Come leggere il tassobox
Didymocarpoideae
Streptocarpus formosus (Tribù Trichosporeae)
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaGesneriaceae
SottofamigliaDidymocarpoideae
(D. Don) Arn., 1832
Classificazione Cronquist
taxon non contemplato
Tribù

Didymocarpoideae (D. Don) Arn., 1832 è una sottofamiglia di piante Spermatofite Dicotiledoni appartenenti alla famiglia Gesneriaceae (ordine delle Lamiales).[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della sottofamiglia deriva da un suo genere (Didymocarpus Wall., 1819, tribù Trichosporeae) la cui etimologia è formata da due parole greche: "didymo" (= due, doppio) e "carpus" (= frutta) e fa riferimento alla frutta a copie delle specie di questo genere.[2][3] Il nome scientifico è stato definito per la prima volta dal botanico scozzese David Don (1799 – 1841) perfezionato successivamente dal botanico scozzese George Arnott Walker (1799 – 1868) nella pubblicazione "The Encyclopaedia Britannica. Edinburgh - Ed. 7, 5: 121. 9 Mar 1832" del 1832.[4][5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

  • Il portamento delle specie di questa sottofamiglia è erbaceo perenne o arbustivo o (raramente) annuale. Le specie possono essere sia monocarpiche che policarpiche e con almeno un singolo, elongato internodo. Gli steli sono talvolta provvisti (o sprovvisti) di fasci midollari e condotti secretori. Una particolarità è che l'embrione di queste piante consiste di due cotiledoni differenti in dimensione (microcotiledone e macrocotiledone), mentre normalmente nelle dicotiledoni i due cotiledoni sono più o meno simili.[1][6][7][8][9]
  • Le foglie, poche o tante, hanno forme e dimensioni diverse, spesso con strutture sottili e delicate. In alcuni casi le lamine hanno delle forme oblique. In alcune specie le foglie sono disposte a due a due, e normalmente le due foglie che formano il paio sono simili, ma spesso possono essere di dimensioni diverse e una delle due può essere talmente ridotta sino a divenire un organo stipoliforme.
  • Le infiorescenze sono per lo più formate da copie di fiori emergenti dalle ascelle del fogliame; oppure sono delle cime tirsoidi o racemi sottesi da foglie trasformate in brattee. Nelle infiorescenze non sono presenti bratteole.
  • I fiori sono ermafroditi, zigomorfi (raramente sono attinomorfi) e tetraciclici (ossia formati da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e più o meno pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi).
  • Formula fiorale: per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
* K (5), [C (2 + 3), A (2 + 2 + 1)], G (2), supero/infero, capsula/bacca.[7]
  • La corolla, gamopetala, è composta da 5 petali connati, embricati e raggruppati in modo bilabiato (due petali per un labbro e tre petali per l'altro). Spesso è provvista di una parte basale tubolare (o imbutiforme o campanulata).
  • Il gineceo ha un ovario bicarpellare con forme globose o ovoidi oppure allungate, spesso lungo-cilindriche ed può essere più corto del calice; il tipo di ovario è uniloculare con quattro placente triangolari anche con forme lamelliformi oppure da ricurve a revolute, oppure è biloculare con 2 o 4 placente assili. In questo gruppo l'ovario è supero. Lo stilo è snello con un stigma poco appariscente di tipo capitato o leggermente bilobo. Gli ovuli sono numerosi per ogni loculo, e sono di tipo anatropo oppure emitropo (con nocella ricurva), ed hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati. I cotiledoni sono asimmetrici.[11]
  • I frutti sono delle capsule con forme da allungate a lunghe a volte contorte oppure ovoidi o globose, più piccole del calice. La consistenza è secca (raramente sono carnose). La deiscenza è varia, ma normalmente è setticida (raramente è loculicida); sono presenti anche frutti indeiscenti. I semi sono piccoli (l'endosperma può essere presente come no); spesso è presente una testa ornamentale di cellule; in pochi generi sono presenti alcune appendici filiformi.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama) e uccelli (impollinazione ornitogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento - dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). Altre dispersioni sono possibili come ad esempio i semi pelosi del genere Aeschynanthus (tribù Trichosporeae) hanno contribuito alla dispersione attraverso il Pacifico meridionale; un altro gruppo di generi hanno dei frutti a forma di spirale contorta e liberano i semi gradualmente nel tempo facilitando così la loro dispersione.[11]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questa sottofamiglia è relativa al Vecchio Mondo, soprattutto Asia (e Malaysia) con alcune specie in Africa (Madagascar), Nuova Guinea, Australia, areale del Pacifico e America Centrale (una specie).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa sottofamiglia (Gesneriaceae) comprende da 140 a 150 generi con 3500 specie (147 generi e circa 3460 specie[1]) distribuite soprattutto nell'area tropicale e subtropicale tra il Vecchio e Nuovo Mondo[6]. Altre pubblicazioni indicano più precisamente in 126 generi e 2850 specie la consistenza della famiglia.[7][12] Secondo le ultime ricerche di tipo filogenetico[1] la famiglia è suddivisa in tre (o quattro) sottofamiglie.

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Cladogramma della sottofamiglia

La posizione tassonomica di questo gruppo è ancora incerta. Con le ultime ricerche di tipo filogenetico[1] ha acquisito la posizione tassonomica di sottofamiglia con due tribù; ma mentre la tribù Epithemateae è un clade fortemente sostenuto (ossia è monofiletica) e compatto nel suo insieme, la tribù Trichosporeae è un amalgama di tribù tradizionalmente definite, ma che nelle ultime analisi di tipo filogenetico si sono dimostrate parafiletiche. In descrizioni precedenti le specie di questo gruppo era compreso nelle Cyrtandroideae.[9]

Composizione della sottofamiglia[modifica | modifica wikitesto]

La sottofamiglia si compone di due tribù, 85 generi e circa 1890 specie:[1][6]

Usi[modifica | modifica wikitesto]

L'impiego di queste piante è soprattutto nel giardinaggio decorativo.[8]

Alcune specie[modifica | modifica wikitesto]

Tribù Epithemateae[modifica | modifica wikitesto]

Tribù Trichosporeae[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 30 settembre 2015.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 30 settembre 2015.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 140.
  4. ^ Crescent Bloom Database, su crescentbloom.com. URL consultato il 30 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 30 settembre 2015.
  6. ^ a b c Kadereit 2004, pag. 127.
  7. ^ a b c d Judd 2007, pag. 492.
  8. ^ a b Motta 1960, Vol. 2 pag. 313.
  9. ^ a b Weber 2004.
  10. ^ Yan Zhi-jian et al. 1997.
  11. ^ a b Subfamilies of the Gesneriaceae, su burwur.net. URL consultato il 26 settembre 2015.
  12. ^ Strasburger 2007, pag. 850.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004, p. 63.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 1, 1960, p. 300.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 30 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • J.F. Smith, Tribal relationships within Gesneriaceae: A cladistic analysis of morphological data., in Syst. Bot., n. 21, p. 497-513.
  • Anton Weber, GESNERIACEAE A Scientific Perspective.
  • Yan Zhi-jian, Li Zhen-yu and Wang Fu-hsiung, Pollen morphology of tribe Trichosporeae (Gesneriaceae) in China and its systematic significance, in Harvard Papers in Botany, vol. 1, n. 10, 1997, pp. 113-120.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]