Dichantheliinae

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Dichantheliinae
Dichanthelium acuminatum
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPanicoideae
TribùPaniceae
SottotribùDichantheliinae
Zuloaga, 2014
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPanicoideae
TribùPaniceae
SottotribùDichantheliinae
Generi

Dichantheliinae Zuloaga, 2014 è una sottotribù di piante spermatofite monocotiledoni appartenente alla famiglia delle Poacee (ex Graminaceae) e sottofamiglia Panicoideae.[1][2]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della sottotribù deriva dal suo genere tipo Dichanthelium (Hitchc. & Chase) Gould, 1974 il cui nome è formato da due parole greche "dicha" (= in due) e "anthele" (= infiorescenza) e fa riferimento al particolare comportamento dell'infiorescenza: in primavera si sviluppa completamente, mentre in autunno rimane racchiusa nelle guaine fogliari superiori.[3]

Il nome scientifico della sottotribù è stato definito dal botanico contemporaneo Fernando O. Zuloaga nella pubblicazione "Phylogeny of sections Clavelligerae and Pectinatae of Panicum (Poaceae, Panicoideae, Paniceae): establishment of the new subtribe Dichantheliinae and the genus Adenochloa" del 2014.[2]>

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Dichanthelium depauperatum
Le foglie
Dichanthelium boscii
Infiorescenza
Dichanthelium clandestinum
Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto.
  • Ligula: le ligule sono membranosa e cigliate o frangiate.
  • Lamina: la lamina ha delle forme filiformi o da ovate a lanceolate; quelle basali sono larghe e cordate e formano una rosetta invernale (in queste piante è presente un certo dimorfismo fogliare). Possono essere presenti dei peli ghiandolari.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, lasse e aperte, ascellari e terminali, in genere sono ramificate e sono formate da alcune spighette ed hanno la forma di una pannocchia aperta, a volte racchiusa nelle foglie superiori.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, da ellissoidi a oblunghe (obovate in Dichanthelium), pubescenti o glabre, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da uno o più fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Il fiore inferiore è maschile o assente. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla sopra o sotto le glume. In Dichanthelium sono presenti fiori cleistogami comuni soprattutto nella fioritura di fine stagione nelle specie nordamericane.
  • Glume: le glume sono molto diverse in dimensioni e spesso sono pubescenti; la gluma inferiore possiede da 0 a 9 nervature; quella superiore da 7 a 13 nervature.
  • Palea: la palea può anche mancare (quella inferiore).
  • Lemma: il lemma ha da 7 a 13 nervature.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[5]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule hanno una consistenza carnosa.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è provvisto quasi sempre di epiblasto ha un solo cotiledone (allungato) altamente modificato (scutello con fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia si sovrappongono. In queste specie la cariosside termina in una punta indurita.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questo gruppo è africana (Adenochloa) e americana (Dichanthelium). Queste piante crescono ai margini delle foreste o in praterie di montagna.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa sottotribù (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la sottotribù Dichantheliinae è posizionata all'interno della sottofamiglia Panicoideae.[4][5]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

All'interno della famiglia Poaceae la sottofamiglia Panicoideae appartiene al clade "PACMAD" (formato dalle sottofamiglie Aristidoideae, Arundinoideae, Micrairoideae, Danthonioideae, Chloridoideae e Panicoideae). Questo clade con il clade BEP (formato dalle sottofamiglie Ehrhartoideae, Bambusoideae e Pooideae) forma un "gruppo fratello" (il clade BEP a volte è chiamato clade "BOP" in quanto la sottofamiglia Ehrhartoideae a volte è chiamata Oryzoideae). La sottofamiglia di questa voce, nell'ambito del clade "PACMAD", a parte la sottofamiglia Aristidoideae in posizione "basale", forma un "gruppo fratello" con il resto delle sottofamiglie del clade.[4]

Il clade "PACMAD" è un gruppo fortemente supportato fin dalle prime analisi filogenetiche di tipo molecolare. Questo gruppo non ha evidenti sinapomorfie morfologiche con l'unica eccezione dell'internodo mesocotiledone allungato dell'embrione. Questo clade inoltre è caratterizzato, nella maggior parte delle piante, dal ciclo fotosintetico di tipo C4 (ma anche a volte tipo C3 in quanto ancestralmente era C3).[4]

La sottotribù Dichantheliinae fa parte del secondo gruppo di tribù che si sono differenziate nell'ambito della sottofamiglia e in questo gruppo fa parte della supertribù "Panicodae" L. Liu, 1980 e quindi della tribù Paniceae R.Br., 1814 e in questo ambito occupa una posizione come "gruppo fratello" alla sottotribù Boivinellinae. Nelle specie di questa sottotribù il ciclo fotosintetico è del tipo C3).[1] In studi precedenti il genere Dichanthelium spesso era posizionato come "incertae sedis".[4] L'inserimento nella sottotribù del nuovo genere Adenochloa è stato fatto sulla base delle sequenze dei cloroplasti ndhF e alcuni caratteri morfologici. Le specie di Adenochloa sono derivate dalla sezione Clavelligerae del genere Panicum L..[2]

Per questa sottotribù sono state individuate le seguenti sinapomorfie: le foglie basali formano delle rosette invernali (Dichanthelium).[4]

Il numero cromosomico di base per questo gruppo è: x = 9 (2n = 18 e 36).[4]

Generi della tribù[modifica | modifica wikitesto]

La tribù si compone di 2 generi e 106 specie:[1][4][10]

Genere Numero specie Distribuzione
Adenochloa
Zuloaga, 2014
13 Africa (centrale e meridionale)
Dichanthelium
(Hitchc. & Chase) Gould, 1974
93 America (nord, centro e sud)

Nota: in altri studi[2] le specie di Adenochloa sono 14.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Soreng et al. 2017.
  2. ^ a b c d e Zuloaga et al. 2014.
  3. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 91.
  4. ^ a b c d e f g h Kellogg 2015, pag. 323.
  5. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  6. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  7. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  8. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  9. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  10. ^ a b Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 30 luglio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]