Cristianesimo in Marocco

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Cattedrale cattolica romana di San Pietro a Rabat.

Il cristianesimo in Marocco abbraccia meno dell'1%[1] della popolazione del paese, costituita da 33,6 milioni di abitanti secondo il censimento svoltosi nel 2014; la maggior parte dei cristiani sono seguaci del cattolicesimo e del protestantesimo.

Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d'America stima che i cristiani marocchini possano essere 40.000[2], mentre il progetto "Pew-Templeton Global Religious Futures (GRF)" li stima in circa 20 mila[3]. Il numero dei marocchini che si sono convertiti al cristianesimo è stimato essere tra gli 8.000[4] e i 40.000[5].

Problematiche legali[modifica | modifica wikitesto]

Icona di Nostra Signora del Marocco, Carmelitani Scalzi di Tangeri
La chiesa della Santa Resurrezione a Rabat è la prima e al giorno d'oggi una delle due chiese ortodosse russe in uso in Marocco
Interno della chiesa anglicana dedicata a Sant'Andrea a Tangeri

L'articolo 3 della Costituzione marocchina "garantisce a tutti il libero esercizio della fede", ma il codice penale marocchino vieta l'opera di conversione ad altre religioni diverse dall'Islam. Le conversioni di musulmani al cristianesimo (o proselitismo o apostasia) avvenivano spesso durante il periodo coloniale, poiché le leggi contro tali conversioni non esistevano ancora.

Ai sensi dell'articolo 220 del codice penale marocchino, "chiunque fornisca incitamenti atti a scuotere la fede di un musulmano o di convertirlo a un'altra religione" incorre in una pena detentiva da 3 a 6 mesi e in una multa da 200 a 500 dirhams. Qualsiasi tentativo di indurre un musulmano alla conversione è illegale. I missionari stranieri o limitano così il loro proselitismo per i non-musulmani o tentano di condurre il loro lavoro con discrezione. Nonostante queste limitazioni, uno studio del 2015 stima circa 3.000 credenti in Cristo provenienti da famiglie musulmane.[6]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cristianesimo in Nordafrica.
Interno di una chiesa russo ortodossa a Casablanca.

Il cristianesimo in Marocco è apparso durante il tempo dell'impero romano, quando fu praticato dai berberi nell'allora provincia romana di Mauretania Tingitana; questo anche se praticamente scomparve dopo le conquiste islamiche[7][8].

Secondo la tradizione, il martirio di San Marcello di Tangeri ebbe luogo il 28 luglio 298.

Prima dell'acquisizione dell'indipendenza, il Marocco ospitò più di mezzo milione di europei cristiani[9] e durante il protettorato francese in Marocco (il paese faceva parte dell'impero coloniale francese) gli europei cristiani formarono quasi la metà della popolazione della città di Casablanca[10]. Più tardi, dopo l'indipendenza nel 1956, la popolazione europea è diminuita notevolmente.

Negli ultimi anni del XIX secolo e fino all'inizio del XX secolo 250.000 cattolici spagnoli vivevano in Marocco; la maggior parte di essi lasciò il paese dopo la sua indipendenza nel 1956 e il loro numero si ridusse fino a 13.000[11][12].

A tutt'oggi la comunità dei cristiani espatriati (cattolica romana e protestante) è composta da 5.000 membri che praticano la propria fede, anche se le stime dei cristiani che risiedono nel paese in generale giunge fino a 25.000 unità. La maggior parte dei cristiani risiedono nelle aree urbane delle grandi città di Casablanca, Tangeri e Rabat[13]. La maggior parte dei cristiani in Marocco sono stranieri, anche se l'organizzazione "Voice of the Martyrs" (VOM) riferisce vi è un crescente numero di nativi marocchini (45.000) convertiti al cristianesimo, in particolare nelle zone delle aree rurali. Molti dei convertiti vengono battezzati segretamente nelle chiese del Marocco[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The World Factbook - Morocco, su cia.gov. URL consultato il 23 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 12 settembre 2019).
  2. ^ International Religious Freedom Report - US Department of State http://www.state.gov/j/drl/rls/irf/religiousfreedom/index.htm#wrapper
  3. ^ Pew-Templeton - Global Religious Futures http://www.globalreligiousfutures.org/countries/morocco#/?affiliations_religion_id=0&affiliations_year=2010&region_name=All%20Countries&restrictions_year=2013 Archiviato il 14 ottobre 2022 in Internet Archive.
  4. ^ Christian Converts in Morocco Fear Fatwa Calling for Their Execution
  5. ^ House-Churches' and Silent Masses —The Converted Christians of Morocco Are Praying in Secret
  6. ^ Patrick Johnstone e Duane Alexander Miller, Believers in Christ from a Muslim Background: A Global Census, in Interdisciplinary Journal of Research on Religion, vol. 11, 2015, p. 14. URL consultato il 20 ottobre 2015.
  7. ^ Paul David Cook, In these last days, Xlibris Corporation, gennaio 2004, p. 470, ISBN 1-4134-4102-5.
  8. ^ A.I. Asiwaju, Partitioned Africans: Ethnic Relations Across Africa's International Boundaries, C. Hurst & Co, gennaio 1985, p. 237, ISBN 0-905838-91-2.
  9. ^ De Azevedo, Raimondo Cagiano (1994) Migration and development co-operation.. Council of Europe. p. 25. ISBN 92-871-2611-9.
  10. ^ Albert Habib Hourani, Malise Ruthven (2002). "A history of the Arab peoples". Harvard University Press. p.323. ISBN 0-674-01017-5
  11. ^ Spain: Forging an Immigration Policy, Migration Information Source
  12. ^ Joshua Project - Ethnic People Groups of Morocco
  13. ^ International Religious Freedom Report 2008, U.S Department of State
  14. ^ Converted Christians in Morocco Need Prayers, su journalchretien.net. URL consultato il 23 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2013).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Jamaa Baida, Vincent Feroldi e Ibrāhīm Bū Ṭālib, Présence chrétienne au Maroc, XIXe-XXe siècles, Édition & impressions Bouregreg communication, 2005, ISBN 9954-423-97-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]