Corsaro (cacciatorpediniere)

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Corsaro
Il Corsaro con la livrea mimetica
Descrizione generale
Tipocacciatorpediniere
ClasseSoldati II Serie
In servizio con Regia Marina
IdentificazioneCA
CostruttoriOTO, Livorno
Impostazione23 gennaio 1941
Varo16 novembre 1941
Entrata in servizio16 maggio 1942
Destino finalesaltato su mine il 9 gennaio 1943
Caratteristiche generali
Dislocamentostandard 1850 t
in carico normale 2140
pieno carico 2580
Lunghezza106,7 m
Larghezza10,2 m
Pescaggio4,35 m
Propulsione3 caldaie
2 gruppi di turbine a vapore su 2 assi
potenza 44.000 hp
Velocità37 nodi (68,52 km/h)
Autonomia2.200 mn a 20 nodi
Equipaggio13 ufficiali, 202 tra sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento
Italian Corsaro (CA), su warshipsww2.eu (archiviato dall'url originale il 13 novembre 2014).
Cacciatorpediniere Corsaro, su trentoincina.it.
Cacciatorpediniere Classe Soldati, su regiamarinaitaliana.it (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2012).
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Il Corsaro è stato un cacciatorpediniere della Regia Marina.

Per la tutta la durata della sua breve vita operativa la nave operò in missioni di scorta sulle difficili rotte della Libia e della Tunisia.

Tra il 3 ed il 5 agosto 1942 scortò un convoglio composto dalle motonavi Ankara, Nino Bixio e Sestriere (con destinazione Tobruch per la prima e Bengasi per le altre due; il carico era costituito da 92 carri armati, 340 automezzi, 3 locomotive, una gru, 292 militari, 4381 t di combustibili ed olii lubrificanti, 5256 t di altri rifornimenti), insieme ai cacciatorpediniere Freccia, Legionario, Folgore, Grecale e Turbine, nonché le torpediniere Partenope e Calliope; le navi giunsero a destinazione nonostante numerosi attacchi aerei; in quell'occasione si verificò peraltro il primo attacco condotto da velivoli statunitensi contro unità italiane (si trattò di un attacco di bombardieri Consolidated B-24 Liberator)[1].

Il 9 gennaio 1943, al comando del capitano di fregata Ferruccio Ferrini, fece parte insieme al cacciatorpediniere Maestrale della scorta della motonave Ines Corrado in navigazione da Napoli a Biserta[2][3][4]. Durante la serata di quel giorno, tuttavia, il Maestrale ebbe la poppa asportata dall'esplosione di una mina (appartenente ad uno sbarramento posato dal posamine britannico HMS Abdiel[5], ma al momento non si comprese se lo scoppio fosse stato causato da mina o siluro); il Corsaro diresse per prestare soccorso alla nave sinistrata[6], ma poco più tardi urtò una mina a poppa (l'esplosione rese impossibile manovrare) e subito dopo una seconda a centro nave: spezzato in due, il cacciatorpediniere affondò rapidamente alle 20.16, a 38 miglia per 64° da Biserta[2][3][4][7].

I naufraghi (tra i quali vi era anche il comandante Ferrini), parte in acqua e parte su di un'unica zattera, raggiunsero Capo Bon circa ventiquattr'ore dopo l'affondamento e, dopo una notte trascorsa in un fienile, furono riportati in Italia da un idrovolante di soccorso[4].

Risultarono morti o dispersi 187 degli uomini che formavano l'equipaggio del Corsaro[2].


Capitano di fregata Lionello Sagramoso (nato a Verona il 7 maggio 1900) (16 giugno 1942 - gennaio 1943)

Capitano di fregata Ferruccio Ferrini (nato a Livorno il 19 giugno 1903) (gennaio 1943)

  1. ^ Giorgerini, p. 527.
  2. ^ a b c Rocca, p. 272.
  3. ^ a b Cacciatorpediniere Corsaro, su trentoincina.it.
  4. ^ a b c Cocchia, p. 355.
  5. ^ Minelaying and minesweeping in World War 2, su naval-history.net.
  6. ^ Aldo Cocchia riporta però, in Convogli, una versione diversa: su ordine del comandante del Maestrale, il Corsaro sarebbe proseguito insieme alla Roselli prima di saltare sulle mine
  7. ^ Le Operazioni Navali nel Mediterraneo, su danieleranocchia.it (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2003).


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