Conti del Goceano

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Conti del Goceano
Corona araldica
Corona araldica
Stemma
Stemma
Data di creazione1339
Creato daPietro IV d'Aragona
Primo detentoreMariano IV di Arborea
Attuale detentoreFilippo VI di Spagna
Confluito nei titoli delRe di Spagna
TrasmissioneAl primogenito maschio e, in mancanza, alle femmine o loro eredi
Titoli sussidiariConti di Marmilla

I Conti del Goceano sono stati le autorità feudali che dominarono in modo totalmente indipendente prima e come vassalli dopo la zona del Goceano ed il relativo castello di Burgos.[1]

Storia del titolo[modifica | modifica wikitesto]

Il castello di Burgos o del Goceano, centro della contea

Fu creato unitamente al titolo di conte di Marmilla l'11 settembre 1339[1] da Pietro IV di Aragona per Mariano IV di Arborea, allora semplice principe esente da ogni tipo di titolatura feudale, per farselo amico, e, secondo la scrittrice Bianca Pitzorno, per dividere lui e suo fratello Pietro III, giudice o re di Arborea.[2]

Mariano attuò una politica di ripopolamento sulla contea, facendo crescere il borgo di Burgos e emanando successivamente un codice di leggi esclusivo del luogo.[3]

Quando Mariano divenne giudice di Arborea soppresse completamente ogni vincolo di vassallaggio feudale che c'era tra il suo titolo di conte ed il re d'Aragona, fregiandosene anche durante la guerra sardo-catalana, che lo opponeva a Pietro IV.

Dopo la morte di Mariano, Ugone III di Arborea, il suo legittimo proprietario, rinnegò il titolo perché donato dai suoi nemici, preferendo chiamarsi signore di Sardegna.[4]

Il titolo passò successivamente a tutti i giudici di Arborea sino all'estinzione del piccolo regno, diventando poi parte delle intitolazioni dei marchesi di Oristano, discendenti loro stessi dai sovrani arborensi, e, dopo la rivolta dell'ultimo marchese Leonardo Alagon, passò nel fitto elenco nobiliare dei re d'Aragona prima e di Spagna poi, sino all'attuale monarca Filippo VI.[5]

Conti del Goceano[modifica | modifica wikitesto]

Carta del marchesato di Oristano con le contee del Goceano e di Marmilla

De Serra Bas[modifica | modifica wikitesto]

Nome Dal Al Consorte

Mariano IV di Arborea
(1319-
maggio 1375)
1339 1375 Timbora di Roccaberti

Ugone III di Arborea
(1337-3 marzo 1383)
1375 1383 Anonima di Vico

Federico di Arborea
(1377-1387)
1383 1387

Mariano V di Arborea
(1378/1386- 4 marzo 1407)
1387 1407

Eleonora di Arborea
(1347-3/23 giugno 1403)
1383 1403 Brancaleone Doria

Guglielmo III di Narbona
(...-17 agosto 1424)
1407 1420 Margherita d'Armagnac

Marchesi di Oristano[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la ribellione di Leonardo de Alagon, nel 1478, il titolo sia di marchese di Oristano sia di conte del Goceano passò a fare parte dell'intitolatura reale, conservandosi sino all'ultimo discendente.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Francesco Cesare Casula (a cura di), Dizionario Storico Sardo.
    «Titolo nobiliare concesso, l'11 settembre 1339 , al donnicello Mariano d'Arborea da Pietro il Cerimonioso (IV della Corona d'Aragona) sul territorio del Goceano facente parte teoricamente parte del Regno di Sardegna ma, di fatto, in mano agli Arborea fin dal 1277.»
  2. ^ Bianca, p. 86.
  3. ^ Bianca, p. 87.
  4. ^ Raimondo Carta Raspi, Ugone III di Arborea e le ambasciate di Luigi I d'Anjou.
  5. ^ Francesco Cesare Casula, La Storia di Sardegna.
  6. ^ Dizionario Storico Sardo, p. 493.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Francesco Cesare Casula, La Storia di Sardegna, Carlo Delfino Editore, Sassari, 1990.
  • Bianca Pitzorno, Vita di Eleonora d'Arborea, principessa medioevale di Sardegna, Milano, Oscar Mondadori, 2010, ISBN 978-8-8045-9714-8.
  • Gian Giacomo Ortu, La Sardegna tra Arborea e Aragona, Il Maestrale, Nuoro, 2017.
  • Francesco Cesare Casula e vari, Dizionario Storico Sardo, Carlo Delfino Editore, Sassari, 2001.
  • Francesco Cesare Casula e vari, Genealogie Medioevali di Sardegna, Due D editrice mediterranea, Sassari, 1983.
  • Pietro Paolo Tilocca, Il castello di Burgos, Poddighe, Sassari, 1997.
  • Pietro Paolo Tilocca, Goceano ieri ed oggi, Poddighe, Sassari, 1987.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]