Colonia di Renesso

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Colonia di Renesso
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLiguria
LocalitàRenesso, Savignone
IndirizzoStrada provinciale 10 ‒ 16010 Renesso (GE)
Coordinate44°33′21.6″N 8°59′37.68″E / 44.556°N 8.9938°E44.556; 8.9938
Informazioni generali
CondizioniIn uso
Stilerazionalista
Realizzazione
ArchitettoCamillo Nardi Greco

La colonia di Renesso è un'ex colonia estiva situata nel comune di Savignone.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La colonia è stata costruita nel 1933 in pochissimi mesi: dall’8 aprile 1932 al 30 luglio 1933. [1]

Il mosaico presente all'entrata della Colonia di Renesso che indica la data di edificazione, espressa in anni dell'era fascista.

L'edificio ospitava le “giovani italiane”, ragazzine dai 13 ai 18 anni, durante il periodo estivo, poiché costruita in un territorio ritenuto salubre.

Le loro giornate erano rigidamente strutturate, i momenti di gioco erano alternati a momenti di indottrinamento e studio, con lo scopo di infondere nelle bambine lo spirito fascista dall’alba al tramonto, cioè dall'alzabandiera all’ammainabandiera. Pertanto, questi soggiorni avevano un duplice scopo: da una parte un fine assistenziale gratuito, a vantaggio soprattutto delle fasce più deboli della popolazione che non potevano permettersi di portare i figli in vacanza, ma dall’altra è presente anche una funzione educativa di propaganda.

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stile utilizzato è proprio tipico dell’architettura fascista. L’edificio è a tre piani, con una torretta centrale, sulla quale era posizionata l’insegna in ferro con su scritto “Partito Nazionale Fascista”. All’ingresso, sul pavimento a mosaico è riportata la data di edificazione, espressa in anni dell’era fascista.  L’architetto si chiamava Camillo Nardi Greco, un progettista del regime che lavorò moltissimo in Liguria, anche in altre colonie, come la Colonia Fara di Chiavari. Nel suo lavoro infatti è presente una chiara adesione alle forme al “razionalismo italiano”, sviluppatosi in Italia, durante il periodo tra gli anni ‘20 e gli anni ‘30. Questa corrente architettonica segue i principi del funzionalismo, infatti l’obiettivo principale dell’architetto nella costruzione della colonia era di realizzare un edificio funzionale, che raggiungesse la maggiore utilità possibile. Un esempio di queste tendenze architettoniche dell’epoca sono sicuramente le finestre “a nastro” orizzontali, che movimentavano la facciata austera.

La colonia occupa un'area di 840 &apbs mq, ed è disposta su due piani oltre al pian terreno e un piano interrato, per una cubatura totale di circa 15.000 metri cubi[2]. L’edificio era destinato a ospitare il numero più alto di persone possibile, infatti accoglieva oltre 300 bambini. Aveva al piano terra i locali di servizio: la caldaia, la mensa, il refettorio e gli uffici, mentre ai piani superiori erano presenti principalmente le camerate, insieme a locali di uso comune come la palestra e l’infermeria.

Stato attuale e riqualificazione[modifica | modifica wikitesto]

Attualmente la colonia al suo interno conserva l’assetto originario, ma purtroppo ha subito danneggiamenti dovuti all’abbandono, gli atti dei vandali e la mancata manutenzione.

L'amministrazione comunale di Savignone ha avviato i lavori di riqualificazione della foresteria, un piccolo edificio nel parco circostante alla colonia, dentro cui in passato c'erano alcuni locali di servizio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marco De Felice (a cura di), Savignone, Seconda edizione.
  2. ^ Savignone, Seconda edizione.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco De Felice (a cura di), Savignone : storia, tradizioni e cultura di un antico borgo feudale, Genova, Brigati, 2004, ISBN 9788887822151.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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