Coordinate: 43°30′47.1″N 11°05′52.49″E

Chiesa di San Michele e del Santo Salvatore

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Chiesa di San Michele e del Santo Salvatore
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàVico d'Elsa (Barberino Tavarnelle)
Coordinate43°30′47.1″N 11°05′52.49″E
Religionecattolica
TitolareMichele Arcangelo
Arcidiocesi Firenze
Stile architettonicoRomanico-Gotico
Inizio costruzionecitata a partire dal 1260

La chiesa di San Michele e del Santo Salvatore era un edificio sacro situato all'interno del borgo di Vico d'Elsa nel comune di Barberino Val d'Elsa in provincia di Firenze.

La chiesa era situata all'ingresso del castello di Vico d'Elsa, località citata fin dal 995[1].

La prima citazione della chiesa di San Salvatore risale al 20 agosto 1260 quando il suo rettore, Tegrimo Aldobrandini, si impegnò a versare 28 staia di grano per il mantenimento dell'esercito fiorentino[2]. Questo è indice di buona salute economica; tale situazione durava ancora alla fine del XIII secolo quando risulta che nelle decime pagate tra il 1276[3] e il 1290[4] pagò 5 lire annue che divennero la metà nel 1302[5]. Nel 1286 risulta presente al sinodo fiorentino il rettore di questa chiesa che si chiamava Ammannato[6].

Dal 1328 appare col titolo di prioria di San Michele, una seconda chiesa che probabilmente era retta da canonici[7]; la maggiore dignità raggiunte era frutto della posizione in cui si trovava Vico d'Elsa, castello posto all'incrocio tra la via Francigena di fondovalle e un diverticolo della via Volterrana sud[8].

Dal 1409 le due chiese di San Michele e di San Salvatore ebbero il rettore in comune[9] ma dalla relazione fatta in occasione della visita pastorale del 1422 la chiesa di San Salvatore venne trovata senza rettore[7]. Nel 1481 le due chiese vennero riunite[9] ma il loro destino fu diverso: nel 1575 la prioria di San Michele era ancora fiorente mentre la chiesa di San Salvatore era in rovina e circondata dai campi[9]. Nel 1779 venne fondata la Confraternita del Santo Nome di Dio[9] e ancora nel 1788 la chiesa risulta officiata[9]. Successivamente venne profondamente modificata e oggi è ridotta ad uso di rimessa per una vicina fattoria.

A causa della trasformazione in magazzino il patrimonio artistico è stato rimosso ma dal punto di vista architettonico è ancora possibile leggere le sue proporzioni e i suoi materiali.

La chiesa aveva una pianta ad aula unica priva di abside e con copertura in legno. Si accede all'interno da due porte oggi tamponate: una era in facciata spostata sulla destra rispetto all'attuale ingresso e l'altra si trovava sul fianco sinistro a circa un metro di altezza dal piano stradale[7], a testimonianza di un notevole abbassamento del terreno. I numerosi assestamenti del terreno hanno causato numerosi danni alla struttura, originariamente realizzata in mattoni e conglomerato, che venne tenuta insieme mediante l'uso di catene e contrafforti.

I numerosissimi interventi di consolidamento hanno portato ad una caotica disposizione dei materiali usati tanto che è impossibile leggere le diverse fasi costruttive dell'edificio ma su tutte ne spiccano due di epoca medievale. Una prima fase costruttiva è visibile sul fianco destro dove fino ad un'altezza di 3-4 metri sono visibili dei conci di arenaria disposti a corsi orizzontali e paralleli appartenenti alla primitiva struttura forse crollata con il terremoto della fine del XII secolo[9]; la seconda riguarda la parete nord e più precisamente il portale con arco estradossato di stile pisano con architrave poggiante su mensole convesse in pietra databile alla metà del XIII secolo.

La facciata è in mattoni e presenta il portale con arco a pieno centro in mattoni poggiante su mensole in arenaria grigia e sovrastato da un'apertura ad occhio.

  1. ^ AA.VV. , Chiese medievali della valdelsa....., pag.185.
  2. ^ Nello stesso documento vengono nominati anche i 3 popoli del castello di Vico d'Elsa:il popolo di Sant'Andrea, quello di San Salvatore e il popolo di San Jacopo, Paoli 1889, pag.111
  3. ^ Guidi 1932, pag.23 n. 528.
  4. ^ Lami 1758, pag.536.
  5. ^ Per la precisione si tratta di 2 lire e 10 soldi, Giusti-Guidi 1942, pag.31 n.616
  6. ^ Lami 1758, pag.1136.
  7. ^ a b c AA.VV. , Chiese medievali della valdelsa....., pag.186.
  8. ^ Oltre alla chiesa, nel castello c'erano anche uno spedale per i pellegrini con annessa chiesa dedicata alla Madonna documentata nel 1340 e nei dintorni erano presenti degli alberghi documentati a partire dal 1334, AA.VV. , Chiese medievali della valdelsa....., pag.187, nota 9
  9. ^ a b c d e f M. Frati , Chiese romaniche....., pag.216.
  • Giovanni Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae monumenta, Firenze, Tipografia Salutati, 1758.
  • Giovanni Targioni Tozzetti, Relazioni d'alcuni viaggi fatti in diverse parti della toscana., Firenze, Stamperia Granducale, 1775.
  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
  • Luigi Santoni, Raccolta di notizie storiche riguardanti le chiese dell'Arci Diogesi di Firenze, Firenze, Tipografia Arcivescovile, 1847.
  • Emanuele Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, Milano, Editore Civelli, 1855.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.
  • Cesare Paoli, Il Libro di Montaperti (MCCLX), Firenze, Viesseux, 1889.
  • Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1894 al 30 giugno 1895. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1896.
  • Isidoro del Lungo, Semifonte, Castelfiorentino, a cura della Società Storica della Valdelsa, 1910.ISBN non esistente
  • Michele Cioni, La Valdelsa: guida storico-artistica, Firenze, Lumachi, 1911.
  • Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.
  • Pietro Guicciardini, Antiche strade della Valdelsa, Firenze, Tipografia Classica, 1939.
  • Pietro Guidi, Martino Giusti, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1295-1304, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1942.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Valdelsa, Firenze, Salimbeni, 1968.
  • Carlo Celso Calzolai, La Chiesa Fiorentina, Firenze, Tipografia Commerciale Fiorentina, 1970.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Architettura romanica religiosa nel contado fiorentino, Firenze, Salimbeni, 1974.
  • Renato Stopani, Il contado fiorentino nella seconda metà del Duecento, Firenze, Salimbeni, 1979.
  • AA. VV., Toscana paese per paese, Firenze, Bonechi, 1980.
  • Renato Stopani, Storia e cultura della strada in Valdelsa nel medioevo, Poggibonsi, Centro Studi Romei, 1986.
  • AA. VV., Chiese romaniche della Valdelsa. I territori della via Francigena tra Firenze, Lucca e Volterra, Empoli, Editori dell'Acero, 1995, ISBN 88-86975-18-X.
  • Marco Frati, Chiesa romaniche della campagna fiorentina. Pievi, abbazie e chiese rurali tra l'Arno e il Chianti, Empoli, Editori dell'Acero, 1997, ISBN 88-86975-10-4.
  • AA. VV., Il Chianti e la Valdelsa senese, Milano, Mondadori, 1999, ISBN 88-04-46794-0.

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