Ceramiche Bartoloni B.T.O.

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Laterizi Speciali e Ceramiche Bartoloni B.T.O. S.p.A.
Veduta aerea degli stabilimenti
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1860 a Treia
Fondata daOsvaldo Bartoloni
ChiusuraMaggio 2001 cessione aziendale
Sede principaleTreia
GruppoPT Intikeramik Alamasri Industri Tbk
ControllatePT Internusa Keramik Alamasri
Persone chiaveRaffaello Bartoloni
SettoreManifatturiero
ProdottiCeramiche e Laterizi
Slogan«Dal 1860 ovunque nel Mondo ovunque nel Tempo»

La Ceramiche Bartoloni B.T.O. S.p.A. è stata una azienda leader nei laterizi e ceramiche. Venne fondata nel 1860 da Osvaldo Bartoloni che impiantò a Treia uno dei primi esempi di fornace all'americana: l'acronimo B.T.O. sta per Bartoloni Treia Osvaldo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il suo sviluppo maggiore si ebbe alla fine della Seconda guerra mondiale, quando l'azienda incominciò ad avere le dimensioni di piccolo insediamento industriale, grazie al boom dell'edilizia, e mantenendo da sola l'intera economia treiese che in precedenza si basava prevalentemente sull'agricoltura. Il boom economico ed edilizio degli anni 1960 comportarono una notevole diversificazione della produzione con conseguente ampliamento strutturale ed occupazionale della Bartoloni, che divenne una tra le più importanti realtà nelle Marche. La produzione era costituita da Grès porcellanato, Monocottura Extra Durium, Klinker e Cotto Antico. Tra le prime industrie a produrre il grès porcellanato, la società fu anche attiva nella ricerca, con un suo brevetto per il trattamento S.R.I. stain resistant (antimacchia-antiusura-antiscivolo) che portarono l'azienda a vendere i propri prodotti in tutto il mondo ed essere un punto di riferimento per qualità ed innovazione. Alcuni esempi sono il Metroplaza Towers di Hong Kong, l'Hamarain Center di Dubai, il Regency Square Mall in Florida e la pavimentazione della metropolitana di Londra. Parallelamente l'azienda produceva anche vere e proprie opere d'arte in laterizio come quelle realizzate per alcune vie e palazzi che circondano la basilica di San Pietro (Palazzi Propilei) e Palazzo Venezia. Presso l'Appia Antica di Roma la B.T.O. ha fornito pavimenti in cotto speciale a disegno per le ville di Gina Lollobrigida, di Maria Denis, di Gianni Agnelli e di Massimo Girotti, tanto per citarne alcuni fra i nomi più illustri. Una benemerenza importante va segnalata, risalente al 1905: in quell'anno la Bartoloni venne insignita della medaglia d'oro per i prodotti realizzati e presentati a Marsiglia.

Nel 1996 l'ultimo proprietario, il commendatore Raffaello Bartoloni, vendette le attività al gruppo di ceramiche indonesiano Intikeramik Alamasri Industri Tbk. Gli anni seccessivi videro un lento ma costante declino, dovuto alla mancanza di nuovi investimenti da parte della nuova proprietà e alla crisi finanziaria asiatica tra il 1997 e il 1998 che portarono alla chiusura dello stabilimento, avvenuta nel maggio 2001.

iInterno degli stabilimenti
iInterno degli stabilimenti

L'azienda è anche ricordata nel romanzo della scrittrice Dolores Prato Giù la Piazza non c'è nessuno:

«La strada si allargava per le case che arretravano piegandosi per saldarsi con la Porta del Mulino che immetteva nelle mura. In quel piccolo slargo c’erano le botteghe dei Bartoloni e dei Senigaglia; se erano separati o mischiati nel lavoro o nelle parentele non so, come non so che cosa proprio vendessero; dal di fuori si vedeva solo una finestra aperta sulla chiarità esterna. Io mescolavo ferramenta, mattoni e fornaci. In quei due nomi c’era il benessere che distaccava. Dei Bartoloni solo il nome. Senza strappare la radice dal paese, senza demolire quella fornace che fu la prima si allargarono su Roma, portarono lavoro anche qui. La grande iniziale di Treja, come una bilancia in equilibrio, sollevò alto sulla capitale il nome di un fornaciaio trejese.
Quando per la prima volta mi capitò di vedere il grande pannello con l’equilibrata iniziale di Treja sospeso sulla faraonica accozzaglia dell’Eur, fu come l’incontro lontano con l’inesistente Piazza dell’Olmo di Treja. Anche questa volta Treja coperse tutta Roma [...] Né un colore, né un gesto, né un segno mi è rimasto di Osvaldo che non era nome estivo, ma residente, nome che non aveva paura [...] Osvaldo e una fornace per cuocere i mattoni. Una fornace era già una fabbrica e Osvaldo il suo creatore»

Note[modifica | modifica wikitesto]


Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]