Cancer pagurus

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Granciporro atlantico
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumCrustacea
ClasseMalacostraca
SottoclasseEumalacostraca
SuperordineEucarida
OrdineDecapoda
SottordinePleocyemata
InfraordineBrachyura
SezioneEubrachyura
SuperfamigliaCancroidea
FamigliaCancridae
GenereCancer
SpecieC. pagurus
Nomenclatura binomiale
Cancer pagurus
Linnaeus, 1758
Sinonimi

Cancer luederwaldti
Rathbun, 1930
Cancer fimbriatus
Olivi, 1792

Femmina con uova

Il granciporro atlantico[1] (Cancer pagurus Linnaeus, 1758) è un granchio marino appartenente alla famiglia Cancridae[2]. È un granchio robusto, di un colore marrone-rossiccio, che può misurare fino a trenta centimetri e raggiungere i 3 kg di peso. Si nasconde tra le rocce. È inattivo di giorno e si nasconde tra gli scogli, mentre è molto attivo di notte; si tratta di un predatore notturno. È uno dei granchi più pescati.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il carapace è marrone-rossastro[3], tendente al violaceo negli esemplari giovani. Può presentare macchie bianche. Il margine frontale è diviso in 9 lobi arrotondati[4]. Il carapace misura in lunghezza di solito intorno ai 6 cm nei maschi e a 9,8 cm nelle femmine, anche se può raggiungere i 15[4]. In larghezza misura dai 15 ai 25 cm[5]. Le chele sono grandi e nere in punta[4][6]. Vive mediamente 25-30 anni[7]. A causa delle sue dimensioni, è più lento di altri granchi, nonostante abbia potenti artigli compensatori. Può persino scavare sotto la sabbia per sfuggire ai predatori. Quando viene catturato assume la sua posizione caratteristica con le chele sotto il guscio, per proteggere i suoi lati ventrali più vulnerabili. A causa di questo comportamento, si chiama anche dormiglione e in Francia si chiama dormeur.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Gli esemplari adulti di C. pagurus sono notturni: rimangono nascosti nel substrato durante il giorno ed escono di notte per nutrirsi[8].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Ha una dieta molto varia, che comprende sia altri granchi (Pilumnus hirtellus, Carcinus maenas) che molluschi (Nucella lapillus, Mytilus edulis, Littorina littorea) e crostacei decapodi appartenenti alla superfamiglia Galatheoidea (Pisidia longicornis, Galathea squamifera, Porcellana platycheles)[9].

Predatori[modifica | modifica wikitesto]

È spesso preda di polpi, che a volte sfruttano le nasse dove i granchi sono già intrappolati per catturarli[10], ma anche pesci predatori come pesci lupo, cernie (Polyprion americanus) e foche (Halichoerus grypus).

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'inverno depone fino a 3.000.000 uova, trasportate dalla femmina[9]. La maturità sessuale viene raggiunta dalle femmine quando il carapace ha una larghezza di circa 12,7 cm e dai maschi quando ne misura 11[3].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Si trova sulle coste di tutta l'Europa, nel mar Mediterraneo, dove non è però particolarmente comune[11], nel mare del Nord e nell'oceano Atlantico[12].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Mipaaf - Decreto Ministeriale n°19105 del 22 settembre 2017 - Denominazioni in lingua italiana delle specie ittiche di interesse commerciale, su politicheagricole.it. URL consultato il 27 febbraio 2018.
  2. ^ (EN) Fransen, C. (2014), Cancer pagurus, in WoRMS (World Register of Marine Species).
  3. ^ a b (EN) Edible crab (Cancer pagurus), su ARKive. URL consultato il 29 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 12 aprile 2008).
  4. ^ a b c (EN) Mario J. de Kluijver & Sarita S. Ingalsuo, Cancer pagurus, su Macrobenthos of the North Sea, Universiteit van Amsterdam. URL consultato il 29 maggio 2014 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2011).
  5. ^ (EN) Ken Neal & Emily Wilson, Edible crab – Cancer pagurus, su Marine Life Information Network. URL consultato il 29 maggio 2014.
  6. ^ (EN) Ray W. Ingle, Structure and function, in Crayfishes, lobsters, and crabs of Europe: an illustrated guide to common and traded species, Cambridge University Press, 1997, pp. 2–10, ISBN 978-0-412-71060-5.
  7. ^ (EN) Edible crab, Cancer pagurus, su Fishonline, Marine Conservation Society. URL consultato il 29 giugno 2014.
  8. ^ (EN) K. Skajaa, A. Ferno, S. Lokkeborg & E. K. Haugland, Basic movement pattern and chemo-oriented search towards baited pots in edible crab (Cancer pagurus L.), in J.-P. Lagardère, M.-L. Béhout Anras G. Claireaux (a cura di), Advances in Invertebrates and Fish Telemetry, Hydrobiologia, 371–372, n. 0, 1998, pp. 143–153, DOI:10.1023/A:1017047806464.
  9. ^ a b (EN) Species Information for Cancer pagurus, su Biological Traits Information Catalogue, Marine Life Information Network. URL consultato il 29 giugno 2014.
  10. ^ (EN) Maurice Burton & Robert Burton, Edible crab, in International Wildlife Encyclopedia, Marshall Cavendish, 2002, pp. 741–742, ISBN 978-0-7614-7266-7.
  11. ^ Rupert Riedl, p. 461.
  12. ^ Cancer pagurus, su OBIS. URL consultato il 29 giugno 2014.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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