Bozza:Chem-art

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Cura, 2024, Alessio Manfredi, installazione; marmo, acciaio inossidabile, polimetilmetacrilato, acqua distillata, acido cloridrico, dimensioni 45 x 32 x 32 cm

La Chem-Art fa parte del movimento artistico delle Hybrid Arts, in cui gli artisti conducono la propria ricerca creando opere all'interno di aree inerenti la scienza e la  tecnologia. Secondo Victoria Vesna come un'arte a cavallo fra l'essere accettata come cultura ed il non essere accettata come disciplina artistica dall'establishment. Risulta composta da una sperimentazione, esplorazione e collaborazione con nuove discipline. Ma spesso l'essere avanti rispetto ai tempi porta alle opere ad essere neglette e vissute da troppi pochi spettatori[1]. È molto importante specificare che la definizione di Hybrid Art può essere confusa con le Hybrid Arts Forms[2] definite da J. Levinson.

La nomenclatura Chem-Art deriva proprio dalla crasi delle parole inglesi Chemistry (chimica) e Art (arte). Si tratta di una pratica artistica che viene definita per la prima volta dall'artista Alessio Manfredi (La Spezia, 09/07/1977) come "una forma di espressione artistica che pone al centro delle opere il processo di realizzazione attraverso metodologie riconducibili alla chimica in modo empirico o scientifico" nel Simposio SAGacia[3] [4](Simposio dell'Arte che GuardA alla sCIenzA) tenutosi il 6 aprile 2024 presso l'Aula Aldo La Ginestra del Dipartimento di Chimica di Sapienza Università di Roma. Un simposio che ha permesso di presentare al grande pubblico come sia possibile ed auspicabile la multidiscipliarietà dando spicco e presentando le Hybrid Arts[3][4]. Per la nomenclatura Chem-art o Chemart, e per la sua definizione si rimanda a  "Chem-art - La chimica è l'arte si incontrano"[5], catalogo a cura di Matteo e Leonardo Giaccari, Roma, 2024.

CbFg, 2024, Alessio Manfredi, fusione tramite reazione esotermica; silicio elementare, acciaio inox, dimensioni 9 x 14,5 x 12,5 cm

Utilizzando questo tipo di pratica, l'artista sperimenta in maniera empirica, pragmatica o sperimentale sia reazioni chimiche che  processi e reagenti tramite l'applicazione di calcoli stechiometrici e la ricerca costante del risultato. Il suo studio quindi può essere caratterizzato da una continua sperimentazione per raggiungere il suo obiettivo; oppure può nascere da uno studio pragmatico, teorico a priori per ottenere il risultato desiderato[5]. È quindi lampante come questa pratica, caratterizzata da sperimentazione, esplorazione e collaborazioni che spesso condivide lo stesso sfortunato destino sia per definizione parte delle Hybrid Arts.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) What is Hybrid Art? – Ars Electronica Blog, su ars.electronica.art, 24 marzo 2015.
  2. ^ Jerrold Levinson, Hybrid Art Forms, in Journal of Aesthetic Education, vol. 18, n. 4, 1984, pp. 5–13, DOI:10.2307/3332623.
  3. ^ a b Chimica404, SAGacia24: Simposio dell’Arte che Guarda alla Scienza, su Chimica404.
  4. ^ a b SAGacia: Simposio dell'Arte che GuardA alla sCIenzA, su iris.uniroma1.it.
  5. ^ a b CHEM-ART la Chimica e l'Arte si incontrano, su iris.uniroma1.it.
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