Aztez

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Aztez
videogioco
PiattaformaMicrosoft Windows, Linux, macOS
Data di pubblicazioneSteam:
Mondo/non specificato 1º agosto 2017
Epic Games Store:
Mondo/non specificato 13 febbraio 2020
GenerePicchiaduro a scorrimento, strategia a turni
TemaStorico
OrigineStati Uniti
SviluppoTeam Colorblind
PubblicazioneTeam Colorblind
Modalità di giocoGiocatore singolo
Periferiche di inputTastiera, mouse, DualShock 4, touch screen, gamepad, Joy-Con
SupportoDownload
Distribuzione digitaleSteam, Epic Games Store

Aztez è un videogioco misto tra picchiaduro a scorrimento e uno strategico a turni ambientato nell'impero azteco appena prima dell'invasione spagnola, sviluppato e pubblicato dalla Team Colorblind di Phoenix il 1º agosto 2017. Il team di sviluppo, composto da due persone (Ben Ruiz e Matthew Wegner), è invero un team di sviluppo di giochi indie, e ha voluto progettare Aztez come un videogioco d'arcade con l'azione in stile God of War e Devil May Cry.

Modalità di gioco[modifica | modifica wikitesto]

Tre sono le modalità di gioco: Campagna, Addestramento e Arena.

Campagna[modifica | modifica wikitesto]

Il gioco si svolge verso la fine del XV secolo, poco prima dell'arrivo dei Conquistadores spagnoli nell'impero azteco, e il giocatore si trova inizialmente con un Aztez, in una mappa che rappresenta le città reali dell'impero azteco stesso. La campagna si divide in due fasi, ovvero quella strategica e quella di battaglia.

  • La fase strategica è appunto la mappa dell'impero azteco, suddivisa in caselle esagonali, dove il giocatore può equipaggiarsi con le armi disponibili e sbloccate. Ad ogni turno sono presenti diversi eventi con le quali si decide il futuro dell'impero azteco: infatti, se tutto va bene, è possibile sottomettere altre città stato estendendo così i confini dell'impero; nella peggiore delle ipotesi, invece, alcune città potrebbero cadere in rovina. Ogni città possiede un numero equivalente alla popolazione totale, che può salire fino a 5 punti. Alla fine di ogni turno questi punti si sommano alla quantità totale di crediti che è possibile spendere per altri bonus.
  • La fase di battaglia è quella incentrata sulle lotte contro vari nemici, dove il giocatore impersona un Aztez (da cui il titolo), ovvero un guerriero d'elite azteco. La fase è un picchiaduro bidimensionale a scorrimento orizzontale, dove è possibile usare una spada, una lancia, un pugnale o una mazza per sterminare i vari nemici, completare la missione bonus per ogni evento e guadagnare così nuovi oggetti.

Il giocatore perde quando termina tutti gli Aztez (l'equivalente delle vite), i dissensi raggiungono Tenochtitlan o Cortez raggiunge la capitale. Al contrario, vinta quando respinge con successo l'invasione degli spagnoli di Cortez o soppianta l'imperatore Montezuma diventando lui stesso imperatore al suo posto.

Graficamente, nella fase di battaglia il gioco utilizza una tavolozza in scala bianco e nero con aggiunta di rosso per il sangue, in modo simile a MadWorld[1].

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Vari sono gli eventi presenti nel gioco:

  • Annessione: completare la sfida comporta l'annessione della città all'impero. Per vincere, il giocatore dovrà eliminare tutti i nemici entro due minuti. Perdere la sfida comporta la morte di un Aztez.
  • Spoglie di guerra: in questa missione bonus, è necessario sconfiggere tutti i nemici in due minuti. Vincere la sfida comporta l'ottenere degli oggetti bonus. Perdere la sfida comporta la morte di un Aztez.
  • Saccheggio: l'obiettivo è eliminare tutti i ladri che stanno saccheggiando le rovine in tre minuti. Perdere la sfida comporta la morte di un Aztez. Vincere comporta la scelta fra tre oggetti anziché due.
  • Peste: la città soffre di una mancanza di risorse. Bisogna sconfiggere tutti i nemici entro due minuti. Vincere eviterà la caduta della città. Perdere la sfida comporta la morte di un Aztez e l'andare in rovina della città.
  • Disgrazia del Dio Sole: dei cultisti ribelli di Tlaloc hanno occupato il tempio di Huitzilopochtli: l'obiettivo è eliminarli tutti. Perdere la sfida comporta la morte di un Aztez e un periodo di oscurità, impedito invece in caso di vittoria.
  • Tempio profanato: un gruppo di vandali sta profanando il tempio del Dio della Pioggia; l'obiettivo è eliminarli tutti. Perdere la sfida comporta la morte di un Aztez e un periodo di siccità, impedito invece in caso di vittoria.
  • Dissenso: perdere la sfida comporta la morte di un Aztez e un dissenso della città che diventa quindi ribelle, impedito invece in caso di vittoria, nel caso della quale la città rimane neutrale.
  • Rete di spie: perdere la sfida comporta la morte di un Aztez e la fuga delle spie in altre città; vincerla, invece, comporta la distruzione della rete.
  • Incursione di Chichimechi: perdere la sfida comporta la morte di un Aztez e la perdita di risorse.
  • Contratto di sicurezza: vincere la sfida fa ottenere al giocatore un certo numero di risorse, mentre perderla comporta la morte di un Aztez.
  • Festival della fertilità: questo evento bonus termina quando l'Aztez viene sconfitto o scade il tempo. Ogni barra di sangue riempita dona un punto popolazione bonus alla città. Inoltre, l'Aztez non muore.

Combattimento[modifica | modifica wikitesto]

In battaglia, è possibile usare un massimo di quattro armi, intercambiabili con i tasti direzionali. L'Aztez attacca con le proprie armi e con lo scudo (quest'ultimo utile per spezzare le guardie dei nemici), schivare o parare gli attacchi, o afferrare gli avversari e picchiarli o lanciarli per aria per poi saltargli addosso e infierire su di loro con attacchi aerei. Durante una presa, inoltre, se il nemico è abbastanza indebolito, è possibile afferrarlo, caricare un colpo potente e sacrificarlo in tal modo agli dei con tale colpo. Premendo il tasto Spazio (per la versione PC) è inoltre possibile assorbire il sangue caduto, riempiendo così una barra speciale a forma di sfera nelle vicinanze della barra di salute. Riempita la "sfera", sarà possibile evocare un dio per infliggere danni devastanti, o comunque avere un vantaggio devastante sul campo di battaglia.

I nemici hanno diversi attacchi, di cui il giocatore sarà avvertito col punto esclamativo sul nemico se sarà abbastanza vicino:

  • Giallo: il nemico lancerà un attacco debole, e sarà sufficiente parare l'attacco o comunque evitarlo.
  • Arancio: il nemico lancerà un attacco di moderata potenza, e l'Aztez dovrà contrattaccare.
  • Rosso: il nemico lancerà un attacco potente e pericoloso, capace di superare la parata, rendendo pertanto obbligatorio schivarlo.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Valutazioni professionali
Testata Versione Giudizio
Metacritic (media al 30-01-2020) PC 81/100[2]
Destructoid PC 9/10 (Superb)[3]

Il gioco ha avuto un'accoglienza generalmente positiva, con Metacritic che lo ha votato con un 81/100.[2] Ian Birnbaum, di PC Gamer, ne ha apprezzato lo stile di gioco, prevedendo un trend di "giochi storici a scorrimento" assieme ad Apotheon, gioco della Alientrap[4]. Caz lo ha considerato un successore spirituale di Actraiser stiloso e pieno di sostanza, e lo ha votato con un 8/10.[5]

Le vendite, invece, sono risultate molto scarse, in quanto è riuscito a vendere soltanto 2 000 copie nei primi due mesi di uscita, come riportato dalla stessa Team Colorblind.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Samit Sarkar, Bloody brawler Aztez coming to consoles and Vita after PC, in Polygon, 17 marzo 2014. URL consultato il 20 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2018).
  2. ^ a b (EN) Aztez for PC Reviews, su Metacritic, CBS Interactive. URL consultato il 7 febbraio 2020.
  3. ^ (EN) Nick Valdez, Destructoid, 1º agosto 2017, https://www.destructoid.com/review-aztez-451858.phtml. URL consultato il 12 marzo 2020.
  4. ^ (EN) Ian Birnbaum, Meet Aztez, the Aztec-themed brawler with impeccable style, in PC Gamer, 24 aprile 2014. URL consultato il 20 dicembre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 dicembre 2018).
  5. ^ (EN) Aztez Review (PC) - Caz, su YouTube.
  6. ^ (EN) Jessica Conditt, 'Aztez': The bloody indie brawler that should've been big, su Engadget, 19 ottobre 2017. URL consultato il 20 dicembre 2018.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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