Astragalus siculus

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Astragalo siciliano
Astragalus siculus
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Fabidi
OrdineFabales
FamigliaFabaceae
SottofamigliaFaboideae
TribùGalegeae
GenereAstragalus
SpecieA. siculus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineFabales
FamigliaFabaceae
GenereAstragalus
SpecieA. siculus
Nomenclatura binomiale
Astragalus siculus
Biv.
Sinonimi

Astracantha sicula
(Biv.) Greuter

Nomi comuni

astragalo dell'Etna, spino santo

L'astragalo siciliano (Astragalus siculus Biv.), o astragalo dell'Etna, è una pianta appartenente alla famiglia delle Fabacee, endemica della Sicilia[1].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una pianta arbustiva che forma cuscini spinosi alti 30–60 cm e sino a 2 m di diametro.

Ha foglie composte, formate da 6-12 foglioline, con una punta sottile e spinosa.

I fiori hanno corolla roseo-purpurea. Fiorisce da maggio ad agosto.

Il frutto è un legume.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Si trova esclusivamente sull'Etna, principalmente cresce sul versante meridionale.[2]

Cresce su pendii aridi di lava acida, ad un'altitudine compresa tra 1000 e 2400 m.[2] Alle alte quote forma delle radure pressoché ininterrotte (Astragaletum) talora in associazione con altre specie tipiche come il crespino (Berberis aetnensis), il tanaceto (Tanacetum siculum), il ginepro (Juniperus communis) e la ginestra dell'Etna (Genista aetnensis).

Proprietà[modifica | modifica wikitesto]

Nell'estratto alcolico delle radici sono state riscontrate due saponine astrasieversianin II e astragaloside I (meglio conosciuta come astrasieversianin IV).[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Astragalus siculus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 aprile 2023.
  2. ^ a b Astragalus siculus scheda botanica a cura di Girolamo Giardina
  3. ^ Baratta MT, Ruberto G., Cycloartane triterpene glycosides from Astragalus siculus, in Planta Med., vol. 63, n. 3, 1997, pp. 280-283.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Edagricole, Bologna 1982. ISBN 8850624492
  • T.G. Tutin, V.H. Heywood et Alii, Flora Europea, Cambridge University Press 1976. ISBN 052108489X

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