Astragalus maritimus

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Astragalus maritimus
Immagine di Astragalus maritimus mancante
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Fabidi
OrdineFabales
FamigliaFabaceae
SottofamigliaFaboideae
TribùGalegeae
GenereAstragalus
SpecieA. maritimus
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineFabales
FamigliaFabaceae
GenereAstragalus
SpecieA. maritimus
Nomenclatura binomiale
Astragalus maritimus
Moris, 1837

Astragalus maritimus Moris, 1837 è una pianta erbacea, appartenente alla famiglia Fabaceae, endemica della Sardegna sud-occidentale.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una specie terofita (raramente emi-criptofita), a sviluppo vegetativo stagionale.

Ha foglie composte da foglioline paripennate di colore verde-glauco; i fusti multipli ascendenti, sono leggermente pelosi; l'infiorescenza è a 6-12 fiori, corolle lunghe 18–20 mm, colore rosa-violetto. I frutti sono baccelli molto arcuati.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La pianta non è appetita del bestiame (probabile non commestibilità), c'è invece chi dice che piuttosto è a rischio di danno per la modificazione antropica (transito e calpestio).[senza fonte]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La pianta è presente esclusivamente in un areale estremamente ristretto, a nord dell'isola di San Pietro (CI) (meno di due ettari), su suolo arido, povero ed incoerente, su base roccioso - vulcanica[1].

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Per la ristrettezza del suo areale e il costante declino della popolazione, la IUCN Red List classifica Astragalus maritimus come specie in pericolo critico di estinzione[1].

L'intera popolazione ricade all'interno del Sito di Importanza Comunitaria "Isola di San Pietro” (ITB040027) ed è sottoposta a continuo monitoraggio da parte del Centro per la conservazione della biodiversità dell'Università di Cagliari[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Fenu, G., Mattana, E. & Bacchetta, G., 2013, Astragalus maritimus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 29 aprile 2023.
  2. ^ (EN) Astragalus maritimus, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 29 aprile 2023.
  3. ^ Bacchetta G., Fenu G. and Mattana E., Studi di biologia della conservazione di specie vegetali endemiche della Sardegna, nell'ambito del progetto "GENMEDOC", in Webbia, vol. 63, n. 2, 2008, pp. 293-307.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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