Arundinelleae

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Arundinelleae
Arundinella nepalensis
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Monocotiledoni
(clade)Commelinidi
OrdinePoales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPanicoideae
TribùArundinelleae
Stapf, 1898
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseLiliopsida
SottoclasseCommelinidae
OrdineCyperales
FamigliaPoaceae
SottofamigliaPanicoideae
TribùArundinelleae
Generi

Arundinelleae Stapf, 1898 è una tribù di piante spermatofite monocotiledoni appartenente alla famiglia delle Poacee (ex Graminaceae) e sottofamiglia Panicoideae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della tribù deriva dal genere tipo Arundinella Raddi, 1823. Arundinella è un diminutivo di Arundo in quanto le piante hanno l'aspetto di piccole canne.[2]

Il nome scientifico della tribù è stato definito dal botanico austriaco Otto Stapf (23 marzo 1857 – 3 agosto 1933) nella pubblicazione "Flora capensis :being a systematic description of the plants of the Cape colony, Caffraria, & Port Natal (and neighbouring territories)" (Fl. Cap. 7: 314. Jul 1898.) del 1898.[3][4]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il portamento
Arundinella hirta
Le foglie
Arundinella nepalensis
Infiorescenza
Arundinella leptochloa
I fiori
Arundinella nepalensis
Spighetta generica con tre fiori diversi
  • Il portamento delle specie di questo gruppo in genere è cespitoso, rizomatoso (in Arundinella a volte i rizomi sono squamosi) o stolonifero con cicli biologici annuali (in Jansenella) o perenni. I culmi possono essere rigidamente eretti e non ramificati, oppure deboli, genicolati e ramificati.[5][6][7][8][9][10][11][12]
  • Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Possono essere presenti dei pseudopiccioli.
  • Guaina: la guaina è abbracciante il fusto; in genere è corta, membranosa, lacerata o ciliata.
  • Ligula: le ligule sono membranosa; la membrana è sfrangiata (una fitta frangia di lunghi peli dietro alla base della lama); in genere le ligule sono molto corte.
  • Lamina: la lamina ha delle forme generalmente da lineari a lanceolate e piatte.
  • Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze, ascellari e terminali, in genere sono ramificate (o con rami primari non ramificati, o rami primari ramificati formanti rami di ordine superiore) e sono formate da alcune spighette accoppiate (con pedicelli disuguali brevemente connati) ed hanno la forma di una pannocchia aperta o contratta. L'asse centrale (rachide) è liscio, scabro o ispido sugli angoli. In Garnotia le spighette sono solitarie, in coppia o in gruppi di tre.
  • Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, con forme da lanceolate a ovate e compresse lateralmente, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da due fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili (o staminati); in questo caso sono in posizione prossimale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori. La colorazione delle spighette può essere violacea. In Garnotia è presente un solo fiore, quello prossimale sterile assente.
  • Glume: le glume, disuguali (quella superiore è lunga quanto la spighetta), sono membranose eventualmente con bordi ialini, con o senza barbe; gli apici sono acuti o mutici (l'apice della glume superiore è spesso caudato).
  • Palea: la palea, eventualmente carenata (o bicarenata), è membranosa con o senza barbe. In Jansenella le chiglie sono alate.
  • Lemma: il lemma, liscio e con 3 - 5 venature, è membranoso eventualmente con bordi ialini o precisi, con o senza barbe; l'apice del lemma superiore generalmente è a forma di tenda (intero o con due denti). Quello inferiore può essere persistente.
  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
*, P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
  • Il perianzio è ridotto e formato da due lodicule, delle squame traslucide, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule hanno una consistenza carnosa.
  • I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme ovoidali (o ellissoidi o oblunghe), nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è puntiforme. L'embrione è provvisto quasi sempre di epiblasto ha un solo cotiledone (allungato) altamente modificato (scutello con fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia si sovrappongono.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La distribuzione delle specie di questa tribù è cosmopolita-tropicale.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa tribù (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9 700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9 500)[9]. Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, la tribù Arundinelleae è posizionata all'interno della sottofamiglia Panicoideae.[5][6]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

All'interno della famiglia Poaceae la sottofamiglia Panicoideae appartiene al clade "PACMAD" (formato dalle sottofamiglie Aristidoideae, Arundinoideae, Micrairoideae, Danthonioideae, Chloridoideae e Panicoideae). Questo clade con il clade BEP (formato dalle sottofamiglie Ehrhartoideae, Bambusoideae e Pooideae) forma un "gruppo fratello" (il clade BEP a volte è chiamato clade "BOP" in quanto la sottofamiglia Ehrhartoideae a volte è chiamata Oryzoideae).

Il clade "PACMAD" è un gruppo fortemente supportato fin dalle prime analisi filogenetiche di tipo molecolare. Questo gruppo non ha evidenti sinapomorfie morfologiche con l'unica eccezione dell'internodo mesocotiledone allungato dell'embrione. Questo clade inoltre è caratterizzato, nella maggior parte delle piante, dal ciclo fotosintetico di tipo C4 (ma anche a volte tipo C3 in quanto ancestralmente era C3).[5]

La sottofamiglia della tribù Arundinelleae (Panicoideae), nell'ambito del clade "PACMAD", a parte la sottofamiglia Aristidoideae in posizione "basale", forma un "gruppo fratello" con il resto delle sottofamiglie del clade.[5] La tribù Arundinelleae, nell'ambito della sottofamiglia, appartiene alla supertribù Andropogonodae L. Liu, 1980, formata dalle tribù Paspaleae, Arundinelleae e Andropogoneae.[1]

Generi della tribù[modifica | modifica wikitesto]

La tribù si compone di 3 generi e 83 specie:[1][5][12]

Genere Numero specie Via fotosintetica Numero cromosomico Distribuzione
Arundinella
Raddi, 1823
52 Tipo C4 2n = 14, 20, 28, 36 e 56 Cosmopolita-tropicale
Garnotia
Brongn., 1830
29 Tipo C4 2n = 20 Asia sud-orientale e Australia
Jansenella
Bor, 1955
2 Tipo C3 2n = 20 India

Note: in precedenti studi il genere Jansenella era descritto all'interno della tribù Tristachyideae.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Soreng et al. 2017.
  2. ^ Etymo Grasses 2007, pag. 34.
  3. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 15 dicembre 2020.
  4. ^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 15 dicembre 2020.
  5. ^ a b c d e f Kellogg 2015, pag. 290.
  6. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
  7. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
  8. ^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
  10. ^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
  11. ^ eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 15 dicembre 2020.
  12. ^ a b Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org. URL consultato il 15 dicembre 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]