Arctosa kadjahkaia

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Arctosa kadjahkaia
Immagine di Arctosa kadjahkaia mancante
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
SottoregnoEumetazoa
SuperphylumProtostomia
PhylumArthropoda
SubphylumChelicerata
ClasseArachnida
OrdineAraneae
SottordineAraneomorphae
SuperfamigliaLycosoidea
FamigliaLycosidae
SottofamigliaLycosinae
GenereArctosa
SpecieA. kadjahkaia
Nomenclatura binomiale
Arctosa kadjahkaia
Roewer, 1960c

Arctosa kadjahkaia Roewer, 1960 è un ragno appartenente alla famiglia Lycosidae.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome proprio della specie deriva dalla località afgana di rinvenimento degli esemplari: il villaggio di Kadjahkai, dove sono stati reperiti gli esemplari fra il 30 aprile e il 1* maggio 1958[1].

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

I cheliceri sono provvisti di 3 denti uncinati posteriormente; il dente apicale è il più grande, gli altri due sono di uguale dimensione fra di loro. L'epigino è piatto e di forma triangolare[1].

Le femmine hanno il bodylenght (prosoma + opistosoma) di 14 millimetri (6 + 8)[1].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

La specie è stata reperita nell'Afghanistan meridionale: su un pendio pietroso che porta al villaggio di Kadjahkai, 70 chilometri a nordest della cittadina di Guerechk, appartenente alla provincia di Helmand[1].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La denominazione Arctosa kadjakhaia (vi è il gruppo kh invece di hk) adoperata nel catalogo di Brignoli (1983c), è da ritenersi un refuso[2].

Al 2016 non sono note sottospecie e dal 1983 non sono stati esaminati nuovi esemplari[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Araneae Lycosaeformia II (Lycosidae) (Fortsetzung und Schluss)
  2. ^ World Spider Catalogue

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roewer, C.F., 1960c - Lycosidae aus Afghanistan (Araneae). Acta Universitatis Lundensis (N.F.) (2) vol.56, n.(17), pp.1-34. PDF (pag.22)
  • Brignoli, P.M., 1983c - A catalogue of the Araneae described between 1940 and 1981. Manchester University Press, 755pp. PDF (pag.439)

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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