Antirrhinoideae

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Antirrhinoideae
Antirrhinum siculum
(Bocca di leone siciliana)
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi I
OrdineLamiales
FamigliaPlantaginaceae
SottofamigliaAntirrhinoideae
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineScrophulariales
FamigliaScrophulariaceae
SottofamigliaAntirrhinoideae
Hartl & Betsche, 1984
Tribù

Antirrhinoideae Hartl & Betsche, 1984 è una sottofamiglia di piante spermatofite, dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome della sottofamiglia deriva dal suo genere tipo Antirrhinum L., 1753 il cui significato in greco è “simile a un muso (o un naso)”, infatti “anti” = simile e “rhin” = naso ad indicare la forma della corolla personata.[2][3] La prima documentazione di questo nome si trova in Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) un botanico francese; e prima ancora in Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici.[4]

Il nome scientifico della sottofamiglia è stato definito, nella attuale circoscrizione, dai botanici contemporanei Dimitri Hartl (1926 - 2015) e I. Betsche nella pubblicazione "Courier Forschungsinst. Senckenberg 71: 127 (1984)" del 1894.[5] Il nome di questo gruppo compare in precedenza nella pubblicazione "Vegetable Kingdom, The; or, the Structure, Classification, and Uses of Plants, Illustrated upon the Natural System... with Upwards of Five Hundred Illustrations. London - Veg. Kingd.: 684. Jan-Mai 1846" a cura dei botanici inglesi George Bentham (1800-1884) e John Lindley (1799-1865).[6] Prima ancora è stato definito dai botanici Vincenz Franz Kosteletzky (1801-1887) nel 1834 e da Christiaan Hendrik Persoon (1761-1836) nel 1807.[7]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

  • Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[8]
  • Il calice, tuboloso, campanulato, urceolato o imbutiforme, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è profondamente pentalobato con lobi da subuguali a ineguali (in genere quelli adassiali sono più corti). I lobi hanno delle forme più o meno lanceolate; in alcune specie sono spinuloso-dentati.
  • La corolla, gamopetala e tubolare (con forme da cilindriche a campanulate, ma anche strettamente imbutiformi), è del tipo bilabiata con 4 - 5 lobi patenti. Il tubo, che spesso ha una gibbosità e uno sperone da conico a lineare o filiforme (o anche ridotto ad un sacco) nella parte basale-adassiale, può essere più o meno ampio o lungo, oppure compresso dorsoventralmente. La parte interna inferiore delle fauci è lanosa oppure glabra a seconda della specie. La forma terminale della corolla è personata con il palato sul labbro inferiore (il palato può oppure no chiudere la gola e può anche non essere presente o formato in modo embrionale). Il labbro superiore è bilobo ed eretto a volte con la forma di un casco; quello inferiore con tre lobi (quello mediano in genere è più piccolo di quelli laterali), i lobi possono essere riflessi. Il colore della corolla è blu, rosso, rosa, crema con palato giallo.
  • I frutti sono delle capsule con varie deiscenze (setticide, loculicide o porocide). I semi, da numerosi a pochi (almeno uno per loculo), hanno delle forme da ellissoidi a reniformi oppure piatte e possono essere distintamente alati. Le teste dei semi sono reticolato-alveate oppure crestate o tubercolate o del tutto lisce. Sulla superficie dei semi possono inoltre essere presenti delle coste longitudinali.

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le due tribù di questa sottofamiglia hanno delle distribuzioni diverse:

  • Antirrhineae: la distribuzione delle specie di questa tribù è prevalentemente mediterranea (con un centro di distribuzione secondario nel Nord America) con climi più o meno temperati.
  • Cheloneae: la distribuzione delle specie di questo gruppo è soprattutto relativa all'America del Nord con habitat vari (subtropicali, temperati, alpini e altro).

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[8] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[9], o anche 117 generi e 1904 specie[14] o 90 generi e 1900 specie[15]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù.

Composizione della sottofamiglia[modifica | modifica wikitesto]

La sottofamiglia comprende 2 tribù, 37 generi e circa 585 specie.[1][14][15]

Tribù Antirrhineae[modifica | modifica wikitesto]

La tribù Antirrhineae Dumort., 1827 comprende 28 generi e circa 295 specie:

Tribù Cheloneae[modifica | modifica wikitesto]

La tribù Cheloneae Benth., 1846 comprende 9 generi e circa 290 specie:

Incertae sedis[modifica | modifica wikitesto]

  • Russelieae Pennell, 1920: tribù con 2 generi e 60 specie (vedi paragrafo seguente).[14]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

Questa sottofamiglia in passato è stata descritta sia nella famiglia delle Scrophulariaceae che in quella della Veronicaceae.[1] L'attuale posizione tassonomica all'interno della famiglia Plantaginaceae è stata definita con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) tramite l'analisi del DNA con metodi cladistici.[15]

La tribù Antirrhineae è monofiletica ed è caratterizzata dalla deiscenza poricida della capsula dei frutti ed in generale dall'estremo zigomorfismo del fiore, ma anche dalla presenza del glucoside iridoide "antirrhinoside".[16] In base alle analisi molecolari la tribù è suddivisa in 6 cladi principali.[17][18] Per la circoscrizione della tribù Cheloneae sono stati presi in considerazione soprattutto i caratteri relativi all'infiorescenza, alla forma dello staminoide, alla morfologia del polline e alle caratteristiche della pubescenza, oltre naturalmente ai dati molecolari.[16]

Da diverse analisi le due tribù risultano un "gruppo fratello", ma non sempre questo risultato è confermato (in altri casi la tribù Cheloneae sembra più collegata alle tribù Digitalideae e Veroniceae). In particolare la tribù Cheloneae potrebbe essere "gruppo fratello" della tribù Russelieae (con i generi Russelia e Tetranema) la cui collocazione all'interno della famiglia è ancora incerta.[16] Alcune checklist includono nella sottofamiglia di questa voce anche la tribù Russelieae.[7][19]

Generi spontanei della flora italiana[modifica | modifica wikitesto]

Sul territorio italiano sono presenti i seguenti generi della sottofamiglia Antirrhinoideae:[13][20]

Alcune specie[modifica | modifica wikitesto]

Tribù Antirrhineae[modifica | modifica wikitesto]

Tribù Cheloneae[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Kadereit 2004, pag. 375.
  2. ^ David Gledhill 2008, pag. 52.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 19 gennaio 2017.
  4. ^ a b Motta 1960, Vol. 1 - pag. 151.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 29 gennaio 2017.
  6. ^ Indices Nominum Supragenericorum Plantarum Vascularium, su plantsystematics.org. URL consultato il 29 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2015).
  7. ^ a b The Taxonomicon, su taxonomicon.taxonomy.nl, p. Antirrhinoideae. URL consultato il 29 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2013).
  8. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 493.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  10. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 627.
  11. ^ Musmarra 1996.
  12. ^ Wolfe et al 2006.
  13. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 522.
  14. ^ a b c Olmstead 2012.
  15. ^ a b c Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 15 gennaio 2017.
  16. ^ a b c Albach et al 2005.
  17. ^ Vargas et al. 2004.
  18. ^ Fernandez et al. 2013.
  19. ^ Systema Naturae 2000 / Classification, su sn2000.taxonomy.nl, p. Subfamily Antirrhinoideae. URL consultato il 29 gennaio 2017 (archiviato dall'url originale il 2 febbraio 2017).
  20. ^ Conti et al. 2005.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]