André do Prado

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André do Prado (Évora, 13?? – Portogallo, 14??) è stato un religioso, teologo e filosofo portoghese.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Évora sul finire del XIV secolo, Fra André do Prado studiò al Convento di S. Francesco di Évora e presso le Università di Parigi e di Bologna, città nella quale risiedeva all'inizio del XV secolo. Francescano, insegnò teologia nel contesto della Chiesa Cattolica e lavorò ai servizi del vescovo di Braga. Passò parte della vita adulta fuori dal Portogallo, paese al quale ritornò all'età di circa 70 anni, e dove morì non prima del 1450.[1][2]

Opera teologica[modifica | modifica wikitesto]

La sua opera principale è il Horologium Fidei, trattato di teologia sotto forma di dialogo - probabilmente o in gran parte artificiale - con Enrico il Navigatore, Infante del Portogallo e figura di primissimo rilievo dell'epoca dei Descobrimentos. André do Prado fu anche l'autore di Spiraculim Francisci Mayronis, testo che si trova conservato presso le biblioteche di Assisi e di Oxford.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

  • Horologium fidei
  • Spiraculum Francisci Mayronis

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Frei André do Prado, su cvc.instituto-camoes.pt.
  2. ^ António Domingues Sousa Costa, «Mestre Frei André do Prado, desconhecido escotista português do século XV», in Revista Portuguesa de Filosofia, n. 23, 1967, pp. 293-337.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • CALAFATE, Pedro, «Frei André do Prado», Filosofia Portuguesa, sito dell'Istituto Camões, web, consultato il 4 gennaio 2021.
  • COSTA, António Domingues Sousa, «Mestre Frei André do Prado, desconhecido escotista português do século XV», Revista Portuguesa de Filosofia, 23 (1967), pp. 293-337.
  • LOPES, F. Félix, «À volta de Frei André do Prado», Colectânea de Estudos, 2 (1951), Braga, pp. 121-132.
  • MARTINS, Mário, «O diálogo entre o Infante D. Henrique e Frei André do Prado», Revista Portuguesa de Filosofia, 16 (1960), pp. 281-295.
  • MARTINS, Mário, «O livro que o Infante mandou escrever», Brotéria, 71 (1960), pp. 195-206.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]