Amore e Psiche (Gérard)

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Amore e Psiche
Il dipinto mostra Cupido (a destra) e Psiche (a sinistra). La farfalla sopra la sua testa simboleggia l'anima.
AutoreFrançois Gérard
Data1798
Tecnicaolio su tela
Dimensioni186×132 cm
UbicazioneMuseo del Louvre, Parigi

Amore e Psiche (o Allegoria di Eros e Psiche) è un dipinto a olio di François Gérard esposto per la prima volta al Salon (mostra) del 1798. Attualmente viene conservato al museo del Louvre (con il numero d'inventario 4739).[1]

Storia e descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La giovane principessa Psiche viene raffigurata mentre rimane alquanto sorpresa dal primo bacio che sta ricevendo da Cupido, (o Amore o Eros) il quale rimane invisibile ai suoi occhi. L'antico mito qui raccontato è una storia d'amore, ma anche una allegoria appartenente alla metafisica: Psiche è difatti la personificazione dell'anima umana, rapportata alla passione travolgente, alla libido. L'opera prodotta dal pittore francese che era stato allievo di Jacques-Louis David,[2] testimonia dell'evoluzione della corrente artistica denominata neoclassicismo alle espressione di più profonda sensualità, in combinazione con una certa astrazione formale.

Il rapporto tra Amore e Psiche si ispira alla narrazione fattane dal poeta latino Apuleio ne Le metamorfosi, ed era un soggetto che ha ispirato a più riprese gli artisti neoclassici tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo, sia pittori, che scultori e scrittori. I gesti di Eros, dio dell'amore, rimangono misurati, privi quasi del tutto di passione e impegno. Le linee del corpo riflettono l'accurata attenzione rivolta all'anatomia. L'espressione di Psiche denota un rilassamento sereno ma distante, come gli sforzi per nascondere i suoi sentimenti. La capacità dell'artista si vede inoltre anche nella realizzazione della veste trasparente che copre le gambe della giovane.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Página del museo, su cartelfr.louvre.fr. URL consultato il 24 maggio 2013.
  2. ^ (ES) artehistoria.jcyl.es. URL consultato il 17 settembre 2013 (archiviato dall'url originale il 28 aprile 2014).

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