Agnelli (famiglia mantovana)
Agnelli Campese del Monferrato | |
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Inquartato, al 1° e 4° d'azzurro, all'agnello d'argento, ritto, al 2° e 3° troncato d'oro e d'argento, con la fascia di rosso sulla partizione, carica di tre stelle d'argento o d'oro.[1] | |
Titoli | Stemma originale araldico di Contea |
Fondatore | Agnello |
Data di fondazione | XII secolo |
Del Monferrato,[3] Agnelli Campese[senza fonte]fu una nobile famiglia di Mantova, dapprima conti poi marchesi (1638 - 1802) sotto il Ducato di Mantova e del Monferrato.[4]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il capostipite fu Agnellus judex et patronus Matuae qui floruit an. circa 1180,[1] proveniente dal Granducato di Pisa.
La famiglia, dedita all'attività latifondista, trovò dimora in seguito presso i Gonzaga sin dalla fine del XII secolo. Acquistò nelle generazioni sempre più prestigio sotto la corte del Ducato di Mantova occupando anche ruoli importanti non solo sul piano politico ma soprattutto su quello ecclesiastico; furono difatti le posizioni di potere in Santa Romana Chiesa di alcuni dei personaggi di questa famiglia a far sì che, agli inizi del XVII secolo, la contea divenne marchesato per onorificenza, direttamente dalla volontà della stessa duchessa Maria Gonzaga.[1]
Fino al 1700 i Marchesi Agnelli Campese del Monferrato amministrarono il territorio piemontese per mano della sovranità dei Gonzaga-Nevers (1631-1708); di seguito il marchesato passo sotto il dominio del Ducato di Savoia, per poi essere definitivamente ceduto alla famiglia reale Sabauda con la nascita del Regno di Sardegna (XIX secolo).[senza fonte]
Dimore di particolare valore artistico sono appartenute a questa famiglia; esemplari sono il Palazzo Vescovile di Mantova (Palazzo Bianchi) e alcune delle più sfarzose residenze piemontesi, una delle quali il Castello del Monferrato a Casale Monferrato.
Personaggi illustri
[modifica | modifica wikitesto]- Vincenzo Agnello Suardi (1582-1644), vescovo di Alba nel 1616 e quindi di Mantova nel 1620
- Lepido Agnelli Campese Suardi (XVI secolo), conte al servizio dei Gonzaga di Mantova
- Scipione Agnelli Maffei (1586-1653), marchese e vescovo (nel 1624) di Casale Monferrato [5], ambasciatore onorario dei Gonzaga
Nel 1638 la duchessa Maria Gonzaga, reggente del ducato di Mantova e del Monferrato, conferì alla famiglia il titolo di marchesi.[1] Portarono il titolo di Conti di Castelletto Molina (1600-1664).[6]
Il titolo nobiliare e il possesso dei latifondi si estinsero nel 1946 a seguito della caduta del regime fascista e la nascita della repubblica Italiana. I palazzi Mantovani e i possedimenti piemontesi del Monferrato andarono di volta in volta ceduti e annessi alle proprietà demaniale italiane fatta eccezione di alcune dimore storiche tutt’oggi di patrimonio del ramo della famiglia Piemontese.
Arma
[modifica | modifica wikitesto]Inquartato: al 1° e 4° d'azzurro, all'agnello d'argento, ritto; al 2° e 3° troncato d'oro e d'argento, con la fascia di rosso sulla partizione, carica di tre stelle d'argento o d'oro.[1]
Alias: D'azzurro, all'agnello rampante d'argento.[1]
Lo stemma araldico della famiglia ha avuto nei secoli alcune variazioni nella simbologia; in primo luogo in onore alle origini pisane la contea possedeva in effigie sul proprio scudo il giglio Mediceo su sfondo rosso e bianco (emblema dei Gonzaga), in un secondo luogo invece furono aggiunte le onorificenze e l'appartenenza al territorio monferrino (aquila reale su campo rosso), nonché il marchesato e i riconoscimenti di Santa Romana Chiesa.[senza fonte]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f Crollalanza, p.11.
- ^ Palazzo Vescovile apre per le giornate del Fai., su gazzettadimantova.gelocal.it. URL consultato il 10 marzo 2017 (archiviato dall'url originale il 12 marzo 2017).
- ^ Turismo Mantova. Gli Agnelli mantovani.
- ^ Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, vol. 1, p. 11, Bologna, 1886.
- ^ Scipione Agnelli.
- ^ Agnelli (poi Agnelli Maffei)., su vivant.it. URL consultato il 29 novembre 2018 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2018).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.1, ISBN non esistente.