Adolph Cornelis van Bruggen

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Adolph Cornelis van Bruggen (2009)

Adolf Cornelis van Bruggen, noto anche come A. C. van Bruggen or Dolf van Bruggen (L'Aia, 9 luglio 19293 giugno 2016[1]), è stato un entomologo, botanico e malacologo olandese. I suoi interessi nei tropici e nell'Africa tropicale hanno dominato la scena scientifica internazionale per più di 50 anni.[2] Egli è un esperto specialmente nelle famiglie di chiocciole Streptaxidae, Achatinidae e Maizaniidae.[2] A tutto il 2008 egli aveva scritto 655 pubblicazioni scientifiche.[2]

È l'ultimo nato della coppia A.C. van Bruggen, Sr. e A.C.G. van Bruggen-van Eyk Bijleveld.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

I primi anni[modifica | modifica wikitesto]

Dolf trascorse la sua gioventù a L'Aia.[2] Storia naturale ed in particolare gli animali hanno sempre richiamato la sua attenzione.[2] Il padre era un funzionario di elevato livello presso il Ministero olandese dell'Istruzione, Cultura e Scienze, sotto il cui controllo era allora il Museo Reale di Storia Naturale. Quando Dolf si diplomò al Ginnasio de L'Aia nel 1949, il padre lo presentò a Carel Octavius van Regteren Altena, curatore dei Molluschi presso il Museo, che stimolò così il suo interesse nella malacologia. All'Università di Leida Dolf studiò Sistematica botanica, Ecologia animale e Sistematica zoologica. Laureatosi nel 1956 in Biologia, dopo tre anni di assistentato al prof. Hilbrand Boschma (1893–1976), direttore del Museo Reale di Storia Naturale, che insegnava Sistematica zoologica all'Università di Leida.[2]

L'inizio della carriera malacologica può essere datato al 1948, quando egli divenne membro della Società olandese di Malacologia (NMV). La sua prima pubblicazione in questa materia, in olandese, comparve nel 1948 sulla rivista olandese De Levende Natuur: una breve nota che trattava del ritrovamento di un esemplare di Anomia ephippium, una specie marina bivalve non comune nei Paesi Bassi. Tuttavia la sua prima importante pubblicazione comparve nello stesso anno e rivista: essa trattava dell'osservazione di foche e di sugarelli nelle acque antistanti una spiaggia olandese.[2]

Fu a Leida che Dolf conobbe la sua futura consorte, Wenda van Bruggen-Gorter.

Inizialmente egli voleva recarsi, dopo gli studi, nelle Indie orientali olandesi (oggi Indonesia), ma ciò quando l'ex colonia olandese dichiarò la propria indipendenza il 27 dicembre 1949. Poiché Dolf era molto interessato ai tropici, scelse in sostituzione l'Africa.[2]

In Africa (1957–1966)[modifica | modifica wikitesto]

Dolf e signora partirono per il Sudafrica, fermandosi durante il viaggio nell'isola di Sant'Elena, nel maggio del 1957. In Sudafrica Dolf accettò un impiego presso il Ministero dell'Agricoltura, delle Foreste e della Pesca a Pretoria. Qui egli venne incaricato din studiare gl'insetti ed i problemi che questi causavano nei magazzini. Dopo tre anni egli accettò la posizione di biologo marino e Curatore dell'Oceanario, appena istituito a Port Elizabeth. Poiché si trattava della prima istituzione del genere in Africa, vi furono numerosi problemi per il suo avvio. Poco dopo però accettò l'offerta del Museo del Natal a Pietermaritzburg, consistente nella posizione di curatore di malacologia. Sia lui che la consorte Wenda lavorarono nel Museo dal 1962 al 1966, essendo lei bibliotecaria e sua personale assistente. Essi si recavano spesso sul campo, cogliendo l'occasione ogni qual volta la Land Rover del Museo era a loro disposizione, per viaggi di raccolta di campioni fino nel Malawi e nello Zambia. Dolf prendeva accurate appunti nella sua agenda, che divennero sempre più elaborati nel corso degli anni. Il suo Africana Biologica, diviso in otto parti, è costituito oggi da ben 1550 pagine.

Durante il suo soggiorno in Africa egli non lavorò solo sugli insetti e sulle sue favorite chiocciole, ma si occupò anche dei due altri gruppi ai quali era interessato: mammiferi ed uccelli. Egli ebbe molti contatti con capi e guardaparco dei Parchi nazionali sudafricani e fu attivamente coinvolto nella conservazione della natura. La sua permanenza nell'Africa selvatica stimolò inoltre il suo interesse negli zoo. Nel 1963, al 125 anniversario dell'Artis, lo zoo di Amsterdam, Dolf inviò per via aerea un certo numero di Procavia capensis, come dono dei biologi olandesi che lavoravano in Sudafrica.[2]

Su richiesta del Prof. Dr Van der Vecht, titolare della cattedra di Sistematica zoologica presso l'Università di Leida, Dolf rientrò nei Paesi Bassi nel 1966.

Nei Paesi Bassi[modifica | modifica wikitesto]

A Leida, Dolf venne incaricato della formazione degli studenti di Sistematica zoologica. Nel 1969 ricevette il dottorato di ricerca con la tesi Studi sui molluschi terrestri dello Zululand con note sulla distribuzione dei molluschi terrestri nell'Africa meridionale. Relatore fu il Prof. Dr Leo Brongersma, direttore del Museo Reale di Storia Naturale.[2]

Sebbene ufficialmente impiegato presso l'Università, il suo vero posto di lavoro era il poco distante Museo Reale di Storia Naturale, ove poteva consultare a suo piacere la ricca biblioteca e lavorare con i reperti del museo. Ogni anno lui e la moglie si recavano a Londra a visitare il locale Museo di Storia naturale ed incontrare colleghi ed amici inglesi.[2]

Oltre al suo lavoro egli dedicò molto tempo alle organizzazioni che egli riteneva che necessitassero del suo sostegno. L'olandese Nederlandse Malacologische Vereniging, NMV (Società Malacologica Olandese) trasse notevoli vantaggi dalla sua energia, che impiegò come Segretario (1953–1956), Presidente ad interim (1970–1972) e Tesoriere (1983–1986) (per inciso anche la moglie Wenda ricoprì per alcuni anni la carica di Tesoriere della Società).

Dolf fu editore del Correspondentieblad dal 1951 al 1953 e dal 1954 al 1956. Inoltre fu per più di quarant'anni editore ed editore-capo di Basteria, rivista scientifica della Società Malacologica Olandese (dal 1968 ad oggi). Nel 1999 venne eletto Membro Onorario della Società.[2]

Ancora, fu Presidente del 7º Congresso Internazionale di Malacologia, che si tenne ad Amsterdam nel 1977 su incarico della Unitas Malacologica, l'organizzazione internazionale dei malacologi.

Dal 1989 al 1999 Dolf fu presidente della Commissione Olandese per la Conservazione della Natura, fungendo anche da responsabile delle sue comunicazioni.

Per di più egli dedicò le sue energie alla Società Zoologica Olandese , la ex Fondazione Olandese per le Ricerche Biologiche e la Società belga/olandese dei Mammiferi. Il suo interesse negli zoo è anche dimostrato dalla sua enorme collezione di guide di zoo, per la quale impostò una rete di contatti in tutto il mondo.[2]

Egli andò in pensione nel 1994, con una lezione intitolata Semper aliquid novi ex Africam[costruzione erronea (dovrebbe essere "ex Africa")] adferre, cioè «C'è sempre qualcosa di nuovo dall'Africa», che può essere considerata il suo motto personale. Continuò comunque i suoi studi come un membro associato al Museo di Leida, trascorrendo molto tempo nel palazzo di Raamsteeg e poi in quello di Darwinweg a Leida, ove proseguì negli studi dei molluschi e nelle pubblicazioni su questi ultimi e su altri argomenti.[2]

Lui e la moglie, dal 1973, compirono numerosi viaggi in Africa, accompagnando, dopo una meticolosa preparazione del viaggio, gruppi di appassionati.

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

Gli ampi interessi di Dolf van Bruggen nella sistematica biologica e nei campi ad essa collegati si riflette nelle sue numerose pubblicazioni, che riguardano gli argomenti più svariati, dai molluschi di mare e di terra ai mammiferi, dagli anfibi ai rettili, dagli uccelli agli insetti, così come la biologia zoologica, le collezioni museali, la conservazione della natura, le materie bibliografiche e i riferimenti storici, per non dire delle recensioni di numerosi libri ed i necrologi. L'elenco completo delle sue pubblicazioni fino a tutto il 2008 raggiunge la ragguardevole cifra di 655.[2]

Il flusso delle pubblicazioni nel corso degli anni a partire dal 1948 continua ancora e non è mai stato interrotto. In media pubblicò 11 scritti all'anno, ma non vi fu mai alcun anno in cui abbia pubblicato meno di quattro lavori. Gli anni della sua maggior produzione in numero di pubblicazioni sono quelli che vanno dal 1960 al 1966, quando egli risiedeva in Sudafrica; il 1961 fu il più produttivo, con 23 pubblicazioni.[2]

Le pubblicazioni di maggior interesse scientifico riguardano i campi della malacologia, entomologia e botanica. Le sue pubblicazioni di botanica sono limitate al 1958, quando egli pubblicò due volumi di sistematica sulle Sapotaceae dal Borneo, con la descrizione di un nuovo genere e due nuove specie.[2]

La sua produzione entomologica durò più a lungo, dal 1954 al 1963. In questo periodo egli pubblicò 18 lavori, principalmente dedicati agli Efemerotteri del Sud-est asiatico e della Nuova Guinea e sui Ditteri del Sudafrica, classificandone 14 nuove specie e due generi.[2]

Gran parte dei suoi scritti scientifici trattano di sistematica e di biogeografia dei molluschi. Nel primo periodo della sua carriera egli scrisse sia generi di molluschi marini che terrestri, ma sul primo smise più o meno di scrivere dopo il 1963, probabilmente in relazione al suo passaggio dal Museo Natal di Port Elizabeth al Museo di Pietermaritzburg.[2]

La maggior parte quindi delle sue opere scientifiche è dedicata alle chiocciole di terra, specialmente quelle dell'Africa subsahariana e delle isole che circondano quel continente. Sebbene siano poche le famiglie sulle quali egli non scrisse nulla, ve ne sono tre che possono essere considerate la sua specifica area di esperienza e fascino: le famiglie polmonate Streptaxidae e Achatinidae, nonché le percolate (caenogastropodi) Maizaniidae.[2]

L'interesse per la famiglia carnivore delle Streptaxidae venne destato in Dolf dalla sua prolungata permanenza nel Sudafrica, probabilmente ispirata in lui dalla impressionante monografia di Matthew William Kemble Connolly (1939)[3] sui molluschi terrestri del Sudafrica, nella quale era illustrate un estremamente varia ed esteticamente accattivante distribuzione di Streptaxidae, tutte, tranne quattro, provenienti dall'Africa.[2]

Le Achatinidae sono una famiglia di chiocciole piuttosto ampia e, a dispetto della loro mole, una che pose forti problemi di tassonomia e Dolf è uno dei pochi che seppe trovare la strada nella caotica tassonomia di questi animali. Egli dedicò, in parte o totalmente, numerosi scritti a questa famiglia ed introdusse sei nuove specie e sottospecie.

Un terzo gruppo che ha apparentemente attratto il suo speciale interesse è quello delle opercolate terrestri, note formalmente con il nome di Prosobranchia, un insieme eterogeneo di gasteropodi con un opercolo e maschi e femmine separati (in contrasto con le chiocciole terrestri ermafrodite).

I gasteropodi percolati paiono poco rappresentati nell'Africa subsahariana in confronto ad altri continenti, specialmente l'Asia tropicale. Fin dai primi anni 1980 Dolf li prese con sé per riesaminare i rappresentanti africani di questo gruppo, in particolare le famiglie Maizaniidae e Cyclophoridae. Questo studio portò alla descrizione di tre nuovi sottogeneri e dieci nuove specie (raddoppiando così il numero di unità tassonomiche conosciute) ed a una serie di scritti con accurate descrizioni, analisi chiave e biogeografiche della fauna prosobranchia in Africa ed altrove.[2]

Taxa descritti[modifica | modifica wikitesto]

Nuovi taxa descritti da van Bruggen:

Gastropodi[modifica | modifica wikitesto]

Streptaxidae[modifica | modifica wikitesto]

Achatinidae[modifica | modifica wikitesto]

Maizaniidae[modifica | modifica wikitesto]

Altri gastropodi di terra[modifica | modifica wikitesto]

Gastropodi marini[modifica | modifica wikitesto]

Bivalvi[modifica | modifica wikitesto]

Insetti[modifica | modifica wikitesto]

Piante[modifica | modifica wikitesto]

Denominazioni in onore[modifica | modifica wikitesto]

I seguenti taxa sono stati formulati in onore di Dolf van Bruggen:

Arachnida
Diplopoda
Insecta
Gastropoda
Tre viste della conchiglia del Chloritis vanbruggeni
  • Chloritis vanbruggeni Maassen, 2009[152] Località tipica: Indonesia, Central Sulawesi, Pulau [Island] Peleng, Gunung [Mount] Tatarandang (Camaenidae).
  • Gulella bruggeni Cole & Herbert, 2009[153] Località tipica: Sudafrica, E. Cape, Transkei, Riserva naturale Hluleka (Streptaxidae).
  • Gulella mkuu Rowson, Seddon & Tattersfield, 2009[154] Località tipica: Kenya, Rift Valley Province, Samburu District, Ndoto Mountains (Streptaxidae). Dedication in the reference include: "From Swahili noun or adjective mkuu, meaning great, principal, elder, chief, etc. As a noun in apposition, with reference to the size of the shell, but also to Dr A.C. van Bruggen, a distinguished and esteemed contributor to African malacology."[154]
  • Inchoatia megdova bruggeni Gittenberger & Uit de Weerd, 2009[155] Località tipica: Grecia, Tessaglia, Trikala, 7.5 km WNW of Pyli (= Pili), 8.5 km Sud di Elati lungo la strada per Aghios Prokopios (Clausiliidae).
  • Mitrella bruggeni van Aartsen, Menkhorst & Gittenberger, 1984[156] Nuovo nome per Mitrella broderipi auct. not Sowerby, 1844 (Columbellidae).
  • Parennea vanbruggeni de Winter, 2008[157] Località tipica: Cameroon, Sud Province, Meka'a-II, W of Nyangong (Streptaxidae).
  • Plekocheilus (Eurytus) bruggeni Breure, 1978[158] Località tipica: Perù, Dipt. Pasco, Huancabamba (Orthalicidae).
Bivalvia

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A.C. (Dolf) van Bruggen (1929-2016)
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v (EN) Breure A. S. H., Gittenberger E., Maassen W. J. M. & de Winter A. J. (July 2009) "In and out of Africa: Dr A.C. van Bruggen, keen educator and eminent biologist". Zoologische Mededelingen 83: HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive.
  3. ^ Connolly M. (1939) "A monographic survey of Sudafrican non-marine molluscs". Annals of the Sudafrican Museum 33: 1-660; pls. 1–19 and 58 text figs.
  4. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 68: 2.
  5. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 42
  6. ^ Bulletin of the British Museum (Nat. Hist.) (Zoology) 28: 158.
  7. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 6.
  8. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 49: 213.
  9. ^ Revue Zoologique Africaine 100: 259.
  10. ^ Basteria 52: 127.
  11. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 345: 79.
  12. ^ Annals of the Natal Museum 18: 25.
  13. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 67: 25.
  14. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 180: 17.
  15. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 103: 69.
  16. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 328; 47
  17. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 29.
  18. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 45: 254.
  19. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 9
  20. ^ Archiv für Molluskenkunde 95: 72.
  21. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 77: 276.
  22. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 49: 209.
  23. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 36.
  24. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 37.
  25. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 103: 45.
  26. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 35.
  27. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 32.
  28. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 32.
  29. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 68: 43.
  30. ^ Basteria 48: 46
  31. ^ Basteria 65: 102.
  32. ^ Revue de Zoologie et de Botanique Africaine 70: 116.
  33. ^ Revue de Zoologie et de Botanique Africaine 85: 169
  34. ^ Annals of the Natal Museum 18: 21.
  35. ^ Bulletin of the British Museum (Nat. Hist.) (Zoology) 28: 168.
  36. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 28
  37. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 80: 65.
  38. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 103: 66.
  39. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 75: 391.
  40. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 64: 81.
  41. ^ Revue de Zoologie et de Botanique Africaine 70: 118.
  42. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 34.
  43. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 98: 336.
  44. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 93: 99.
  45. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 180: 46.
  46. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 74: 226.
  47. ^ Annals of the Natal Museum 18: 380.
  48. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 91: 30.
  49. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 98: 244.
  50. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 3.
  51. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 77: 274.
  52. ^ Annals of the Natal Museum 18: 22.
  53. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 77: 277.
  54. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 328: 34.
  55. ^ Bull. Bulletin of the British Museum (Nat. Hist.) (Zoology) 28: 164.
  56. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 14.
  57. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 328: 18.
  58. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 64: 87.
  59. ^ a b Zoologische Verhandelingen Leiden 328: 17.
  60. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 36.
  61. ^ Annals of the Natal Museum 18: 382.
  62. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 39.
  63. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 328: 45.
  64. ^ van Bruggen A. C. (2007). "Studies on the Streptaxidae (Mollusca: Gastropoda Pulmonata) of Malaŵi 9. Description of Gulella streptostelopsis, a new Streptostele-like species of Gulella". Zoologische Mededelingen Leiden 81(1): 2. HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive..
  65. ^ Basteria 65: 28.
  66. ^ van Bruggen A. C. (2008). "Studies on the Streptaxidae (Mollusca: Gastropoda Pulmonata) of Malaŵi 10. Description of Gulella systemanaturae, a new species from Dedza Mountain". Zoologische Mededelingen Leiden, 82(2) pp. 9-14. HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive., PDF.
  67. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 65: 99.
  68. ^ Zoologische Verhandelingen Leiden 180: 24.
  69. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 40.
  70. ^ Basteria 67: 87.
  71. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 63: 143.
  72. ^ Archiv für Molluskenkunde 95: 69.
  73. ^ Bulletin de l'Institut royal des Sciences naturelles de Belgique (Biologie) 69: 38.
  74. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 49: 216.
  75. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 80: 251
  76. ^ Annals of the Transvaal Museum 31: 66.
  77. ^ Basteria 48: 31.
  78. ^ Revue de Zoologie et de Botanique Africaine 71: 81.
  79. ^ Revue de Zoologie et de Botanique Africaine 71: 85.
  80. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 92: 169.
  81. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 88: 397
  82. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 85: 192.
  83. ^ Basteria 54: 189.
  84. ^ Basteria 55: 103.
  85. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 85: 194.
  86. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 85: 196
  87. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 88: 396.
  88. ^ a b Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 85: 199.
  89. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 86: 3.
  90. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 85: 185.
  91. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 97: 23
  92. ^ Novapex 2: 98.
  93. ^ Revue de Zoologie et de Botanique Africaine 84: 286.
  94. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 95: 529.
  95. ^ Annals of the Natal Museum 20: 52.
  96. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 93: 236.
  97. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 89: 375
  98. ^ Revue de Zoologie et de Botanique Africaine 78: 358.
  99. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 49: 217.
  100. ^ a b Zoologische Mededelingen Leiden 40: 219.
  101. ^ Basteria 67: 102.
  102. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 86: 310.
  103. ^ Revue de Zoologie et de Botanique Africaine 74: 342.
  104. ^ Annals of the Natal Museum 18: 360.
  105. ^ Basteria 58: 200.
  106. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 49: 256.
  107. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 86: 7.
  108. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 76: 83.
  109. ^ Sudafrican Journal of Science 78: 108.
  110. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen (C) 79: 213.
  111. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 96: 144.
  112. ^ van Bruggen A. C. (1978). "Land molluscs". pp. 877-923. In: Werger ed. Biogeography and Ecology of Southern Africa [Monographiae Biologicae 31] Junk, the Hague. (2): 893.
  113. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 93: 238.
  114. ^ Proceedings of the Koninklijke Nederlandse Akademie van Wetenschappen 95: 530.
  115. ^ Annals of the Transvaal Museum 31: 18.
  116. ^ Basteria 72: 355.
  117. ^ Nova Guinea (N.S.) 7: 11.
  118. ^ Basteria 25: 31
  119. ^ Oldroyd & van Bruggen A. C. (1963). Journal of the Entomological Society of Southern Africa 26: 190.
  120. ^ Entomologische Berichten Amsterdam 21: 5.
  121. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 23: 290.
  122. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 23: 292
  123. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 23: 294
  124. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 33: 11.
  125. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 23: 288.
  126. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 24: 128.
  127. ^ Nova Guinea (N.S.) 8: 37.
  128. ^ Nova Guinea (N.S.) 8: 32.
  129. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 24: 125.
  130. ^ Nova Guinea (N.S.) 8: 34.
  131. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 23: 297.
  132. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 26: 191.
  133. ^ Journal of the Entomological Society of Southern Africa 23: 289.
  134. ^ Zoologische Mededelingen Leiden 33: 70.
  135. ^ Blumea 9: 108.
  136. ^ Blumea 9: 127.
  137. ^ Blumea 9: 98
  138. ^ Deeleman-Reinhold C. L. (2009). "Description of lynx spiders of a conopy fogging project in northern Borneo (Araneae: Oxyopidae), with description of a new genus and six new species of Hamataliwa". Zoologische Mededelingen Leiden 83: 673-700. HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive..
  139. ^ Kraus O. (1966). "Phylogenie, Chorologie und Systematik der Odontopygoideen (Diplopoda, Spirostreptomorpha)". Abhandlungen der Senckenbergischen Naturforschenden Gesellschaft 512: 1–143.
  140. ^ Feijen H. R. & Feijen C. (2009). Diopsis (Diopsidae) with unusual wing spots: two new species from Malawi with a longer eye span in females than in males". Zoologische Mededelingen Leiden 83: 701–722. HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive..
  141. ^ John H. (1964). "Die südafrikanische Gattung Notiophygus Gory (Discolomidae, Col.) nebst Beschreibung vier neuer Arten". Annals of the Natal Museum 16: 172–190.
  142. ^ Achterberg C. van (2009). "A new species of the genus Phaenocarpa Foerster from Madagascar (Hymenoptera: Braconidae: Alysiinae)". Zoologische Mededelingen Leiden 83: 667–671. HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive..
  143. ^ Theron J. G. (1986). "New genera and species of southern African Coelidiinae (Homoptera: Cicadellidae), with description of the new tribe Equeefini". Phytophylactica 18: 153–163.
  144. ^ Krikken J. (2008). "Blind, flightless termitophiles of the genus Termitotrox in East Africa: three new species with a generic review (Coleoptera: Scarabaeidae: Termitotroginae)". Tijdschrift voor Entomologie 151: 65–75.
  145. ^ Forcart L. (1967). "Studies on the Veronicellidae, Aperidae and Urocyclidae (Mollusca) of Southern Africa". Annals of the Natal Museum 18: 505–570.
  146. ^ Mead A. R. (2004). "Comparative reproductive anatomy in the Sudafrican giant land snails (Gastropoda: Pulmonata: Achatinidae)". Zoologische Mededelingen Leiden 78: 417–449.
  147. ^ Dance S. P. (1972). "Bruggennea n.gen., proposed for Recent streptaxids from Borneo (Gastropoda, Streptaxidae)". Archiv für Molluskenkunde 102: 131-132.
  148. ^ Van Mol J. J. (1970). "Révision des Urocyclidae (Mollusca, Gastropoda, Pulmonata). Anatomie - systématique - zoogéographie". Annales Musée Royal de l'Afrique Centrale, Sciences Zoologiques 180: 1-231.
  149. ^ Aartsen J. J. van & Corgan J. X. (1996). "South African pyramidellacean gastropod names". Basteria 60: 153–160.
  150. ^ Verduin A. (1984). "On the taxonomy of some Recent European marine species of the genus Cingula s.l. (Gastropoda: Prosobranchia)". Basteria 48: 37-87.
  151. ^ Jong K. M. de & Coomans H. E. (1988). "Marine gastropods from Curacao, Aruba and Bonaire". Studies on the Fauna of Curacao and other Caribbean Islands 121: 1–261.
  152. ^ Maasen W. J. M. (2009). "Remarks on the genus Chloritis in Sulawesi, Indonesia, with the description of two new species (Gastropoda: Pulmonata: Camaenidae)". Zoologische Mededelingen Leiden 83: 595-600. HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive.
  153. ^ Cole M. L. & Herbert D. G. (2009). "Description of four new species of Gulella Pfeiffer, 1856 from Eastern Cape, South Africa, with additional notes on two poorly known species (Mollusca: Eupulmonata: Streptaxidae)". Zoologische Mededelingen Leiden 83: 547–564–671. HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive..
  154. ^ a b Rowson B., Seddon M. B. & Tattersfield P. (2009). "A new species of Gulella (Pulmonata: Streptaxidae) from montane forest in the Ndoto Mountains, Kenya". Zoologische Mededelingen 83 HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive..
  155. ^ Gittenberger E. & Uit de Weerd D. R. (2009). "Summarizing data on the Inchoatia taxa, including Inchoatia megdova bruggeni subspec. nov. (Gastropoda, Pulmonata, Clausiliidae)". Zoologische Mededelingen Leiden 83: 577-587. HTM Archiviato il 16 gennaio 2014 in Internet Archive..
  156. ^ Aartsen J. J. van, Menkhorst H. P. G. M. & Gittenberger E. (1984). "The marine Mollusca of the Bay of Algeciras, Spain, with general notes on Mitrella, Marginellidae and Turridae". Basteria 2: 1–135.
  157. ^ Winter A. J. de (2008). "Notes on Parennea species from Western Africa, including descriptions of two new species (Gastropoda, Pulmonata, Streptaxidae)". Basteria 72: 215–222.
  158. ^ Breure A. S. H. (1978). "Notes on and descriptions of Bulimulidae (Mollusca, Gastropoda)". Zoologische Verhandelingen Leiden 164: 1–255.
  159. ^ Fischer-Piette E. (1974). "Sur les Veneridae de l'océan indien occidental (Mollusca, Pelecypoda)". Tethys 5: 267–316.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN91277173 · ISNI (EN0000 0001 1030 9835 · LCCN (ENn78092034 · GND (DE1146595948 · BNE (ESXX1661376 (data) · BNF (FRcb124200356 (data) · J9U (ENHE987007274847905171