Abramo di Arbela

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Sant'Abramo

Vescovo di Arbela e martire

 
Nascita?
MorteTell Niaha, 31 gennaio 345
Venerato daChiesa cattolica
Canonizzazionepre canonizzazione
Ricorrenza31 gennaio

Abramo (... – Tell Niaha, 31 gennaio 345) è stato vescovo di Arbela, venerato come martire dalla Chiesa cattolica.

Dati storici e culto[modifica | modifica wikitesto]

Sono diverse le fonti che ricordano questo santo vescovo, in particolare la Cronaca di Arbela, le passiones siriache e greche, e il sinassario costantinopolitano.[1] Durante la persecuzione del re persiano Sapore II contro i cristiani, il vescovo Giovanni di Arbela fu arrestato nel 343 e, dopo un anno passato in prigione, fu giustiziato il 1º novembre 344. Durante la sua prigionia, la comunità cristiana elesse un nuovo vescovo, Abramo, il quale, per fuggire la persecuzione, si rifugiò nel villaggio di Tell Niaha; trovato e arrestato, si rifiutò di adorare il sole, e fu condannato alla decapitazione.[2] Secondo la Cronaca di Arbela, il martirio avvenne il 5 febbraio, mentre una passio siriaca pone la data del 31 gennaio.[3]

Nei dittici e nei martirologi antichi, Abramo è ricordato il 5 febbraio assieme al suo predecessore Giovanni.[4]

Il Martirologio Romano fa memoria del santo il 31 gennaio, e lo ricorda con queste parole:[5]

«In Persia, passione di sant'Abramo, vescovo di Arbela, che sotto il re dei Persiani Sabor, avendo rifiutato l'ordine di adorare il sole, fu decapitato.»

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lucchesi, Bibliotheca Sanctorum, vol. I, p. 113.
  2. ^ Lucchesi, Bibliotheca Sanctorum, vol. I, p. 112.
  3. ^ Peeters, Analecta Bollandiana 43 (1925), pp. 271-272.
  4. ^ Peeters, Analecta Bollandiana 43 (1925), p. 271.
  5. ^ Martirologio Romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, Città del Vaticano, Libreria editrice vaticana, 2004, p. 169.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]