41 Lyncis b

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41 Lyncis b
Stella madre41 Lyncis
Scoperta2008
ScopritoriB. Sato et al.
ClassificazioneGigante gassoso
Designazioni
alternative
41 Lyn b, Arkas, HD 81688 b[1]
CostellazioneOrsa Maggiore
Distanza dal Sole88,26±8,0 pc[2]
287,86±26 al
Coordinate
(all'epoca J2000[1])
Ascensione retta09h 28m 39,989s
Declinazione+45° 36′ 05,34″
Parametri orbitali
Semiasse maggiore0,66±0,05 au
Periodo orbitale184,02±0,18 giorni[2]
Eccentricità0,0
Dati fisici
Massa
> 1,77+0,3
−0,2
MJ

Coordinate: Carta celeste 09h 28m 39.989s, +45° 36′ 05.34″

41 Lyncis b (41 Lyn b, HD 81688 b) o Arkas[3] è un pianeta extrasolare in orbita attorno alla stella 41 Lyncis, a circa 249 anni luce dalla Terra, nella costellazione dell'Orsa Maggiore. Scoperto nel febbraio 2008, è classificato come gigante gassoso.

Scoperta[modifica | modifica wikitesto]

Le osservazioni spettroscopiche che hanno portato alla scoperta del pianeta sono state condotte dall'osservatorio di Okayama, sito sul monte Chikurin-Ji (362 metri di altezza), nella prefettura di Okayama, in Giappone, nell'ambito di un programma di ricerca (denominato Okayama Planet Search Program) diretto da Bun'ei Sato, volto all'individuazione di pianeti extrasolari, con il metodo della velocità radiale, attorno a 57 stelle giganti di classe G o K.[4] Il metodo delle velocità radiali individua le piccole variazioni nella velocità radiale della stella causate dalla gravità del pianeta.

Arkas è stato scoperto nel febbraio del 2008.[5]

Denominazione[modifica | modifica wikitesto]

Secondo l'uso astronomico, la designazione di un pianeta extrasolare si compone del nome della stella attorno cui orbita, seguito da una lettera dell'alfabeto latino in minuscolo e progressiva a partire dalla b (assegnata al primo pianeta scoperto nel sistema), che reca l'indicazione dell'ordine di scoperta. Conseguentemente, la designazione 41 Lyncis b identifica il primo pianeta scoperto attorno alla stella 41 Lyncis, il cui nome è espresso secondo la nomenclatura di Flamsteed.

Nel luglio del 2014, l'Unione Astronomica Internazionale ha indetto un concorso pubblico per assegnare dei nomi propri ad alcuni esopianeti ed alle loro stelle.[6] La procedura ha previsto che partecipanti appartenenti ad associazioni astronomiche potessero proporre delle denominazioni, che successivamente sono state sottoposte a votazione aperta a chiunque volesse partecipare.[7]

Il nome che ha ottenuto il numero maggiori di voti per 41 Lyncis b è stato Arkas, proposto da un'associazione astronomica di Okayama in Giappone, e fa riferimento ad Arcade, figlio di Zeus e Callisto, cui è collegata l'origine della costellazione dell'Orsa Maggiore nella mitologia greca.[3] Nello stesso concorso, la stella è stata rinominata Intercrus.

Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]

Nell'annunciarne la scoperta, Bun'ei Sato e colleghi indicarono una massa minima di 2,7 masse gioviane per Arkas.[5] Questo valore è stato successivamente rivisto al ribasso da Masanobu Kinitomo e altri nel 2011, in 1,77+0,3
−0,2
masse gioviane, a seguito di una rivalutazione della massa della stella stessa.[8]

Arkas percorre un'orbita circolare in 184,02±0,18 giorni, ad una distanza di 0,66±0,05 au dalla stella.[2] Nel sistema solare, sarebbe all'interno dell'orbita di Venere.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b SIMBAD.
  2. ^ a b c Exoplanet.eu.
  3. ^ a b (EN) The Approved Names, in NameExoWorlds, Unione Astronomica Internazionale. URL consultato il 22 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 1º febbraio 2018).
  4. ^ (EN) B. Sato, et al., Radial-Velocity Variability of G-Type Giants: First Three Years of the Okayama Planet Search Program, in Publ. Astron. Soc. Japan, vol. 57, 2005, pp. 97-107. URL consultato il 20 ottobre 2016.
  5. ^ a b B. Sato et al., 2008.
  6. ^ (EN) NameExoWorlds: An IAU Worldwide Contest to Name Exoplanets and their Host Stars, in IAU.org, Unione Astronomica Internazionale, 9 luglio 2014. URL consultato il 20 ottobre 2016.
  7. ^ (EN) The Process, in NameExoWorlds, Unione Astronomica Internazionale, 30 novembre 2015 (ultimo aggiornamento). URL consultato il 20 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2015).
  8. ^ M. Kunitomo et al., 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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