(182294) 2001 KU76

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(182294) 2001 KU76
Scoperta24 maggio 2001
ScopritoreMarc W. Buie[1]
ClassificazioneOggetto transnettuniano risonante
Designazioni
alternative
2001 KU76
Parametri orbitali
(all'epoca K172G)
Semiasse maggiore6 779 572 860 km
45,3180004 UA
Perielio5 639 294 133 km
37,6958164 UA
Afelio7 919 851 586 km
52,9401844 UA
Periodo orbitale111430,61 giorni
(305,08 anni)
Inclinazione
sull'eclittica
10,63093°
Eccentricità0,1681933
Longitudine del
nodo ascendente
44,97543°
Argom. del perielio204,50059°
Anomalia media355,71593°
Par. Tisserand (TJ)5,833 (calcolato)
Satellitino
Dati fisici
Dimensioni211 km (assunto)[2]
Albedo0,09 (assunta)[2]
Dati osservativi
Magnitudine app.21,7[3] (min)
Magnitudine ass.6,6

(182294) 2001 KU76 è un oggetto transnettuniano (TNO) risonante, con risonanza di 11:6 con Nettuno.[4] Il valore è prossimo a quello proprio anche del pianeta nano Makemake.[5]

Quando nel 2021 raggiungerà il perielio, si troverà a 37,69 UA dal Sole.[1]

Per l'oggetto è stata stimata una magnitudine assoluta di 6,6.[1] Assumendo un'albedo di 0,09 (valore tipicamente adottato per un TNO), il suo diametro è stato stimato in 211 km.[2]

Le librazioni di 2001 KU76. Nettuno è il punto bianco (stazionario), in corrispondenza delle 5 di un orologio. Il moto relativo di Urano è in blu, quello di Saturno in giallo e quello di Giove in rosso.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) 182294 (2001 KU76), in Small-Body Database Browser, Jet Propulsion Laboratory (JPL), 3 maggio 2008 (Ultima osservazione utilizzata). URL consultato il 30 giugno 2011.
  2. ^ a b c (EN) Wm. Robert Johnston, List of Known Trans-Neptunian Objects, su johnstonsarchive.net, Johnston's Archive, 22 agosto 2008. URL consultato il 30 giugno 2011.
  3. ^ (EN) Marc W. Buie, Orbit Fit and Astrometric record for 182294, su boulder.swri.edu, SwRI (Space Science Department), 3 maggio 2008 (Ultima osservazione utilizzata). URL consultato il 30 giugno 2011.
  4. ^ (EN) P.S. Lykawka e T. Mukai, Dynamical classification of trans-neptunian objects: Probing their origin, evolution, and interrelation, in Icarus, vol. 189, n. 1, 2007, pp. 213–232, DOI:10.1016/j.icarus.2007.01.001.
  5. ^ Tony Dunn, Possible resonances of Eris (2003 UB313) and Makemake (2005 FY9), su orbitsimulator.com, Gravity Simulator. URL consultato il 26 giugno 2011.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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