Veppo

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Veppo
frazione
Veppo – Veduta
Veppo – Veduta
Panoramica della Serra e del Montale di Veppo
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Liguria
Provincia La Spezia
Comune Rocchetta di Vara
Territorio
Coordinate44°15′28.7″N 9°47′14.33″E / 44.257972°N 9.787314°E44.257972; 9.787314 (Veppo)
Altitudine450 m s.l.m.
Abitanti140
Altre informazioni
Cod. postale19020
Prefisso0187
Fuso orarioUTC+1
Nome abitantiveppesi
Patronosan Biagio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Veppo
Veppo

Veppo è una frazione del comune ligure di Rocchetta di Vara, in val di Vara, in provincia della Spezia.

Geografia e storia[modifica | modifica wikitesto]

Veppo sorge ad un'altitudine di circa 450 m s.l.m. e conta circa 140 abitanti residenti che aumentano moltissimo nel periodo estivo. Veppo è formato da quattro distinte località, ciascuna con proprie caratteristiche architettoniche: il Montale, la Piazza, la Serra e, ancora più isolato dalle altre, il Castello, luogo anticamente fortificato. Sopra al paese si trova la l'oratorio di Bocchignola, anticamente Ecclesia de Bucagnola, menzionata in documenti notarili del 1200 e in registri vaticani successivi e, secondo la tradizione locale, sorta su un antico tempio pagano.

Bocchignola era il nome primitivo dell'attuale rettoria di Veppo. Vi si seppellivano i defunti non soltanto di Veppo, ma anche delle località limitrofe e persino di Zeri e di Rossano. Nel 1618 la parrocchia di Bocchignola fu divisa in due parrocchie: Borseda e Veppo. Avvenuto lo smembramento del territorio di Borseda dalla parrocchia di Bocchignola, il popolo di Veppo pensò di trasferire la parrocchialità nel centro del paese e nella chiesa di San Michele Arcangelo, ove si trova tuttora, essendo rettore Niccolò Andreoni di Terruggiara di Calice, il quale scese a Veppo il 19 maggio 1643.

Veppo, con Calice al Cornoviglio, dapprima feudo dei Malaspina, nel 1202 passò ai Vescovi di Luni, poi passò ai Fieschi nel 1416, quindi agli Spinola nel 1547. Dal 25 agosto 1672 il feudo passò a don Giovanni Andrea Doria, terzo Duca di Tursi e Grande di Spagna di Prima Classe, quarto Principe di Avella, quarto Marchese di Calice e Veppo (investitura imperiale, cessione nel 1671 del prozio Giannettino Spinola dei Marchesi di Calice e Veppo, Patrizio Genovese).

Durante la guerra di successione spagnola il predetto Giannandrea Doria, legato alla corona di Spagna poiché le sue investiture nel Regno di Napoli dipendevano da essa, non tardò così a manifestare la sua scelta di campo: nel 1703 egli era il Generale delle galee franco-spagnole e fece imprigionare nel porto di Genova due ufficiali di parte imperiale. Poi ordinò a tutti i suoi feudi di ribellarsi agli imperiali, cercando di portarli nel campo di Filippo V di Spagna. Nel 1704, il Capitano delle Bande del Doria, Francesco Zannelli di Veppo, innescò e capeggiò la rivolta di Calice contro i Magistrati di parte imperiale, dichiarandosi a favore di Filippo V, di cui fece inalberare le insegne, e scacciando i detti magistrati. In seguito a ciò gli altri feudatari della zona concordarono un intervento armato con a capo il Marchese Carlo Maria Malaspina di Mulazzo, che, con difficoltà sconfisse i rivoltosi del Doria.

Ma nel 1705, quando l'esercito franco-spagnolo comandato da Luigi Badenes riuscì a penetrare in Lunigiana, il Marchese Carlo Maria Malaspina, dopo aver lasciato disposizione per la difesa, si ritirò a Piacenza ed attendere gli eventi da luogo sicuro. Nella sua ritirata incontrò il Barone di Kenrz, il boemo Cesare Pisniz, che convinse a rimanere per difendere il suo castello di Madrignano, a quel tempo una fortezza formidabile. Il Barone si lasciò convincere, e con gli uomini del Marchese preparò il castello per la battaglia. Erano in tutto un centinaio. Il Capitano Francesco Zannelli, coi i suoi uomini e con quelli di Virgoletta, distrusse il villaggio di Pegui, indi guidò l'assedio dell'esercito franco-spagnolo al castello di Madrignano, difeso dal Pisniz, fino ad ottenerne la resa e la distruzione il 30 maggio dello stesso anno. Nonostante la vittoria in Lunigiana sui feudi dei Malaspina la situazione nel nord Italia volgeva dalla parte degli Austriaci, il 7 ottobre 1706 essi vincono la battaglia di Torino. I francesi decidono in seguito a ciò di abbandonare la Lombardia. In novembre i franco-spagnoli lasciano la Lunigiana. I tanti sforzi compiuti dal valoroso Capitano Zannelli e dagli uomini delle sue valli per il proprio Duca sono infine vanificati: il 9 dicembre di quell'anno il Commissario e Plenipotenziario Imperiale Marchese di Priè dichiara il Giovanni Andrea Doria II Del Carretto Duca di Tursi, quale nemico del Sacro Impero, decaduto dai feudi di Calice e Veppo, che vennero assegnati al Marchese Azzo Giacinto Malaspina di Mulazzo. Egli procedette con gli abitanti di Calice e Veppo con grande rigore, mentre concesse esenzioni a quelli di Madrignano. Ma a Madrignano le esenzioni concesse nel 1707 dal Marchese Azzo Giacinto Malaspina crearono problemi al suo successore Carlo Morello quando nel 1752 egli dovette negarle istituendo una privativa sulla vendita del sale, a causa dei molti debiti che aveva accumulato. I Madrignanesi insorsero con grande violenza minacciando di bruciare vivi chi non fosse dalla loro parte nel non rispettare le leggi del Malaspina. L'accumularsi di tali problemi portò nel 1772 il Marchese a vendere il feudo di Madrignano, insieme a quello di Calice e Veppo al Granduca di Toscana.

Dopo la dominazione francese e napoleonica, il Congresso di Vienna ricostituì il feudo imperiale, attribuendolo al Granducato di Toscana, poi al Ducato di Modena. Tra il 1848 e il 1849 il Conte avvocato Leonardo Zannelli fu Presidente del Governo Provvisorio di Calice, Veppo e Tresana, sotto la formale protezione di Sua Maestà Re Carlo Alberto. Durante tale periodo, il Conte Zannelli fece svolgere il referendum di annessione al Regno di Sardegna il cui risultato decretò la chiara volontà popolare degli abitanti di aderire al regno piemontese, che da lì a pochi anni sarebbe divenuto Regno d'Italia. Con l'unità d'Italia Veppo fu aggregato alla provincia di Massa Carrara. Nel 1877 fu tracciata una strada più agevole per collegare Rocchetta di Vara, Suvero e Veppo, collegata nel 1923 anche a Brugnato e completando così l'allacciamento all'Aurelia.

Il 2 febbraio dello stesso anno, quando fu istituita la provincia della Spezia, Veppo abbandonò la Toscana per la Liguria. Prima, all'interno della provincia di Massa e Carrara, Veppo apparteneva al Mandamento di Calice al Cornoviglio. Nell'occasione del passaggio da una provincia all'altra, Veppo, fino ad allora era dipendente dal Comune di Calice al Cornoviglio, fu aggregato al Comune di Rocchetta di Vara.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Palazzi[modifica | modifica wikitesto]

Villa Zucchini Zannelli

Nel borgo della Piazza si può ammirare l'imponente villa Zucchini, già Zannelli, del XVIII secolo, fatta ampliare nel 1826 dal conte Leonardo Zannelli su progetto dell'architetto marchese Tommaso Malaspina di Villafranca, riccamente decorata, dotata di uno scalone monumentale e circondata da un giardino gradonato e cinto da muri merlati. Nella località del Montale si nota la mole di una seconda dimora costruita dalla famiglia Zannelli, poi Tarantola.

Luoghi di culto[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo

Castelli[modifica | modifica wikitesto]

Il borgo del Castello di Veppo reca la forma e la memoria di un'antica fortificazione, mentre sulla cima del colle terrazzato detto la Selva (in antico Castelvecchio o Castrovecchio[1]), al centro della valle, sono stati ritrovati significativi reperti archeologici risalenti alla fine dell'età del Bronzo, probabilmente un antico castellaro ligure.[2]

Cultura e Sport[modifica | modifica wikitesto]

Eventi[modifica | modifica wikitesto]

Annualmente il 15 agosto si festeggia la "Festa dell'emigrante", per ricordare la massiccia emigrazione dei Veppesi negli anni '50 e 60 in maggioranza verso la Francia, alcuni verso l'Inghilterra. Ogni anno nel mese di luglio si svolge, nel locale campo di calcio, il torneo calcistico giovanile “Memorial Marco Rebecchi”.

Calcio

Nel 2018 è stata creata la squadra di calcio dell’ A.S.D. Veppo grazie a Daniele Rebecchi, Giacomo Del Sarto e Fabrizio Rebecchi che milita nel campionato UISP di La Spezia calcio a 7.

Nel 2022 viene creata una seconda squadra sempre militante nel campionato UISP di La Spezia.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Si può arrivare a Veppo dall'autostrada A12 Genova-La Spezia uscendo al casello di Brugnato-Borghetto da cui Veppo dista circa 10 km e continuando per la via provinciale in direzione di Rocchetta di Vara, oppure provenendo dalla Lunigiana uscendo dall'Autostrada A15 Parma-La Spezia a Pontremoli e proseguendo verso Montereggio e successivamente valicando il Passo dei Casoni. La stazione di Levanto è la fermata ferroviaria più vicina sulla linea Pisa-La Spezia-Genova nel tratto locale compreso tra Genova e La Spezia.

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gabriele Faggioni "Fortificazioni in provincia della Spezia 2000 anni di architettura militare", ed. Ritter, 2008, pag. 131.
  2. ^ Armanini Michele, "Ligures Apuani, Lunigiana storica, Garfagnana e Versilia prima dei Romani", Istituto internazionale di Studi Liguri, 2015, pag. 322.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Statuti di Pontremoli, Calice al Cornoviglio, Madrignano e Veppo. Stampa 1571, in Archivio di Stato di Massa, Archivio Ducale, Statuti della Lunigiana.
  • Estimo del feudo di Calice compilato dal Dottore Ingegnere Agostino Silicani l'anno 1779. Rettificato l'anno 1785. In Archivio di Stato di Firenze, Decima Granducale, f. 7951.
  • Agostino Nicola Silicani, Breve trattato del modo più facile di compilare gli estimi o catasti delle comunità colla perfetta inalterabile uguaglianza proporzionale secondo il metodo tenuto dal dott. ingegnere Agostino Silicani commissionato da S.A.R. a compilare gli estimi de' tre feudi Calice, Madrignano e Veppo componenti la Comunità di Calice l'anno 1777, Lucca: presso Giuseppe Rocchi, 1784.
  • Domenico Viviani, Voyage dans les Apennins de la ci-devant Ligurie (Sasseto - montagnes du Dragnon - la Rochetta - traversée du torrent de Veppo - mine de Manganèse de Montenero - torrent d'Orsara - la Spezia - Gênes - Brugnato), ed. Giossi, Genova, 1807.
  • Alessandro Malaspina, Memoire pour M. Lovis, et Alexandre frères Malaspina de Mulazzo au sujet de leurs credit contre la çi-devant Depositerie de Toscane rappresentant l'interet du prix des droits feodaux, et jurisdictionnels des fiers imperiaux de Madrignano, Calice e Veppo en Lunigiane. 1809.
  • Eugenio Branchi, Storia della Lunigiana Feudale. Pistoia, Editore Beggi T. 1870.
  • Giannetto Beniscelli, Val di Vara, Genova, 1972.
  • Brunello Filipetto, Rilevamento geologico della regione compresa fra la Gruzza di Veppo e Bolano. Tesi di laurea, 1976.
  • Benedetta Treves Il complesso di base del "Flysch di Monte Caio" nell'area di Veppo (La Spezia). Tesi di laurea in Scienze Geologiche, Firenze 1982.
  • Giorgio Pellegrinetti, La Lunigiana ex feudale nel triennio 1796/1799. Pontremoli, Tipografia Artigianelli, 1982.
  • Giorgio Pellegrinetti, La Lunigiana napoleonica dal 1799 al 1806, I-II. Associazione Manfredo Giuliani per le ricerche storiche e etnografiche della Lunigiana, 1984 e 1985.
  • Giorgio Pellegrinetti, La Lunigiana e l'Impero Francese (1808 – 1814). Associazione Manfredo Giuliani per le ricerche storiche e etnografiche della Lunigiana, 1988.
  • Paolo De Nevi, Val di Vara. Un grido, un canto, Luna editore, La Spezia, 1988.
  • Ettore Bianchi, Marco Cappa, Insediamento dell'età del bronzo a Veppo (La Spezia). Da “Archeologia Uomo Territorio” n. 9 - 1990, pag. 23.
  • Simonetta Maccioni, Appennino montagna d’Europa: studi sulla flora dell’Appennino settentrionale dal Maggiorasca all’Alpe di Succiso; atti del convegno, La Spezia - Varese Ligure - Veppo, 25 - 27 luglio 1997. La Spezia: Accademia Lunigianese di Scienze "Giovanni Capellini", 1999.
  • Barbara Bernabò, La famiglia Zannelli di Veppo, in “La Gazzetta del Vara”, n. 2, giugno 2002.
  • Barbara Bernabò, Placidia Doria Spinola. Una dama genovese tra Liguria, Lunigiana e Regno di Napoli, Pistoia, Tipografica Pistoiese, 2002.
  • Roberto Ghelfi, Gianluigi Maffei e Andrea Marmori Le ville della Lunigiana storica. Parma, Edizioni Cassa di Risparmio di Carrara, 2005.
  • Franco Bonatti, I feudi di Calice Veppo e Madrignano dai Malaspina al granduca di Toscana, in "Atti del convegno di studi Feudi di Lunigiana tra Impero, Spagna e Stati Italiani (XV-XVIII Sec.) La Spezia, Madrignano 13-14-15 settembre 2007, (a cura di) Elena Fasano Guarini e Franco Bonatti, Accademia Lunigianese di Scienze “Giovanni Capellini”, La Spezia 2008.
  • Enrica Salvatori (a cura di), Storia e territorio della Val di Vara, San Giuliano Terme (PI), Felici Editore, 2012. ISBN 978-88-6019-604-0.
  • Francesco Zucchini L'ala materna: la famiglia Zannelli di Veppo, in "Antonio Zucchini fra religiosità e politica, 1891-1971" di Pietro Baccarini, Edit Faenza, Faenza, 2015. ISBN 978-88-8152-242-2.
  • Cristina Chiodi e Cristina Rebecchi, Antichi profumi. Le buone ricette della tradizione di Veppo. Edizioni Cinque Terre, 2017. ISBN 8885481086.
  • Claudia Zucchini Da Faenza a Veppo, in 2001 Romagna n. 158, Tipografia Faentina Editrice, 2022. ISBN 979-12-80342-20-1.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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