Vagellio

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Vagellio (in latino Vagellius; fine I secolo a.C. – I secolo d.C.) è stato un poeta romano.

Di Vagellio abbiamo pochissime notizie. Potrebbe identificarsi con il consul suffectus del 44 d.C.[1] e con il declamator di cui parla Giovenale [2].

Vagellio viene menzionato da Seneca, di cui era amico, nelle Naturales Quaestiones[3], dove lo chiama meus.

Di Vagellio non abbiamo che due frammenti, appunto tramandati dal suo amico Seneca, che parla di un inclitus carmen, ossia di un componimento illustreː

(LA)

«sive cadendum est,
e caelo cecidisse velim»

(LA)

«Tollimus ingentes animos et maxima parvo
tempore molimur»

Si tratta di due frammenti di tipo gnomico, dai quali non è possibile dire alcunché sul contenuto dell'opera.

  1. ^ J. Blansdorf, Fragmenta Poetarum Latinorum, Berlin/New York, 2011, p. 306.
  2. ^ XVI, 22-23.
  3. ^ VI 2, 9.
  • H. Dahlmann, Die Verse des 'Vagellius' , in "RhM", n. 120 (1977), pp. 76-84.
  • J. Blansdorf, Fragmenta Poetarum Latinorum, Berlin/New York, 2011, pp. 306-307.

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