Utente:Luisa/Mageia

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Per la magia intesa come gioco di prestigio, vedi Illusionismo.

Con il termine magia si indica una tecnica che si prefigge lo scopo di influenzare gli eventi e dominare i fenomeni fisici, nonché l’essere umano, servendosi di mezzi soprannaturali o paranormali e rituali appropriati. L’etimologia del vocabolo "magia" (in greco Μαγεία) deriva dal termine con cui venivano indicati i "magi" (in persiano antico Μάγοι), antichi sacedoti Zoroastriani.

Storia della magia nella cultura occidentale

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Nella maggior parte delle culture antiche, fin dagli albori della civiltà, sono esistite credenze e pratiche magiche, con caratteristiche sostanzialmente simili anche se formalmente diverse, che si possono trovare in relazione ad aspetti tipici dell’occultismo, dello spiritismo, della superstizione e della stregoneria. Alcune scene di pitture del paleolitico superiore trovate nelle caverne francesi sono state interpretate come aventi finalità magiche, come il successo nella caccia.

La magia in Egitto

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La società dell’antico Egitto è fortemente intrisa di credenze occulte. Nel pantheon egizio, oltre a Weret-Hekau, la dea della magia, anche Iside e Thot sono caratterizzati da poteri magici. In Egitto è stato scoperto un gran numero di papiri magici, scritti in greco, copto e demotico, che contengono formule ritenute capaci di prolungare la vita, fornire aiuto in questioni amorose e combattere i mali. È attestata anche la credenza nella cerimonia magica dell’apertura della bocca per mezzo della quale si riteneva possibile conferire un’anima a statuette, utilizzate come controfigure magiche dei defunti.

La magia in Medio Oriente

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In Mesopotamia, nelle culture accadica, caldea e sumera, come anche in Persia, la terra d’origine dei Magi, si trovano numerose attestazioni di rituali di magia cerimoniale. Tutte le fonti antiche riportano esempi di pratiche magiche, come:

  • l’utilizzo di "parole magiche" che hanno il potere di comandare gli spiriti;
  • l’uso di bacchette ed altri oggetti rituali;
  • il ricorrere a un cerchio magico per difendere il mago contro gli spiriti invocati;
  • l’utilizzo di simboli misteriosi o sigilli per invocare gli spiriti;
  • l’uso di amuleti che rappresentano l’immagine del demone per esorcizzarlo.

Comunque il più grande apporto culturale del Medio Oriente consistè nell’astrologia: l’osservazione degli astri era non solo magicamente inscindibile dal computo del tempo, ma anche strettamente legata ad ogni evento naturale.

La magia nel mondo greco-romano

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In Grecia fu Erodoto a coniare il termine "mago" per indicare un sacerdote di una tribù della Persia antica. Dal IV secolo AC il vocabolo "mageia" cominciò ad essere utilizzato per indicare un insieme di dottrine nate dalla commistione di tradizioni arcaiche e le pratiche rituali ereditate dai Persiani. Fu comunque nella koinè culturale ellenistica che ebbe luogo quella fusione dei riti magici con elementi astrologici e alchimistici, che sarà alla base di tutta la speculazione magica dei secoli successivi.

Nella letteratura latina si trovano numerose testimonianze relative a tutta una serie di attività occulte. Esperimenti di negromanzia, uccisioni a distanza, animali parlanti, statue che camminano, filtri d’amore, metamorfosi, divinazioni, talismani che curano le malattie, sono solamente alcuni degli oggetti e dei rituali magici adoperati dai maghi che compaiono nelle opere di Orazio, Porfirio, Plinio il Vecchio e Publio Virgilio Marone. Nel panorama letterario di magia latina un posto di prim’ordine spetta alle "Metamorfosi" (anche conosciuto come "L’asino d’oro") di Apuleio. L’opera, l’unico romanzo della letteratura latina pervenutoci intero, si compone di undici libri, nei quali viene narrata la storia di Lucio, un giovane trasformato per magia in asino, che, dopo varie peripezie, ritorna uomo per intercessione della dea Iside. Da ricordare che lo stesso Apuleio fu processato per aver costretto con la magia una ricca vedova a sposarlo per impadronirsi della dote. Del resto, nel diritto romano le leggi antiche prevedevano pene severe per quanti utilizzavano mezzi magici per conseguire scopi criminali.

La magia nel Medio Evo

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Nonostante la polemica antimagica di alcuni scrittori cristiani, come Origene, Sant'Agostino e San Tommaso d'Aquino, e l’ostilità della Chiesa nei riguardi delle arti occulte in generale, il substrato culturale della magia medievale ebbe una certa rilevanza. La produzione letteraria di carattere magico, soprattutto in età umanistica, fu molto ricca, grazie anche alla mediazione di scrittori arabi. Alcune opere, come la "Tetrabiblos" di Tolomeo, l’"Introductiorum" di Albumasar, il "Liber Vaccae" (o "Libro degli esperimenti") ed il famoso "Picatrix", ebbero una enorme influenza sulla speculazione magica dell’età rinascimentale. Anche se alcuni autori, come Isidoro da Siviglia e più tardi Ugo da San Vittore, accomunano la magia all’idolatria, in quanto scienza conferita dai demoni, è nel XIII secolo con Guglielmo d’Alvernia e Alberto Magno, che si iniziò a porre l’accento sulla categoria della magia naturale, che tanta fortuna ebbe nei secoli immediatamente successivi.

La magia nel Rinascimento

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Il periodo che va dal XV agli inizi del XVII secolo segna la grande rinascita della magia. L’inizio di questa rivoluzione magica può essere considerata l’opera di traduzione che alcuni umanisti, il più importante dei quali fu Marsilio Ficino, fecero delle quattoridici opere che formavano il cosiddetto "Corpus Hermeticum ", degli "Oracoli Caldaici" e degli "Inni Orfici". Queste opere, attribuite dagli studiosi rinascimentali rispettivamente ad Ermes Trismegisto, Zoroastro ed Orfeo, erano in realtà raccolte di testi nate in età ellenistica, che combinavano elementi neoplatonici, dottrine magico-teurgiche e forme di gnosi mistico-magica. Nel Rinascimento sul substrato colto di dottrine neoplatoniche, neopitagoriche ed ermetiche si incardinò la riflessione speculativa magico-astrologica-alchemica, arricchita da idee derivanti dalla Cabala, come testimoniano emblematicamente le figure di Pico della Mirandola e Giordano Bruno. Il compendio forse più interessante per la magia rinascimentale è il "De occulta philosophia" di Cornelio Agrippa von Nettesheim. In questa opera il medico, astrologo, filosofo e alchimista tedesco definisce la magia "la scienza più perfetta", e la divide in tre tipi: naturale, celeste e cerimoniale, dove i primi due rappresentano la magia bianca, ed il terzo quella nera o negromantica. Queste argomentazioni saranno riprese più tardi nel "Magia naturalis sive de miraculis rerum naturalium" del napoletano Giovanni Battista Della Porta, il quale vede nella magia naturale il culmine della filosofia naturale, e nel "Del senso delle cose e della magia" di Tommaso Campanella. Altra importante figura nel contesto magico-alchemico rinascimentale è quella di Paracelso, la cui iatrochimica risente della simbiosi tra magia naturale e scienza sperimentale, tipica del XVI secolo.

Declino della magia

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Proprio mentre la tradizione magica è al suo culmine, nel XVII secolo si iniziano a vedere le avvisaglie della polemica contro la cultura magico-alchimistica, che caratterizzerà maggiormente il secolo dei lumi. Il precursore della condanna delle varie dottrine magiche in nome del sapere scientifico è da considerarsi Francis Bacon. A partire da questo momento la magia inizierà un lento declino, favorito da pensatori come Cartesio e Hobbes e dallo sviluppo delle correnti filosofiche del meccanicismo, del razionalismo e dell’empirismo. Nel XVIII secolo, con l’avvento dell’Illuminismo, la magia, definitivamente sconfitta nell’ambito della cultura dominante, venne relegata in un limbo, nel quale tuttavia riuscì in qualche modo a sopravvivere.

La magia nel XIX secolo

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La seconda metà dell’Ottocento è caratterizzata da un rinnovato interesse nei confronti dell’occultismo e dell’esoterismo magico. La figura che meglio incarna il revival delle scienze occulte nel XIX secolo è il mago Eliphas Lévi, nato Alphonse Louis Constant. La cui ricca produzione letteraria influenzò grandemente la speculazione occultista del secolo successivo. L’ultimo scorcio del secolo vide anche il sorgere di organizzazioni dal sapore magico, come l’Hermetic Order of the Golden Dawn e la Società Teosofica.

La magia oggi

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Il panorama della magia contemporanea è molto variegato e di difficile analisi sistematica, soprattutto a causa del coacervo sincretistico che caratterizza la maggior parte delle odierne dottrine magiche, esoteriche e occultistiche. In genere il substrato comune è costituito da alcune teorie che si riallacciano alle tradizioni neoplatoniche, gnostiche, ermetiche, cabalistiche, astrologiche, alchimistiche e mitologiche antiche. Su queste e sul pensiero dei moderni occultisti, da Madame Blavatsky ad Aleister Crowley, da G. I. Gurdjieff a Gerald Gardner, a Djon Fortune, sono nate tutta una serie di associazioni e gruppi esoterici, più o meno influenzati dalle nuove correnti della New Age, della Wicca e del Neopaganesimo.