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Sandbox Claudio Gioseffi
Revisione della voce Colli Berici

I Colli Berici sono un gruppo di rilievi collinari, formazione particolare nella pianura alluvionale su cui sorge Vicenza, originatisi sul fondo di un antico mare nell'arco di almeno un centinaio di milioni di anni. Importante cima per il territorio è il Monte Berico.

Ambiente naturale

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I Colli Berici risaltano nettamente, a sud di Vicenza, con una forma di parallelogramma, il cui asse maggiore, orientato in direzione nord-est/sud-ovest, è lungo circa 24 km, e con una superficie complessiva di circa 165 km². Il profilo è omogeneamente arcuato, compatto e non particolarmente elevato sul livello della pianura.

Ai Colli Berici appartengono anche alcune modeste colline come la collina di Altavilla Vicentina a nord, il Monticello di Fara presso Sarego a ovest, le colline di Montegalda a sud. Il Monticello di Barbarano Vicentino e le colline di Albettone appartengono alla formazione collinare dei Colli Berici. Il colle di Lovertino, a sudest, rappresenta il continuamento dei vicini Colli Euganei.

I contorni sono abbastanza frastagliati su ogni lato, con alternanza di rientranze e sinuosità o con semplici incisioni sui fianchi, gli scaranti. I versanti sono ovunque piuttosto dolci e rettilinei, eccetto per il lato sudorientale, che presenta una sequenza pressoché continua di nude e verticali pareti rocciose.

Importante luogo di svago del fine settimana di molti vicentini è il Lago di Fimon, residuo di un più vasto bacino lacustre che si estendeva anticamente fino al paese di Fimon, da cui ha preso il nome, e situato in una vasta rientranza dei colli Berici.

Geomorfologia

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[1].

Forma parallelogramma, contorno alquanto frastagliato verso settentrione in corrispondenza delle valli di Sant'Agostino e più compatto invece a sud. Due profonde incisioni a livello di pianura, la Val Liona e le valli di Fimon, penetrano in profondità nella rilievo fino quasi a congiungersi nel cuore dei colli e quasi dividendoli in due porzioni principali. La zona occidentale è caratterizzata da quote modeste e da morfologia tenui, con ondulazioni che vanno ad accordarsi dolcemente con la pianura verso sud-ovest.

Versanti meridionali. Su un terreno segnato da tenui pendenze ma esposta al calore del sole e con un microclima per certi aspetti mediterraneo, con un suolo povero dove la pietra affiora con facilità e la terra fertile viene facilmente portata via dalle piogge, dove la roccia intensamente fratturata inghiotte con sorprendente voracità anche l'ultima goccia che cade dal cielo, l'uomo ha saputo costruire nei secoli, con puntiglio, pazienza e tenacia, uno spazio per le proprie coltivazioni, dove domina i migliori vigneti e gli ulivi più rigogliosi[2].

La zona orientale, che si presenta come un altopiano più elevato, con singole quote che superano spesso e agevolmente i 400 m (il monte Lungo dei pressi di San Giovanni in Monte rappresenta la massima elevazione dei Berici 445 m) e con versanti più ripidi, che sul margine estremo verso est, da Costoza a San Donato di Villaga, raggiungono quasi della verticalità [3].


Le rocce, nella maggioranza carbonatiche, di cui consta l’ossatura dei Colli Berici, inducono ad attribuire un'origine marina al sistema collinare. Si aggiunga il ritrovamento di numerosi organismi, animali e vegetali, allo stato fossile (molluschi, ricci di mare, coralli, alghe, ecc.).

Si ipotizza quindi che la successione degli strati rocciosi sia l'esito di un lento e costante processo di deposizione di sabbie, fanghi e frammenti di gusci di molluschi sul fondo di un mare.

Origine e formazione dei rilievi

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La formazione più antica dei berici, almeno quella che affiora e si rende visibile alla base del rilievo e in un tratto limitato dei versanti orientali compresi tra Sossano e Nanto, è formata da rocce che appartengono al Cretaceo superiore (72-66 milioni di anni fa) l'ultimo dell'era mesozoica.Durante l'Eocene medio (47,8-41,2 milioni di anni fa) si creò una poderosa frattura della crosta terrestre, detta "Linea della riviera berica", con orientamento di nordest-sudovest, che separò nettamente l'area berico-lessinea da quella euglena.

Durante l'Eocene inferiore si manifestò un'intensa attività vulcanica diffusiva come emissione di prodotti basaltici. Si generò anche una fossa, detta graben dell'Alone-Agno con direzione nord-ovest sud-est che nei Bericicorrisponde alla direttrice Bocca d'Ansiesa-Val Liona. A occidente di questa linea si trovano cospicui accumuli di prodotti vulcanici basaltici, che si possono osservare alla base dei versanti della val Liona Tra villa del ferro e San Germano dei Berici. Iberici orientali in questo momento si differenziano da quelli occidentali e le conseguenti successioni stratigrafiche mostrano le diversità più evidenti: lungo tutto il versante dei berici orientali, sopra alla scaglia rossa Cretacica appare un complesso carbonatico di origine marina, ricco di resti di molluschi, echinidi e crostacei; nei iberici occidentali prevalgono basalti e tufi, perché alla fine dell'Eocene medio in tutta questa zona si formò un sistema di vulcani.

Nell'Eocene superiore (Priaboniano 37,8 - 33,9 milioni di anni fa) il mare invase progressivamente l'area emersa; nel periodo successivo , l'Oligocene inferiore, si ritirò nuovamente dall'area a nordovest dei Berici, mentre verso sud-est si originò un ambiente particolare rappresentato da un sistema di deposizione di tipo caraibico, una barriera corallina - favorita dalla bassa profondità, dalla limpidezza dell'acqua e dalla temperatura elevata - che separava nettamente il mare aperto verso gli euganei da una vasta area retrostante, che si estendeva verso l'alto vicentino. Durante tutto l'Oligocene vi furono ulteriori periodi di emersione e di immersione di quest'area finché, alla fine del miocene (5,5 milioni di anni fa), sotto la spinta del sollevamento alpino, l'intero comparto venne portato in condizioni di definitiva emersione dal mare, e i colli cominciarono a subire l'aggressione degli agenti atmosferici e il progressivo lento smantellamento del rilievo originale[4].

C 26, 32 Fabiani, Trevisiol


Carsismo e grotte

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Fiumi e canali

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Lago di Fimon

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La flora berica è caratterizzata da vegetazione termofila, di ambiente a clima caldo, o microterme, solite a vivere ad altitudini ben superiori. Questa situazione è imputabile alle enorme variazioni climatiche cui è stato sottoposto il luogo nel corso di milioni di anni: nell'Era glaciale si è probabilmente formata una flora microterma, accostata ad una vegetazione termofila nell'era subito successiva con un progressivo riscaldamento del globo.

Piante caratteristiche sono il lino delle fate o la Stipa pennata, inserite in un contesto saturo di flora euroasiatica.

Scomparsi ancora nell'antichità i grandi animali come (il lupo, l'orso bruno, la lince, diversi mustelidi, il cervo e il cinghiale), la fauna si costituisce essenzialmente di piccoli mammiferi, rettili, anfibi ed uccelli. Tra i carnivori sopravvive oggi soltanto la volpe, oltre ad alcuni mustelidi come il tasso, la faina e la donnola. Il capriolo è presente con alcuni esemplari, mentre molto diffusa è la lepre; abbondano inoltre i piccoli rettili, in particolare il ramarro, mentre non sono rari i serpenti comuni. Tra gli uccelli sono presenti il picchio, l'upupa, la rondine, il passero, il falco, la tortora selvatica, il fagiano e la quaglia. Sono inoltre numerosi molti insetti: Ape, Calabrone, formiche, Farfalle, Falena, Mantide religiosa, Coccinelle, Cavalletta, Cicala, Grilli, Mosche, Zanzare, Cimice verde, Ragni, Scorpioni, Lombrico.

Nei numerosi canali che contornano i colli, sono presenti diverse specie di pesci d'acqua dolce, come il pesce gatto, il luccio e la tinca e stanno comparendo anche i gamberi.

Di recente introduzione è la nutria, che si sta rapidamente riproducendo e popola ormai diffusamente tutti i piccoli corsi d'acqua e i canali. Le tane scavate da questo roditore tendono ad indebolire le sponde dei fiumi e possono rappresentare un problema in caso di forti piogge alluvionali.

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia del territorio vicentino.

Preistoria ed Epoca antica

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Epoca moderna

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Epoca contemporanea

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Monumenti e luoghi di interesse

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Architetture religiose

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La religiosità e la devozione

Conventi e santuari
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Chiese e oratori
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Architetture civili

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Patrizi vicentini e veneziani Contadini

Architetture rurali

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Muretti a secco
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Pozzi e fontane
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Architetture militari

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Uno scorcio dei Berici: la Rocca dei Vescovi a Brendola

Castelli

Grotte e rifugi

Comuni dei Colli Berici

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Sono riuniti nel Patto territoriale dell'Area Berica[6] i seguenti comuni[7]:

  1. ^ Girardi, in I Colli Berici, 2015, pp. 17-44
  2. ^ Dal Lago, in I Colli Berici, 2015, pp. 11
  3. ^ Girardi, in I Colli Berici, 2015, pp. 17
  4. ^ Girardi, in I Colli Berici, 2015, pp. 17-28
  5. ^ Girardi, in I Colli Berici, 2015, p. 3
  6. ^ Patto territoriale Area Berica, su pattoareaberica.it. URL consultato il 16-02-2009.
  7. ^ Patto territoriale Area Berica - elenco dei comuni interessati, su pattoareaberica.it. URL consultato il 16-02-2009.
  • Reginaldo Dal Lago e Alberto Girardi, I Colli Berici, Vicenza, Cierre edizioni, 2015.
  • AA.VV., I Colli Berici, Natura e civiltà, Limena, Signum Edizioni, 1988.
  • Giuseppe Baruffato, Silvano Campagmolo, Sentieri sui Colli Berici, Grancona, Libreria Pederiva Ed., 1991

Collegamenti esterni

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